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14 Maggio 2020

Fausta Cialente in altre lingue

Autore:
Francesca Rubini (Università La Sapienza di Roma)

«D’italiano credo di avere solo la lingua nella quale mi esprimo, e anche questa per puro caso». Autrice apolide, lontana dall’Italia per buona parte della sua vita, Fausta Cialente (1898-1994) è stata a lungo considerata una scrittrice esotica e appartata, tardivamente valorizzata dagli editori e riconosciuta dal pubblico. L’ingiusta rimozione dal canone della tradizione italiana si riflette in una limitata diffusione sul piano internazionale, dove le sue opere sono tradotte in maniera fortemente discontinua e incompleta.

L’esordio fra Italia e Francia
Nel 1932 viene pubblicato in Francia il romanzo d’esordio Natalia (1930), scritto in Egitto dove l’autrice vive dal 1921 al 1947. La traduzione è di Henri Marchand, che Cialente conosce grazie alla comune amica Sibilla Aleramo. Nonostante l’immediata circolazione francese del volume (che conquista anche l’attenzione di Gide: «ho una cartolina in cui mi dice cose bellissime su Natalia», “Panorama”, 25/10/1982), l’opera è destinata a rimanere per decenni la meno conosciuta (se non dimenticata) di Cialente, rilanciata solo nel 1982 in una nuova edizione rivista per Mondadori, ad oggi mai tradotta. La collaborazione con Henri Marchand sembrerebbe prolungarsi almeno fino al 1933: in una lettera ad Aleramo (24/7/1933), Cialente accenna a una versione francese già completata di Cortile a Cleopatra. Rimasta inedita, la traduzione sarebbe precedente alla prima pubblicazione italiana dell’opera, distribuita in pochissime copie da Corticelli (1936) e ripresa da Sansoni (1953).

Feltrinelli e la svolta degli anni Sessanta
Nel 1961, dopo venticinque anni di silenzio narrativo spesi nell’impegno antifascista e nel giornalismo militante, Cialente pubblica Ballata levantina per Feltrinelli, il primo a investire sull’autrice (ormai sessantenne) con un progetto editoriale che guarda anche al mercato estero. I diritti di Cortile a Cleopatra sono venduti in Svezia (1961), Olanda (1968) e Francia (1963) all’editore Julliard che, mentre in quarta di copertina celebra il valore letterario del protagonista («l’extraordinaire figure de Marco, […], que l’on n’est pas prêt d’oublier»), riporta in maniera inesatta i dati biografici di Cialente («née à Fiume en 1900»). Contemporaneamente, fra il 1963 e il 1968, Ballata levantina viene diffusa in Austria, Germania, Polonia, Regno Unito, Romania e Stati Uniti. L’edizione tedesca (Volk und Welt, 1964) tradotta da Caesar Rymarowicz è arricchita dalla postfazione di Manfred Starke, che ricostruisce puntualmente la vita di Cialente e la storia politica dell’Egitto che fa sfondo al romanzo, riconoscendo grandi qualità liriche e un fascino esotico all’opera («Vermeidet die Schriftstellerin mit ihrer schmiegsamen, oft lyrischen Schreibweise zu harte Kontu- ren und gibt ihrem Buch einen exotischen Reiz»). La traduzione inglese di Isabel Quigly è anticipata negli Stati Uniti da una recensione su “Kirkus Reviews»”(11/02/1962) che celebra la natura molteplice del testo («part novel, part report […], it is told with an objectivity that does not preclude warmth»), mentre la bandella del volume (Houghton Mifflin, 1963) suggerisce una corrispondenza con le opere di Durrell, lo stesso autore che Cialente ha appena tradotto in italiano su invito di Feltrinelli (Clea, Feltrinelli 1962). In questo quadro restano esclusi dalla diffusione internazionale i racconti di Pamela o la bella estate (1962) e il romanzo Un inverno freddissimo (1966).

Mondadori e le ultime traduzioni
Nella prima metà degli anni Sessanta si registrano due sole edizioni straniere: nel 1973 nella traduzione tedesca di Cortile a Cleopatra dell’editore svizzero Manesse-Verlag trova spazio un’accurata postfazione di Federico Hindermann, che ricostruisce la storia del romanzo citando la decisiva prefazione di Emilio Cecchi (Sansoni, 1953); nel 1975 viene pubblicata l’unica traduzione, in rumeno, del Vento sulla sabbia (1972), romanzo con cui Cialente entra nel catalogo Mondadori. All’editore milanese si devono gli accordi per la diffusione delle Quattro ragazze Wieselberger, ultimo romanzo dell’autrice e vincitore del Premio Strega nel 1976, tradotto in tedesco (1977), slovacco (1978) e francese (1986). Il volume tedesco riporta nella bandella l’estratto di un’intervista a Cialente (“la Repubblica”, 22/05/1976), presentando ai lettori un libro dal profondo valore poetico e storico («einer geschickten und gelungenen Mischung von Dichtung und Wahrheit»). L’edizione francese, accompagnata da un’intervista e una recensione su “le Monde” (29/11/1986), introduce Cialente come «une des plus grandes romancières italiennes» e avvicina la sua prosa a quella di Marguerite Yourcenar.
Si deve attendere il nuovo millennio per riprendere il filo interrotto delle traduzioni a partire, questa volta, dalla narrativa breve. Con il racconto La ballerina (1937) “Rialta”, rivista cubana con sede in Messico, nel dicembre del 2017 pubblica la prima traduzione in spagnolo, firmata da Iledys González Gutiérrez. Nel 2019 Malpasso (1937) è inserito nella raccolta The Penguin Book of Italian Short Stories curato da Jhumpa Lahiri.

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