«Meum esse» e «ius Quiritium». Logica, effetti e implicazioni
di Calore, Emanuela
Nell’espressione ex iure Quiritium meum esse, lo i.Q. appare come l’elemento fondante del meum esse, che ne legittima l’affermazione all’interno della comunità e che al contempo lo qualifica. Lo ius Quiritium sembra allo stesso tempo fondare, legittimare, qualificare il meum esse, perciò indicare il ‘tipo’ e la ‘forza’ dell’appartenenza, collegata alla posizione potestativa del pater familias romano. Prima della trattazione gaiana del duplex dominium l’espressione e.i.Q. (meum esse) ricorre poco nelle fonti. Invece, la trattazione del duplex dominium e dei problemi che la divisio del dominium creava, in particolare alla disciplina dell’appartenenza dei servi, porta Gaio e l’autore dei Tit. ex corp. Ulp. ad impiegare spesso l’espressione e.i.Q. accanto a dominus per distinguere chi lo fosse e.i.Q. dall’in bonis habens. Per il sintagma e.i.Q. si trattava di un ‘nuovo impiego’, ma non di un ‘nuovo significato’. Inoltre, i.Q. è spesso considerato sinonimo di civitas Romana, ma la testimonianza di Plinio il giovane, in cui vengono menzionati casi di concessione dello i.Q. ai Latini Iuniani, è fondamentale per ritenere che i.Q. e civitas Romana sono due concetti collegati, ma distinti.
- Casa editrice LED Edizioni Universitarie
- Anno di pubblicazione 2025
- Numero di pagine 480
- ISBN 9788855132237
- Diritti stranieri Valeria Passerini / Tiziana Battaglia
- Prezzo 52.00
Calore, Emanuela
Emanuela Calore è professoressa associata nel settore scientifico disciplinare Diritto romano e fondamenti del diritto europeo (Giur-15/A), presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
Ha lavorato su temi di diritto privato (l’actio quod metus causa, la regula volenti non fit iniuria, la regola superficies solo cedit, l’aeterna auctoritas adversus hostem) e di diritto pubblico (il tribuno della plebe, le norme di diritto pubblico nelle XII tavole).