Intervista a Francesca Mancini, direttrice della casa editrice Add
Autore: Laura Pugno

Questa nuova puntata del ciclo di interviste di newitalianbooks a direttori editoriali, redattori ed editori di case editrici italiane prosegue con Francesca Mancini, direttrice delle edizioni Add, nate nel 2010 a Torino, che Mancini, insieme a Paolo Benini ha rilevato nel 2014.
Come sempre, la domanda è:
Come racconteresti l’identità della casa editrice Add ai lettori e alle lettrici di newitalianbooks all’estero?
Add è una casa editrice indipendente con base a Torino, che pubblica saggistica divulgativa e libri sull’Asia, saggi e narrativa. Indaghiamo la contemporaneità attraverso temi e sensibilità che definiscono la complessità in cui siamo immersi, ci interessa aprire prospettive che allarghino gli orizzonti e aggiungano consapevolezza. Per questo diamo voce ad autori italiani e stranieri che ci sorprendono per l’originalità, la competenza e l’accessibilità del loro punto di vista.
Abbiamo privilegiato tematiche come l’impatto delle nuove tecnologie sulle società e gli individui, il femminismo oggi, l’immigrazione e la libertà di movimento, la natura e l’ecologia, i diritti civili ma anche temi più intimi che riflettono il sentire contemporaneo.
Operando in un contesto in cui il libro non gode di supporti statali e il numero di lettori è piuttosto ridotto se paragonato a quello degli altri Paesi europei (uno studio dice che in Italia solo il 35% della popolazione ha letto almeno un libro nel 2024, contro il 54% di Spagna e il 62% di Francia, ad esempio), diventa particolarmente importante ritagliarsi un’identità, essere riconosciuti per un’attitudine coerente e interessante.
Quello che ci viene restituito dai lettori, dai librai e da altri attori in ambito culturale è un certo coraggio nella scelta di punti di vista sorprendenti e mai scontati ed è questa attitudine che in effetti identifica la casa editrice.
È in questa scia che è nato il progetto editoriale dedicato all’Asia nel 2015, con il quale abbiamo portato per la prima volta in Italia autori affermati nei rispettivi Paesi e con il quale abbiamo dato spazio ad autori italiani che hanno una profonda conoscenza della storia e della cultura di Paesi di una parte di mondo che sta irrompendo sempre più nell’immaginario globale e che sempre più persone desiderano conoscere.
Quali sono le sue caratteristiche e i suoi punti di forza?
Rimanendo sulla collana Asia, che propone racconti, romanzi di fantascienza e weird, memoir, saggi pop, ma anche storici e di geopolitica, travelogue, fumetti, l’idea è quella di offrire una visione del mondo asiatico variegata e al di là degli stereotipi e al contempo consentire a nuovi punti di vista di arrivare in tutta la loro freschezza e forza. Abbiamo tradotto libri dal cinese, giapponese, coreano, indonesiano, thailandese per evitare il più possibile lo scarto che può verificarsi traducendo non dalla lingua originaria ma dall’inglese, e finalmente osserviamo che anche in Italia c’è stata un’evoluzione nel riconoscimento del valore letterario della letteratura asiatica. Avere a che fare con universi linguistici così distanti, quelli della singola lingua asiatica su cui lavoriamo e l’italiano, apre a continue riflessioni sulla stessa costruzione e concezione del mondo.
Quello che ci attira sono opere ricercate, evocative, autorevoli, che sia il saggio di Matt Alt, Pop, un racconto appassionante sulle creazioni giapponesi che hanno rivoluzionato la cultura pop entrando nella vita quotidiana di tutti noi, o il saggio storico sui movimenti anticoloniali e antimperialisti raccontati in Asia ribelle di Tim Harper o un testo di fantascienza queer taiwanese del 1995 come Membrana di Chi Ta-Wei. Ci interessano gli immaginari futuri, e questo ci porta anche a ripescare autrici e autori precursori dei temi del presente, come Suzuki Izumi, icona anticonformista giapponese che ha pubblicato a fine anni ’70 e inizio anni ’80, espressione di un femminismo radicale e nichilista assolutamente in anticipo sui tempi. Noia terminale è la prima raccolta di racconti di questa autrice che abbiamo portato in Italia, e quest’anno continuiamo con un’altra raccolta, dal titolo Hit-parade di lacrime, che si sofferma sul tema della salute mentale e dell’isteria di gruppo in una società sempre più alienata.
Tra le prossime uscite anche un saggio antropologico sulla storia del cibo cinese, l’autrice è un’istituzione in questo ambito, già molto seguita anche in Italia da chi si interessa di cibo: Fuchsia Dunlop. E poi un libro science fiction horror queer dalla Corea del Sud, scritto da un autore mascherato, Dolki Min.
Tra gli autori italiani abbiamo dato spazio a scrittori con una profonda conoscenza diretta dei Paesi asiatici di cui scrivono, e stiamo osservando che stanno ricevendo una sempre maggiore attenzione sui media e dai lettori che apprezzano la competenza e la capacità di restituire un approccio a quelle culture libero da pregiudizi. Tra questi Marco Del Corona, con Asiatica, una guida letteraria a un continente in trasformazione; Ilaria Maria Sala con L’eclissi di Hong Kong, un libro ricco di storie individuali e dal gusto urbano per chi vuole capire quanto Hong Kong è cambiata e cosa le riserva il futuro; Carla Vitantonio con Pyongyang blues, che con il suo racconto di quattro anni di vita e lavoro in Corea del Nord ha reso quel Paese un po’ meno alieno; Simone Pieranni con Tecnocina, una storia della scienza e della tecnologia cinesi che riempie di meraviglia sfatando definitivamente un’idea di Cina come fabbrica del mondo; Matteo Miavaldi con Un’altra idea dell’India, che racconta l’India di oggi, un Paese lanciato verso il futuro di superpotenza al di là di miti e stereotipi; Paola Laforgia con Fattore k, che racconta l’ascesa della cultura pop coreana.
