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12 Dicembre 2022

Intervista a Chiara Tognetti (Chiara Tognetti Rights Agency)

Autore:
Paolo Grossi

Chiara Tognetti è un’agente italiana di diritti esteri con oltre quattordici anni di esperienza nella gestione dei diritti e nell’editoria internazionale per bambini. È la fondatrice di Chiara Tognetti Rights Agency, un’agenzia che rappresenta i diritti internazionali di libri in prevalenza provenienti dall’Asia e dall’Italia. 

 

Attraverso quale percorso è arrivata a svolgere l’attività di agente letterario?

Dopo una formazione universitaria in lingue, letteratura e culture dell’Asia meridionale, sapevo di aspirare a una carriera che unisse il mio interesse per la diversità culturale con la mia passione per i libri per bambini e l’illustrazione. Quando ho ottenuto il mio primo lavoro come assistente ai diritti esteri presso HarperCollins Children’s Books, ho capito che il settore dei diritti internazionali era il mio posto nel mondo dell’editoria. Un paio di anni dopo, sono entrata a far parte del team dei diritti di Walker Books, dove sono rimasta per dieci anni, per me molto formativi. All’inizio del 2021, ho fondato la Chiara Tognetti Rights Agency, con l’obiettivo di offrire l’accesso al mercato internazionale a un catalogo attentamente selezionato di libri di qualità per bambini, per giovani adulti e crossover di editori diversi. La mia agenzia si concentra sulla rappresentanza dei diritti esteri di titoli provenienti dall’Italia (Pulce Edizioni e Pane e Sale, e progetti in collaborazione con l’Agenzia Ghirigori) e dall’Asia (Corea, Giappone, Cina, Taiwan e Singapore), ma rappresento anche titoli australiani e scandinavi sul mercato italiano. 

 

A quali settori dell’editoria è più particolarmente dedicata la sua agenzia?

Il core-business della mia agenzia sono i libri illustrati, ma il mio portfolio comprende anche libri cartonati (board books) per i lettori più piccoli, narrativa “middle grade” (8-12), giovani adulti, crossover, e saggistica. Ho anche un catalogo in crescita di fumetti e romanzi grafici asiatici per tutte le fasce di età. 

 

Alla luce della sua esperienza, quali tendenze vede profilarsi in questi settori?

Con la pandemia, il mercato dei libri illustrati ha sofferto di una certa saturazione. Gli editori hanno investito in ristampe di titoli già in catalogo e di autori collaudati, per cui le acquisizioni sono rallentate. L’interruzione dei trasporti e, più recentemente, gli alti costi di produzione hanno reso il mercato dei libri illustrati ancora più difficile, in quanto i programmi di pubblicazione hanno subito ritardi e tagli significativi. Tuttavia, da una prospettiva più ampia, il mercato dei libri illustrati ha resistito con forza negli ultimi decenni ed è anzi cresciuto in dimensioni e qualità. Gli editori internazionali sono molto selettivi nella ricerca di libri rivolti ad una fascia d’età prescolare: cercano illustrazioni curate, una narrazione forte e formati inventivi. I libri illustrati e i libri cartonati (board books) devono avere il bambino al centro: libri belli, non didascalici, coinvolgenti e rilevanti dal punto di vista del bambino. Con un trend in continua crescita, gli editori italiani esportano i diritti dei loro titoli con grande dinamismo, sia attraverso il proprio ufficio diritti sia attraverso agenti. Per vendere con successo i diritti all’estero, credo sia fondamentale che gli editori tengano presente il mercato internazionale, oltre a quello locale, quando creano i loro libri. Parlando di tendenze, devo ovviamente menzionare il boom dei romanzi grafici e dei fumetti, che ha avuto come conseguenza anche l’enorme richiesta di manga, manhwa e di romanzi grafici del mio portfolio. Molte case editrici hanno creato marchi dedicati, grandi gruppi hanno acquisito etichette di graphic novel e gli editori che operano nel settore da anni hanno visto le loro vendite salire alle stelle. È difficile prevedere quanto durerà questa tendenza ma, come al solito, una volta esaurito l’entusiasmo iniziale, la qualità farà la differenza tra gli attori che restano e quelli che non ce la fanno. 

