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8 Febbraio 2023

Intervista a Paola Gallo e Angela Rastelli (edizioni Einaudi)

Autore:
Laura Pugno

newitalianbooks ospita un ciclo di interviste, a una o più voci, a direttori e direttrici editoriali ed editor di narrativa italiana, per raccontare l’identità delle loro proposte editoriali a chi ci legge nel mondo. In questa puntata Paola Gallo, responsabile della narrativa italiana, e Angela Rastelli, editor, per la casa editrice Einaudi, rispondono alle domande: come raccontereste i libri di narrativa italiana Einaudi ai lettori e alle lettrici all’estero? Quali le caratteristiche e i punti di forza? Quali scommesse, letterarie e di altro genere, hanno funzionato meglio nei Paesi esteri e a vostro avviso, perché?

Risponde Paola Gallo:

La verità è che noi abbiamo l’incredibile (e immeritato) privilegio di non dover presentare la casa editrice Einaudi, né in Italia né all’estero: da novant’anni a questa parte, quello struzzo incastonato sul bianco rappresenta uno degli emblemi più forti della cultura mondiale. 

Com’è ovvio, un simile privilegio rappresenta prima di tutto una responsabilità. ll lavoro che facciamo ogni giorno si inscrive dentro una storia grande, eppure non può rimanere legato al passato; pubblicare romanzi significa interrogare il presente, stanarlo, scandagliarlo, persino nella fuga. Questo è il nostro modo di intendere la narrativa italiana, quello su cui si fonda la selezione dei nostri titoli. La qualità letteraria è ovviamente un criterio cardine: l’intelligenza del dettaglio, la consapevolezza che le scelte formali sono parte del contenuto, e ne determinano il senso; la rappresentazione del nostro mondo; l’unicità dei caratteri; poi naturalmente una storia forte aiuta sempre, anche se ci sono storie lievi che spiccano il volo.

La fortuna estera dei libri è imprevedibile, e molto spesso ci sorprende (nel bene e nel male). È un po’ come specchiarsi fuori di casa: ci vediamo diversi sotto una luce radente e impietosa, o calda e soffusa, o quando il riverbero di una vetrina ci restituisce un’immagine imprevista di noi, gobbi o scattanti come non pensavamo di essere. 

Per questo siamo sempre così curiosi delle risposte che riceviamo, e ne traiamo continui spunti di riflessione: guardandoci con gli occhi degli altri scopriamo anche l’immagine dell’Italia, nella sua evoluzione (negli anni ho visto succedersi diverse fasi, mode, onde). Quello che si aspettano. Gli stereotipi e gli entusiasmi, i giudizi che ci stanno stretti, l’aura mitica, il fascino, le sorprese.

Ovviamente ogni caso ha la sua storia, ma se vogliamo interrogarci sulle ragioni che hanno reso alcuni titoli particolarmente fortunati possiamo provare a tracciare delle strade. Sceglierò per questo, tra i mille esempi possibili, pochi titoli emblematici.

Se guardo indietro ai nostri grandi casi internazionali, non posso non pensare alle Otto montagne di Paolo Cognetti e all’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio: due romanzi di enorme successo già in Italia, due storie di formazione estremamente radicate nel territorio ma universali nel sentimento, che hanno toccato ovunque le stesse corde di emozione nei lettori. 

Diverso è il caso della Città dei vivi di Nicola Lagioia: un cold case specifico e cruento in una Roma feroce e perduta, dunque la più italiana delle storie italiane, che sta trovando ovunque (in particolare in Spagna e in Francia, ma non sarà diverso nei molti Paesi in cui sta per uscire) una risonanza profonda, grazie alla forza magnetica di una scrittura che precipita il lettore nell’esperienza (assoluta) del male. 

In ultimo può essere utile citare La libreria sulla collina di Alba Donati, il diario poetico e felice di una libraia specialissima: il suo piccolo rifugio letterario nel cuore della Toscana ha fatto impazzire gli editori di mezzo mondo risvegliando un sentimento salvifico, il potere della bellezza, della poesia e dell’imparare a vivere.

Un discorso a parte forse merita Tasmania, di Paolo Giordano, che cattura il sentimento del nostro tempo valicando qualsiasi confine di nazione, lingua, cultura. 

Queste sono solo alcune delle direttrici che posso provare a identificare, quelle che aprono più facilmente le porte. A volte capita al primo romanzo, l’esordio che incendia la Fiera, altre volte è dopo una lunga carriera che arriva il titolo giusto: emblematico è il caso di Domenico Starnone, che con Lacci, la storia intensissima e feroce di una separazione, ha visto moltiplicarsi il numero di editori esteri, rilanciando tutta la backlist, a partire dal suo capolavoro, Via Gemito, che vinse il Premio Strega nel 2001.

 

Ovviamente mentre cito questi pochi nomi me ne vengono in mente mille altri, e ognuno meriterebbe una domanda specifica, e sarebbe interessante anche capire perché lo stesso libro può far innamorare i francesi e risultare indifferente agli svedesi… Le risposte sono multiple, hanno a che fare sia col testo che col contesto, e con il caso, ma soprattutto con le scintille generate dalle persone. 