Passando a parlare dei nostri saggi, lo sguardo che ci anima è quello di proporre autrici e autori capaci di illuminare con il loro approccio trasversale i temi che ci stanno a cuore, come dicevamo all’inizio di questa intervista. Se prendiamo, ad esempio, il tema femminismo e questioni di genere, abbiamo iniziato a occuparcene con un fumetto che unisce storia personale ad alta carica emotiva a riflessioni sui dati della violenza di genere e le sue ripercussioni sugli individui e le società (Io sono una, di Una); abbiamo quindi pubblicato l’Atlante delle donne, di Jony Seager, un lavoro immenso ricco di dati che esamina a livello globale la situazione delle donne nel lavoro, nell’istruzione, nello sport, nell’accesso agli strumenti digitali, nell’economia, nelle situazioni di guerra e di immigrazione ecc.; con Giusi Marchetta, docente e scrittrice, abbiamo costruito due saggi, Tutte le ragazze avanti, che racconta attraverso diverse testimonianze di giovani donne cosa significhi oggi essere femminista e poi Principesse, che nell’analisi delle figure femminili di fiabe e serie tv, decostruisce l’immagine patriarcale in cui le società, nelle varie situazioni storiche, hanno ingabbiato le bambine e le donne. Abbiamo allargato la riflessione al femminismo intersezionale attraverso il saggio di Rafia Zakaria Contro il femminismo bianco e al tema della gestazione artificiale con Eva, di Claire Horn sviscerandone i risvolti tecnici, morali, filosofici e democratici. È appena uscito il libro di Giulia Muscatelli, Io di amore non so scrivere, un’indagine che ha dato la possibilità alle ragazze e ai ragazzi più giovani di esprimersi sull’amore, le relazioni, i rapporti tra i generi; nei prossimi mesi è poi in uscita un libro dello scrittore Francesco Pacifico, La voce del padrone. Un monologo, un personal essay su cosa significhi concretamente ed emotivamente per un uomo confrontarsi con la fine del patriarcato. Termino la carrellata su questo tema specifico, che vuole dare un’idea di come ci muoviamo sui diversi argomenti che proponiamo ai lettori, citando due libri della ricercatrice e podcaster Victoire Tuaillon, Fuori le palle e Il cuore scoperto, quest’ultimo in uscita a maggio e curato da Associazione Vanvera un collettivo di donne che ha portato in Italia il podcast omonimo. Un bello stimolo per riflettere, nel primo caso, sul perché del maschilismo e sui privilegi che l’essere maschio comporta e, nel secondo, sulla possibilità di instaurare relazioni d’amore libere da dinamiche di dominio e forza, nella consapevolezza che dimensione intima e politica si intrecciano.
Se guardiamo a un altro tema che abbiamo iniziato a trattare, quello della relazione uomo/tecnologia, il nostro sguardo è rivolto alla comprensione delle nuove dimensioni in cui siamo immersi, non semplici da decifrare e da comprendere negli sviluppi futuri: intelligenza artificiale, compenetrazione essere umano e tecnologia, potere e tecnologia sono alcune delle declinazioni su cui ci siamo soffermati e che proponiamo ai lettori attraverso libri come Contro lo smartphone, per una tecnologia più democratica di Juan Carlos De Martin, Simulacri digitali di Andrea Signorelli, un approfondimento sul rischio che la tecnologia digitale ci precipiti in una realtà fittizia che non riusciamo più a distinguere, e Tecnopolitica di Asma Mhalla che indaga la natura e le implicazioni del rapporto tra tecnologie digitali e politica.
Quali scommesse, letterarie e non, hanno funzionato meglio in Italia ed eventualmente in altri Paesi e a tuo avviso, perché?
Sta funzionando molto bene il progetto dedicato all’Asia, perché ha intercettato un interesse crescente, soprattutto tra persone relativamente giovani. Hanno funzionato libri che intrecciano i saperi – antropologici, economici, sociali, biologici, geografici, politici ecc.- e raccontano storie di persone, cose, fenomeni: credo che questi libri soddisfino il desiderio di una parte di lettori di accostarsi a conoscenze ampie in maniera accessibile. Concludo con un graphic novel che è stato una scommessa vinta, sia per la casa editrice che per l’autrice, una storia potente e delicata allo stesso tempo: Mor, storia per le mie madri di Sara Garagnani, che attraverso il racconto autobiografico ricostruisce i meccanismi delle relazioni disfunzionali che si instaurano in famiglia e indaga la possibilità di superarli decostruendoli. Mor è uscito nel 2022 e sta continuando il suo cammino, e quando capita che una libraia ti dica «questo libro ci sarà sempre sui nostri scaffali», vivi uno di quei rari momenti in cui tocchi intimamente il senso del tuo lavoro.
