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4 Maggio 2023

Intervista a Gemma Trevisani responsabile editoriale per la narrativa italiana presso Rizzoli

Autore:
Laura Pugno

Il ciclo di interviste di newitalianbooks a responsabili editoriali, editor e editori di case editrici italiane prosegue, in questa puntata, con Rizzoli.

Gemma Trevisani, responsabile narrativa italiana Rizzoli, risponde per noi alla domanda:

“Come raccontereste la narrativa italiana di Rizzoli ai lettori e alle lettrici all’estero? Quali sono le sue caratteristiche e i suoi punti di forza?”

Gemma Trevisani: Parto da una considerazione: la bellezza e il privilegio dei mestieri editoriali risiedono anche nel fatto che, per quanto si possano avere idee cristalline su una linea da tenere, c’è sempre il libro che arriva a sconvolgere tutto. La storia che scompagina le attese. 

Rizzoli ha da sempre una vocazione generalista, l’ambizione di parlare a diversi tipi di lettori, e questo si rispecchia nel tipo di ricerca che con la squadra della narrativa facciamo ogni giorno. C’è la linea più letteraria, incarnata dalla storica collana de “La Scala”, e ci sono collane che guardano all’intrattenimento, tra queste ad esempio la collana crime di successo “Nero Rizzoli”. 

In generale, mi sento di dire che siamo editori sempre in ascolto, pronti ad avvertire le vibrazioni prima che si trasformino in rumori, a catturare storie e personaggi che intercettino l’aria del tempo, a trovare quella voce che ti prende e non ti abbandona più. La nostra volontà è quella di tenere una qualità molto alta nei diversi generi: dai maestri come Walter Siti – ancora troppo poco letto all’estero – e Dacia Maraini, a Silvia Avallone, tradotta in tutto il mondo, per la fiction letteraria, ai crime di Maurizio de Giovanni, Massimo Carlotto e Piergiorgio Pulixi per il genere. 

Aggiungo che ho avuto la fortuna di trascorrere qualche anno all’estero lavorando come scout di libri e considero l’universo dei libri in traduzione fondamentale a livello culturale. Da un lato conosciamo altri mondi, distanti dal nostro. Ma allo stesso tempo riafferriamo il senso più puro della letteratura: il fatto che in quel personaggio, nei suoi moti dell’anima, nonostante la sua lontananza da noi, comunque sempre ci ritroviamo. Sono importantissime le borse di sostegno alla traduzione, e il fatto che gli editori siano sempre più incuriositi da libri internazionali – non più solo angloamericani – è una gran bella notizia.

 

Benedetta Bolis e Arianna Curci, Senior editor narrativa italiana Rizzoli, rispondono alla domanda: “Quali scommesse, letterarie e di altro genere, hanno funzionato meglio nei Paesi esteri e a vostro avviso, perché?”

Oltre ad autrici storiche del marchio Rizzoli – come Silvia Avallone, Dacia Maraini e Antonia Arslan, lette e apprezzate in tutto il mondo con titoli di successo anche qui in Italia (Un’amicizia, La lunga vita di Marianna Ucrìa e La masseria delle allodole, per citarne alcuni) – diversi libri nel corso degli anni hanno funzionato molto bene all’estero. 

C’è il caso di Luca Di Fulvio, amatissimo in Francia e in Germania con i suoi romanzi storici (gli ultimi pubblicati da Rizzoli sono La ballata della Città Eterna e La figlia della libertà, editi in Francia da Éditions Slatkine e in Germania da Bastei Lübbe), che riescono nella difficile impresa di fare grande intrattenimento senza rinunciare alla qualità della scrittura. Su un fronte più letterario, il successo de L’americano di Massimiliano Virgilio, che con la sua Napoli ha conquistato il mercato cinese. Forse in entrambi i casi la ragione della fortuna all’estero sta nella distinzione meno marcata tra romanzo letterario e popolare che si fa in altri Paesi, rispetto a un pubblico italiano generalmente più polarizzato. 

Caso interessante è quello di Michela Marzano, filosofa e autrice italiana che vive a Parigi ormai da molti anni, la cui scrittura mescola narrativa, saggistica e mémoir con uno sguardo internazionale. Il suo ultimo libro, Stirpe e vergogna, che prende spunto dal passato fascista di suo nonno per raccontare uno spaccato della storia d’Italia, è stato pensato e scritto prima in italiano e poi in francese. 

Un genere che continua a essere ricercato dagli editori stranieri è il noir, su cui in Rizzoli abbiamo molto lavorato negli ultimi anni con la collana Nero. Un buon esempio è L’isola delle anime di Piergiorgio Pulixi, la cui vittoria al Premio Scerbanenco nel 2019 ha dato il via alla traduzione in vari Paesi e lo ha portato in Francia a vincere il Prix Découverte Polars Pourpres e alla finale del Grand Prix de Litérature Policière (l’edizione francese è di Gallmeister).

Infine, abbiamo una scommessa in cantiere, un esordio che ci ha sorpreso fin dalle prime pagine per la limpidezza e la maturità della voce dell’autrice, Roberta Recchia. In Italia uscirà l’anno prossimo, ma all’estero sta già ricevendo un’attenzione calorosissima: i diritti di traduzione sono stati venduti in nove Paesi, editor e scout se ne sono innamorati. È un fatto straordinario, che ci riempie di gioia (quella gioia speciale che si prova quando un libro a cui si vuol bene riceve affetto e riconoscimento) e ci darà una base senz’altro più solida in occasione del lancio. 

Gemma Trevisani

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