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30 Novembre 2020

Da Madrid: intervista a Rocìo Fernández, editor di narrativa straniera per Seix Barral

Autore:
Laura Pugno

Rocío Fernández è editor di narrativa straniera per Seix Barral. È laureata in giornalismo e ha un master in editoria. Ha lavorato in ambito editoriale dal 2004, sia a Madrid, per il Grupo Anaya, sia a Barcellona, per l’agenzia letteraria Carmen Balcells e nello staff di Ediciones Salamandra.

Come riassumeresti l’identità della tua casa editrice agli editori, agli autori e ai lettori italiani?

Seix Barral è, senza dubbio, un punto di riferimento per l’editoria in castigliano, sia in Spagna sia in America Latina. Fondata nel 1911, è una casa editrice caratterizzata da un forte investimento sulla qualità e dall’impegno a pubblicare libri che lascino il segno, che durino nel tempo.
Seix Barral ha rivolto il suo interesse alla narrativa del dopoguerra e al boom della letteratura ispano-americana, con pubblicazioni di autori come Juan Marsé, Eduardo Mendoza, Jorge Luis Borges, Mario Vargas Llosa o Pablo Neruda. Ha pubblicato inoltre opere di autori stranieri quali Virginia Woolf, Don DeLillo, Patrick Süskind, Siri Hustvedt, Paul Auster o Salman Rusdhie.
Attualmente il nostro catalogo unisce al prestigio di autori consolidati un risoluto impegno verso opere più recenti di narrativa nazionale e internazionale.

Come sei entrata in contatto con il libro italiano e la letteratura italiana? C’è stato un episodio, un incontro, un evento particolare nella tua biografia o nella storia della casa editrice?

Nel DNA della casa editrice ci sono sempre state la ricerca e la scoperta di quelle che poi sarebbero diventate opere emblematiche della letteratura europea. Nel caso della letteratura italiana, determinanti sono stati i rapporti stretti dall’editore Carlos Barral con l’Italia e con i suoi colleghi italiani, ma anche il premio editoriale di livello internazionale “Formentor” e i successivi incontri tra scrittori ed editori che si tenevano a Mallorca negli anni Sessanta e che hanno favorito lo scambio con figure iconiche dell’editoria italiana, come Giulio Einaudi o Inge Feltrinelli.
Sul piano personale, più che di incontri parlerei di una serie di scoperte fatte durante gli anni, varie ed estremamente arricchenti, come l’indimenticabile lettura dei romanzi di Elsa Morante, l’esplorazione della Sicilia grazie al maestro Camilleri, il mio rispecchiarmi nelle pagine di Magris o di Pirandello o il riscoprire i sapori della mia infanzia dall’altra parte del Mediterraneo.

Qual è, a tuo avviso, la particolarità della letteratura italiana e del libro italiano in generale, che cosa apporta al catalogo della casa editrice?

È difficile per me stabilire una sola caratteristica o peculiarità che possa definire una letteratura così viva e diversa, ma indubbiamente ho sempre trovato voci molto particolari e forti, personalità spiccate che non somigliano e non cercano in alcun modo di somigliare ad altre. Inoltre, nella descrizione delle relazioni familiari e nell’analisi dell’universo emotivo dei personaggi, trovo spesso un punto di vista che disseziona i sentimenti senza pudore, e questo è, a mio parere, il valore aggiunto di una buona storia.
Se vogliamo continuare ad offrire ai nostri lettori la migliore letteratura internazionale e rispecchiare la sensibilità e le tematiche che caratterizzano i testi europei di oggi, nel nostro catalogo è fondamentale la presenza di opere di una tradizione letteraria consolidata come quella italiana

Quali sono gli autori e le autrici italiane/i del tuo catalogo? Che tipo di libri e di autori italiani ti piacerebbe acquisire?

Seix Barral nei suoi decenni di storia ha pubblicato opere di autori come Cesare Pavese, Italo Svevo, Carlo Emilio Gadda, Pier Paolo Pasolini, Umberto Eco, o La Divina commedia, in una traduzione magistrale che è un riferimento assoluto in castigliano. Non ha trascurato fenomeni più recenti, con la pubblicazione di scrittori come Erri De Luca, Susanna Tamaro o Michela Murgia e tiene sempre in considerazione le nuove voci, come, ad esempio, Viola Ardone, con la prossima pubblicazione di Il treno dei bambini.
Siamo alla ricerca di storie autentiche, che generino emozione, dibattito e riflessione nei nostri lettori, ma che favoriscano anche l’analisi e il pensiero critico: insomma, Letteratura con la L maiuscola.

Come si può fare per rendere (ancora) più strette le relazioni tra l’editoria italiana e spagnola? In linea generale, e in questo periodo in particolare?

Oserei dire che fino ad ora la relazione tra le due editorie è stata sempre soddisfacente, ciò che mi inquieta è come sarà il mondo dopo la pandemia. Se per un lungo periodo la situazione sanitaria non permetterà di viaggiare tanto quanto prima (e per questo si rimanderanno eventi importanti come il Salone di Torino) è fondamentale ridisegnare il modo di comunicare e di mantenere vivo il dibattito culturale tra i due Paesi. Invito gli agenti e gli editori a continuare a condividere attivamente i loro titoli, a cercare nuove vie di comunicazione e a stare permanentemente in contatto.

Che utilità può avere una piattaforma come newitalianbooks? In generale, e in questo periodo in particolare?

Con la sovrabbondanza di informazioni che ci sono oggigiorno è più importante che mai offrire contenuti accessibili, attraenti, aggiornati; nel nostro caso, newitalianbooks raggiungerebbe il suo obiettivo se riuscisse a far sì che gli editori di tutto il mondo ricorressero alla piattaforma con regolarità per sapere come e in che modo sta funzionando il mercato italiano, quali sono i libri importanti, quali le tendenze in corso. In un momento in cui l’interazione digitale è più importante che mai, credo che newitalianbooks arrivi al momento giusto per garantire maggiore visibilità ai testi italiani in un panorama internazionale sempre più competitivo.

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