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27 Agosto 2020

Intervista a Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro di Torino.

Nicola Lagioia (1973) dirige il Salone del Libro di Torino dal 2018. Narratore, editor e conduttore radiofonico, ha pubblicato vari romanzi, fra cui Riportando tutto a casa (Einaudi, 2009), vincitore dei Premi Vittorini, Volponi e Viareggio, e La ferocia (Einaudi, 2014), vincitore del Premio Strega 2015. Sempre da Einaudi è in uscita quest’autunno un suo nuovo romanzo.

A seguito della pandemia, numerosi eventi di promozione libraria (festival, fiere etc.) sono stati annullati. La stessa sorte è toccata al Salone del Libro di Torino, che ha organizzato un’edizione straordinaria dal 14 al 18 maggio in livestreaming. Qual è il bilancio di questa iniziativa?

Nel mezzo del lockdown, quando sembrava che nulla si potesse fare, abbiamo trasferito in pochissimo tempo on line una parte della programmazione che avevamo con impegno e dedizione messo a punto nel corso dell’anno per il Salone tradizionale. Il risultato è stato SalTo EXTRA, ovvero una settantina di incontri con alcuni dei più importanti scrittori, saggisti, scienziati, economisti, artisti, personaggi dello spettacolo a livello internazionale, in grado di attrarre a sé più di due milioni di “visitatori”. Il risultato è stato abbastanza sorprendente: da una parte, SalTo EXTRA ha attratto verso il Salone un tipo di pubblico che (per questioni di lavoro, di età, di salute, di collocazione geografica) al Salone tradizionale non sarebbe potuto venire comunque; dall’altra, degli autori (da Donna Haraway a Jared Diamond) che difficilmente – anche senza pandemia – avrebbe potuto assicurare la loro presenza a Torino, a maggio.

In questo nuovo contesto di emergenza sanitaria e in attesa di un ritorno alla “normalità”, occorre inventare nuove formule, nuovi formati. Quali progetti ha il Salone del Libro per l’autunno?

Stiamo lavorando e lavoreremo tutto agosto per fare in modo che in autunno si possa realizzare qualcosa che contempli anche una dimensione live. Monitoriamo la situazione (che purtroppo non è ancora chiarissima a livello normativo, tra ciò che si può fare e ciò che non è ancora possibile fare) con l’auspicio di poter annunciare un progetto che preveda una serie di tappe significative – all’altezza, cioè, di quel che il Salone è riuscito a fare negli ultimi anni – in grado di tenere insieme l’ultima parte del 2020 con il 2021. Il tutto all’insegna della promozione della lettura, dello spirito di condivisione, inclusione e comunità che ci caratterizza e che a maggior ragione, in un’epoca come questa, è per noi prezioso, non solo a livello di mondo editoriale.

Ogni anno, fino al 2019, il Salone del Libro di Torino ha ospitato al suo interno l’International Book Forum (IBF), uno spazio dedicato agli scambi commerciali fra editori italiani e editori stranieri. Quali nuove soluzioni possono essere adottate per ovviare alla difficoltà di incontri “in presenza” fra editori?

Anche sullo scambio di diritti il Salone sta come al solito lavorando, e quando sarà il momento verranno annunciate le iniziative che realizzeremo in tal senso. Certamente newitalianbooks è uno degli interlocutori con cui sarà molto importante dialogare per la promozione dei libri italiani all’estero.

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