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12 Ottobre 2022

Il compagno dagli occhi senza cigli di Gabriele d’Annunzio tradotto in lingua neerlandese. Intervista a Emilia Menkveld

Autore:
Luigi Visconti

Le traduzioni di opere di Gabriele d’Annunzio non sono molto numerose in questi ultimi anni in Europa. Vi sono però delle eccezioni. Quasi contemporaneamente sono infatti uscite, in Francia e nei Paesi Bassi, due traduzioni delle Faville del maglio, la raccolta di prose di memoria di oltre seicento pagine, pubblicata da d’Annunzio tra il 1924 e il 1928 in più volumi. A Parigi, nella collana dei Cahiers de l’Hôtel de Galliffet, nel 2020 è apparsa un’ampia scelta di testi tratti dalle tre sezioni delle Faville, Il venturiero senza ventura, Il secondo amante di Lucrezia Buti, Il compagno dagli occhi senza cigli, nella traduzione di Muriel Gallot. Nei Paesi Bassi, invece, l’editore Marc Vleugels ha scelto di tradurre integralmente Il compagno dagli occhi senza cigli. Ne parliamo con la traduttrice, Emilia Menkveld.

 

Quando ha tradotto questo libro, conosceva già d’Annunzio? Che cosa pensa dell’autobiografismo di d’Annunzio?

Conoscevo già Gabriele d’Annunzio grazie ai corsi di lingua e cultura italiana frequentati all’Università di Amsterdam. Nei Paesi Bassi, all’inizio del 2018, per la prima volta dopo anni, un’opera di d’Annunzio è stata pubblicata in traduzione neerlandese dalla casa editrice De Arbeiderspers. De schoonheid van de nacht (La bellezza della notte) è una raccolta di tre opere dannunziane mai prima tradotte: Solus ad solam (1908), il Notturno (1916), e un frammento del libro di memorie Il libro segreto (1922). Questa traduzione, realizzata da Jan van der Haar, è stata ampiamente recensita da giornali e riviste. Il giudizio della critica è stato generalmente molto positivo. 

La rinnovata attenzione verso questo autore ha dato all’editore Marc Vleugels l’idea di portare al pubblico olandese altre opere di d’Annunzio. Vleugels è una casa editrice individuale nota per le sue traduzioni di alta qualità, spesso destinate agli intenditori di letteratura. L’editore stesso mi ha contattato chiedendomi di tradurre per lui Il compagno dagli occhi senza cigli. Con grande entusiasmo, ho iniziato a lavorarci nell’autunno del 2018, parallelamente al mio lavoro di redattore e recensore di libri per un giornale nazionale. A causa dell’alto livello di difficoltà e del fatto che potevo lavorarci solo due giorni alla settimana, mi ci è voluto più di mezzo anno per completare le oltre cento pagine. Alla fine del 2019 il libro era già nei negozi. 

Il compagno dagli occhi senza cigli è di chiara ispirazione autobiografica: si svolge nella casa toscana in cui lo scrittore sta lavorando al suo “romanzo veneziano” (in cui possiamo riconoscere Il fuoco). Lo stesso d’Annunzio ha frequentato il collegio, il Convitto Cicognini di Prato, dove conosce Dario, l’amico d’infanzia. Questa riconoscibilità dell’ambientazione ha avuto dei vantaggi per me come traduttrice; le immagini digitali e la visita sul posto mi hanno aiutato molto a farmi un’idea più precisa dei luoghi descritti nel libro. Non è chiaro se Dario, “il compagno” del titolo, sia realmente esistito. E per quanto mi riguarda, non è così importante. Per il narratore, la visita di Dario alla casa dello scrittore è un’occasione per riflettere sui meccanismi della memoria, sulle amicizie perdute e sulla decadenza. D’Annunzio ha trasformato il materiale biografico in narrazione. Dove si collochi la linea di demarcazione tra le due cose non è, a mio avviso, così importante per valutare il valore del libro.  

 

  1. Quali difficoltà ha incontrato nel lavoro di traduzione?

Il compagno dagli occhi senza cigli è senza dubbio il testo più difficile che abbia mai tradotto. Lo stile prezioso, ricco di metafore e di allusioni colte, non è certo facile da riprodurre in traduzione; in neerlandese può sembrare artificiale. Anche i numerosi riferimenti letterari e storici hanno reso complesso il mio lavoro. D’Annunzio fa costantemente riferimento alla letteratura greca e latina, alla Bibbia, a Dante. Ma anche all’architettura e alla storia di Firenze e della Toscana, a Napoleone e alla Rivoluzione francese, all’epoca elisabettiana e così via. Non solo mi è costato molto tempo cercare questi riferimenti, ma ho anche dovuto pensare a un modo per rendere il testo comprensibile per i lettori olandesi, senza annoiarli con un lungo elenco di note esplicative. Alla fine, ho aggiunto delle note solo ai passaggi in lingua straniera il cui significato non è facile da intuire o da trovare. Inoltre, in un epilogo spiego i riferimenti più importanti. 

 

  1. Qual è stata la ricezione di questo libro da parte dei media neerlandesi?

Il libro è stato segnalato nei vari supplementi dedicati ai libri e alcune recensioni sono apparsa su Internet. Per quanto ne so, dopo questa pubblicazione non sono state tradotte altre opere di d’Annunzio in olandese. 

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