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20 Maggio 2025

Intervista a Federica Manzon, direttrice editoriale di Guanda

Autore: Laura Pugno

Intervista a Federica Manzon, direttrice editoriale di Guanda

Questa nuova puntata del ciclo di interviste di newitalianbooks a direttori editoriali, redattori ed editori di case editrici italiane prosegue con Federica Manzon, direttrice editoriale di Guanda e fresca vincitrice, con il suo ultimo romanzo Alma (Feltrinelli) del Premio Campiello 2024.

 

Come sempre, la domanda è:

 

Come racconteresti l’identità della casa editrice Guanda ai lettori e alle lettrici di newitalianbooks all’estero? Quali sono le sue caratteristiche e i suoi punti di forza? Quali scommesse, letterarie e non, hanno funzionato meglio in Italia ed eventualmente in altri Paesi e a tuo avviso, perché?

 

La casa editrice Guanda nasce nel 1932 concentrandosi eminentemente sulla poesia: nella collana diretta da Attilio Bertolucci pubblicano infatti i maggiori poeti internazionali e nel catalogo dedicato agli autori italiani si contano i nomi di alcuni dei protagonisti della poesia del secondo Novecento italiano: Mario Luzi, Milo De Angelis, Patrizia Valduga, Maurizio Cucchi, Dario Bellezza. Questa tradizione si consolida poi negli anni Settanta sotto la direzione di Giovanni Raboni. E se i primi decenni del Duemila hanno visto le pubblicazioni di poesia concentrarsi quasi unicamente sul fronte internazionale, il 2025 vede un ritorno allo scouting delle voci italiane grazie alla direzione di Mario Santagostini, che intende dare spazio e risalto soprattutto agli autori italiani della generazione dei millennial che hanno già un percorso di riconoscibilità nel mondo poetico e arrivano ora al libro della maturità (come Marco Corsi, Alfonso Guida, Silvia Caratti, Alberto Pellegatta).

Negli anni ’80-’90 la casa editrice apre il suo catalogo alla narrativa, soprattutto straniera. La linea editoriale si contraddistingue per il gusto per l’innovazione, l’anomalia, che trova la sua incarnazione in autori e autrici che scrivono scartando tutte le regole del romanzo classico. È il caso del romanzo di un giovane autore scozzese che sarebbe presto diventato di culto per una generazione, Irvine Welsh con il suo scandaloso Trainspotting; o lo scanzonato scrittore britannico Nick Hornby; ma anche Almudena Grandes e il suo trasgressivo esordio Le età di Lulù; e il best-seller internazionale della scrittrice indiana Arundhati Roy Il dio delle piccole cose. La fortunata tradizione degli esordi continua nel 2002, quando Guanda è il primo editore mondiale ad acquisire i diritti del romanzo di un giovane esordiente che si sarebbe da lì a pochi mesi rivelato una delle voci più interessanti della nuova letteratura americana: Jonathan Safran Foer.

Negli anni più recenti la casa editrice ha visto grandi successi con romanzi spesso ibridi, capaci di mescolare la finzione al saggio, all’autobiografia e di spaziare nei generi. È il caso dei grandi “romanzi senza finzione” di Javier Cercas, o della fortunata autofiction di Manuel Vilas In tutto c’è stata bellezza, del romanzo vincitore del premio Strega La ragazza con la Leica (tradotto in molti paesi) dove Helena Janeczek costruisce un ritratto della fotografa Gerda Taro attraverso lo sguardo, documentato e immaginato, di uomini e donne che le sono stati vicini. La fortuna di questi romanzi risponde a mio avviso alla ricerca, da parte di molti lettori, di un elemento di “verità” nelle pagine che porta a prediligere storie che vengono direttamente dalla Storia o vicende in cui l’io narrante coincide con l’autore stesso e in questa identità si fa garante di una supposta verità della pagina (con buona pace del narratore menzognero novecentesco). Questo interesse per la Storia raccontata in forma narrativa e letteraria è stata poi sicuramente una delle radici del grande successo del romanzo di Fernando Aramburu Patria.

Con il mutare degli scenari culturali e editoriali Guanda continua a rivendicare un’attenzione esclusiva alla produzione letteraria; nel presente recentissimo, alla ricerca di nuove voci del panorama internazionale si è affiancata quella di nuovi autori e autrici italiane. Tra le voci che meglio hanno funzionato nell’ultimo anno ci sono il romanzo della scrittrice e filosofa Ilaria Gaspari La reputazione appena tradotto in Brasile e di prossima uscita in Francia, che indaga il tema della maldicenza e della fragilità delle nostre relazioni; il fortunato Virdimura di Simona Lo Iacono che racconta il personaggio della prima donna medico al mondo; e l’esordio della giovane autrice Marta Aidala che, con La strangera, rivendica uno sguardo femminile sulla montagna e sul mondo che la abita (e sarà pubblicato in Francia l’anno prossimo). Questa attenzione alle scrittrici si è consolidata all’inizio del 2025 con l’arrivo in Guanda di una voce importante del panorama italiano, ampiamente tradotta all’estero, come Nadia Terranova, che con Quello che so di te pone al centro il tema della memoria e dell’eredità familiare. Sono queste tutte voci di autrici che, ognuna in modo diverso, affermano una sensibilità e una libertà nuova nel raccontare la Storia e lo spazio delle donne nel presente e in questo tracciano per me una linea ideale di dialogo con le voci femminili della letteratura internazionale degli ultimi anni che si sono imposte al pubblico e alla critica.

L’idea della casa editrice è infatti quella di costruire, con le pubblicazioni italiane, un controaltare che dialoghi con i grandi nomi stranieri e possa anche rappresentare il costituirsi di una comunità letteraria di autori attenti a trovare nuove forme per raccontare le questioni che sentiamo più urgenti nel presente, come accade con i romanzi che saranno pubblicati nel 2025 di Nicola Cosentino e Ferdinando Cotugno, entrambi nomi di spicco di una nuova generazione di intellettuali e scrittori, che affrontano con una forma narrativa ibrida la questione delle nostre vite al tempo della crisi del desiderio e al tempo della crisi climatica (tema anche del fortunato romanzo distopico di Bruno Arpaia Qualcosa, là fuori che nel 2016 aveva anticipato i tempi delle narrazioni climatiche e a cui l’autore ritorna con un nuovo romanzo Il mondo senza inverno di prossima pubblicazione).

Un recente campo di esplorazione che ha portato frutti fortunati è quello del genere noir, a cui è dedicata la collana “Guanda noir”, e vede la pubblicazione di romanzi che hanno una forte caratterizzazione ambientale, dove la cura per i personaggi e le relazioni tra protagonisti e luoghi è messa al centro: come nei romanzi amatissimi dai lettori di Marco Vichi, che fa di Firenze e delle colline nei dintorni lo sfondo delle indagini del suo commissario Bordelli, o la Milano feroce e sentimentale dei protagonisti di Gianni Biondillo e Gian Andrea Cerone (di quest’ultimo è in lavorazione una serie tv tratta dai romanzi del commissario Mandelli), o la Trieste di confine animata da spie e intrighi internazionali nel noir di Pietro Spirito (di prossima pubblicazione in Francia). Una collana dalla vita più recente ma che è diventata via via sempre più riconoscibile per i lettori e i librai.

 

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