 

C’è il mercato nazionale e c’è quello internazionale: come vengono divise in agenzia queste due diverse attività?

Come agente di diritti esteri, non rappresento gli autori direttamente nel loro mercato locale. Mi concentro completamente sulla vendita di diritti a livello internazionale, anche se occasionalmente posso rappresentare un progetto inedito. I miei mercati principali per i libri italiani sono gli Stati Uniti, la Francia, la Germania e la Spagna, ma vedo un enorme potenziale in territori come l’Europa dell’Est, il Brasile e l’America Latina. Le mie relazioni con gli editori stranieri sono fondamentali per la mia strategia di rappresentanza. Più conosco una casa editrice e i suoi editor, più le mie proposte sono personalizzate. Spesso lancio i titoli in un momento di ispirazione, come quando leggo un libro e penso “questo sarebbe perfetto per questo o quell’editor“. 

 

Quale spazio occupa nel suo lavoro la ricerca di nuovi autori, l’attività di scout?

All’inizio della mia carriera, ho fatto uno stage presso gli scout letterari Louise Allen Jones a Londra e ho redatto schede di lettura per altri scout come freelance. Mi piaceva molto l’idea di esplorare un territorio alla ricerca di libri importanti, ma il ritmo frenetico non mi si addiceva (come fate, amici scout??). Tuttavia, ho portato un po’ di questo approccio nel lavoro della mia agenzia. Sono sempre alla ricerca di nuovi titoli interessanti e di gemme nascoste nei cataloghi degli editori che rappresento; cerco anche di essere sempre al corrente di tutte le novità di mercato riguardanti i libri del mio portfolio che potrebbero avere risonanza all’estero e mi impegno a sostenere strategicamente i miei titoli non solo in relazione alla data di pubblicazione, ma anche in base alla ricettività dei mercati in un dato momento.  

 

Cosa pensa delle nuove sovvenzioni alla traduzione di libri italiani in lingue straniere proposte dal Cepell?

Nel corso del mio decennio alla Walker Books, non mi accorgevo dell’enorme vantaggio che si ha nel vendere i diritti stranieri di libri scritti originariamente in inglese. Quando ho avviato la mia agenzia con l’obiettivo di portare libri più diversificati sul mercato dei diritti, ho sottovalutato quanto sarebbe stato impegnativo vendere i diritti di un libro scritto in una lingua che l’editore acquirente (di solito) non sa leggere, e che spesso comportava costi di traduzione più elevati. Non è stato facile, ma col tempo ho accumulato l’esperienza necessaria per gestire questo problema, dando priorità ai progetti che prevedano campioni di traduzioni e fornendo agli editori acquirenti informazioni sulle sovvenzioni alle traduzioni disponibili. Mi sono resa conto dell’enorme differenza che possono fare i materiali di presentazione in inglese, i campioni di traduzione e le sovvenzioni quando ho iniziato a rappresentare l’agenzia scandinava Rights & Brands in Italia e nel mercato inglese. Di prassi, Rights & Brands fornisce campioni di traduzione completi (o almeno parziali) e, una volta concluso l’accordo, gli editori possono richiedere generose sovvenzioni all’ente para-governativo https://fili.fi/en per la traduzione e la produzione delle loro edizioni. Anche se di solito mi concentro sulla rappresentanza di libri cartonati per piccoli lettori e di libri illustrati italiani, dove i costi di traduzione sono ridotti, quando mi occupo occasionalmente di opere di narrativa, la disponibilità di sovvenzioni per la traduzione da parte del Cepell rende certamente molto più facile per gli editori stranieri aprirsi ai contenuti italiani. È un peccato che gli editori stranieri non possano fare domanda direttamente; l’editore o l’agente italiano deve fare domanda per loro conto, il che rende il processo meno orientato verso l’estero. Forse le cose cambieranno in futuro. Nell’attesa, siamo a disposizione per dare il nostro aiuto!

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