Alla fin fine il processo è davvero lineare: c’è una persona che scrive, e una persona che legge. È questo che dobbiamo ricordarci, quando cerchiamo di inventarci delle strategie, o di spiegare certi fenomeni a posteriori. In fondo quello che facciamo è un gesto semplice: lasciar correre l’energia, tenendo teso il filo che lega l’autore a noi, e poi agli editori e ai lettori stranieri, uno per uno, in qualsiasi posto del mondo. Sembra un’ovvietà, ma io credo che sia il senso profondo del nostro lavoro. Rispettare i libri e gli autori. Accompagnarli. Ascoltarli senza distorcere. E poi proporli ai lettori, tutti quelli che verranno dopo di noi. Evitando di rincorrere troppo il mercato, i gusti, le aspettative. 

Tutto comincia sempre allo stesso modo, con il piacere che proviamo quando ci sediamo comodi, prendiamo un libro in mano e cominciamo a leggere. 

 

Prosegue Angela Rastelli, che approfondisce per newitalianbooks tre grandi casi editoriali pubblicati da Einaudi negli ultimi anni, gli ultimi romanzi di Mario Desiati, Marco Missiroli e Paolo Giordano.

 

Se veniamo agli ultimi nostri libri che hanno suscitato un fortissimo interesse all’estero, cito tre autori quarantenni, già noti per i romanzi precedenti.

Intanto Mario Desiati, che con Spatriati (uscito nell’aprile del 2021) ha vinto il premio Strega 2022. Sicuramente la vittoria del prestigioso Premio ha dato una spinta alle cessioni estere, siamo a dieci paesi. All’indomani dello Strega infatti sono stati venduti i diritti inglesi mondiali del libro alla casa editrice americana Other Press. Ma diverse cessioni importanti – come quella in Francia (a Grasset) e in Spagna – si erano realizzate prima ancora che il libro concorresse al premio. In questi paesi Mario Desiati non era mai stato pubblicato, e questo ci dice della forza del romanzo, di come la storia di Francesco e Claudia, del loro sentirsi «spatriati», cioè fuori dagli schemi, irregolari, sia capace di raccontare un sentimento giovanile profondamente contemporaneo. Gli editori che hanno deciso di tradurre Spatriati sono editori letterari, di qualità, e tendenzialmente indipendenti. La prima edizione straniera è appena uscita: si tratta di quella greca, e l’editore Klidarithmos ha deciso di utilizzare l’immagine della cover Einaudi. La prossima primavera verrà pubblicata la traduzione spagnola mentre nell’autunno del 2023 sono previste le uscite di Grasset e di Other Press. In Germania il romanzo sarà tradotto da Wagenbach, e si punterà sicuramente a lanciare Spatriati come titolo di punta a Francoforte 2024, quando l’Italia sarà ospite d’onore.

Marco Missiroli arrivava dal successo del libro precedente, Fedeltà, premio Strega Giovani 2019, che aveva ispirato una serie tv originale di Netflix, distribuita in tutto il mondo. Il nuovo romanzo Avere tutto è una storia intima, profonda, sul rapporto tra un padre e un figlio, due uomini con molti segreti e soprattutto il desiderio di vincere, sempre. Sullo sfondo, una Rimini inusuale e vivissima. Come ha scritto Domenico Starnone, recensendo il libro: «Missiroli ha colto l’occasione per un salto da ballerino audace, ha fatto di più e meglio». Anche all’estero infatti il romanzo sta raccogliendo grande entusiasmo, è già stato venduto in tredici paesi a poco dall’uscita in Italia (da Wagenbach per la Germania a Calmann-Lévy per la Francia), e sono già stati opzionati i diritti cinema dalla casa di produzione Groenlandia, che ne trarrà un film.

L’ultimo romanzo di Paolo Giordano, Tasmania, uscito a fine ottobre, è stato tra i più contesi alla scorsa fiera di Francoforte. È un libro che scandaglia il sentimento del nostro tempo, con una voce letteraria trascinante ed esatta. Un romanzo unico nel panorama italiano, che sa tenere insieme sguardo scientifico sul mondo e sensibilità speciale verso gli abissi dell’animo umano. È stato già venduto in oltre trenta paesi, nella maggior parte dei casi prima dell’uscita in Italia, e dopo aste combattute. In Germania, per esempio, il romanzo se l’è aggiudicato Suhrkamp, editore raffinato e molto selettivo sugli autori italiani. In Francia, invece, la giovane e indipendente Le Bruit Du Monde, fondata da Marie-Pierre Gracedieu, ex editor di Gallimard; in Spagna, Tusquets, imprint del gruppo Planeta. Tasmania è già stato pubblicato (a un mese di distanza dall’uscita italiana) in Olanda, con la stessa immagine di copertina (un’illustrazione originale, realizzata appositamente da Lorenzo Ceccotti) dell’edizione italiana.

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