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11 Marzo 2022

Festival letterario “La Fonte” di Vienna: resoconto della prima edizione. Intervista con Fabrizio Iurlano, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Vienna

Autore:
Paolo Grossi

Dal 25 al 27 febbraio 2022 si è svolta a Vienna prima edizione del Festival di letteratura italiana “La Fonte”, organizzato presso il suggestivo Teatro Odeon dall’Istituto Italiano di Cultura di Vienna insieme all’Associazione culturale Librai in Corso e alla Libreria Hartliebs Bücher di Vienna. 

A manifestazione conclusa, ne parliamo con Fabrizio Iurlano, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Vienna.

 

Come è nata l’idea di questo festival e quali ne sono le ambizioni?

Oltre ad eventi letterari nella propria sede, il nostro Istituto molto spesso ha realizzato e realizza frequenti, singoli incontri con autori e autrici in sedi esterne, lavorando insieme alle Biblioteche civiche di Vienna, a prestigiosi interlocutori quali la Casa della Letteratura, la Società Austriaca per la Letteratura, la nota Associazione Alte Schmiede, infine insieme alle case editrici e alla libreria Hartliebs Bücher. Presso quest’ultima la libraia Silvia Chiarini, da voi di recente intervistata, gestisce una sezione di titoli italiani. Grazie al suo entusiasmo, alle sue competenze di settore e all’incontro con l’Associazione Librai in Corso, che ha sede a Roma, è stato per la prima volta possibile costruire un calendario che ha portato in città ben otto autori e autrici nell’arco di tre giorni. L’auspicio è che questo Festival ─ al pari di Nuovo Cinema Italia, la rassegna di produzioni recenti della nostra cinematografia che ormai da 20 anni, in giugno, ha luogo presso il VotivKino ─ divenga per Vienna un appuntamento tradizionale e altrettanto atteso.

 

Quali sono stati gli elementi qualificanti e i tempi forti di questa prima edizione? 

Senza dubbio un obiettivo stabilito e direi raggiunto è stato l’alto livello delle partecipazioni di autori e autrici sia molto noti, sia emergenti: abbiamo avuto con noi Antonio Scurati, Carlo Lucarelli, Fabio Stassi, Massimo Montanari, Mariasole Bianco, Annalisa Strada, Zuzu e – seppur da remoto su maxischermo – Marco Balzano. Al contempo possiamo parlare di un riuscito mix di narrativa, saggistica, divulgazione scientifica, fumetto e letteratura per l’infanzia: un approccio multidisciplinare che ha certamente aiutato ad attrarre diverse tipologie di pubblico. Va da sé che il lavorare insieme a dei partner, sostenuti da alcuni interventi preventivi della stampa, ci è stato di grande aiuto nel moltiplicare l‘informazione e nell’attrarre anche pubblico non ancora fidelizzato.

 

La risposta del pubblico ha soddisfatto le attese degli organizzatori?

Le diverse incertezze determinate dalla pandemia ancora in atto, pur con conseguenze meno drastiche che in passato, hanno fatto sí che, in fase di prenotazione e acquisto on line o in libreria dei biglietti, il comportamento del pubblico fosse abbastanza cauto, soprattutto nel caso di alcuni appuntamenti. Ma la disponibilità a partecipare agli eventi è aumentata decisamente nei giorni che hanno preceduto l’inaugurazione, e abbiamo assistito ad un’insperata riuscita del festival non solo sotto il profilo qualitativo, ma anche quanto all’entusiastica risposta del pubblico, sia italofono, sia germanofono. 

 

Quali insegnamenti ha ricavato da questa prima edizione e come ritiene possano essere messi a frutto nella prossima edizione?

La macchina ha funzionato bene, malgrado le tante incognite cui facevo cenno, anche grazie all’ottima sinergia stabilitasi tra i tre soggetti organizzatori. Senz’altro è utile e opportuno mantenere l’attenzione su autori e autrici le cui opere siano già tradotte in tedesco: in tal modo non solo si conquista una fetta di pubblico che altrimenti resterebbe esclusa dalla fruizione della nostra letteratura, ma si intercettano gli interessi commerciali degli editori e della distribuzione, che ha la libreria quale suo ultimo anello. Mi pare vada inoltre mantenuto la menzionata commistione di diversi generi di scrittura. Ed è quasi superfluo dire che una presenza di diverse personalità concentrata in pochi giorni non può che giovare alla visibilità della nostra letteratura in città.

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