Intervista a Giuseppe Antonelli, direttore del Multi (Museo multimediale della lingua italiana)
Autore: Paolo Grossi

newitalianbooks e il Multi (Museo multimediale della lingua italiana) avviano da quest’anno un rapporto di collaborazione, basato sul comune obiettivo di promozione e diffusione della lingua italiana presso un pubblico internazionale. A Giuseppe Antonelli, professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università di Pavia e direttore del Multi, abbiamo chiesto di illustrare ai lettori di newitalianbooks le finalità e le caratteristiche di questo museo digitale.
Il Multi (Museo multimediale della lingua italiana, disponibile all’indirizzo https://multi.unipv.it/it/) unisce, nella sua denominazione, due termini apparentemente lontani fra loro: museo, una parola che fa pensare a un luogo di conservazione di oggetti antichi, appartenenti ad altre epoche, e multimediale, che rinvia invece a quanto vi è di più attuale e contemporaneo. Il Multi, insomma, nasce per conservare il passato o per documentare il presente della lingua italiana?
Per rispondere parto da quanto è accaduto nell’ottobre dell’anno scorso, quando il Multi è stato esposto nel Padiglione Italia durante la Fiera del libro di Francoforte con tre grandi schermi interattivi e altrettante postazioni audio, oltre alla possibilità di scaricare i singoli percorsi tramite QR code. Proprio per la sua specifica concezione in equilibrio fra la tradizione millenaria della nostra splendida lingua e la narrazione tecnologica più avanzata, il Multi è stato considerato dal Ministero della Cultura un’ottima declinazione dello slogan scelto per l’Italia ospite d’onore di quella manifestazione: «Radici nel futuro».
Il Multi, che oggi fa parte del Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Pavia, nasce da un lavoro di progettazione condotto da tre distinte unità di ricerca – Università di Napoli “L’Orientale”, Università della Tuscia (Viterbo) e Università degli Studi di Pavia – su un’infrastruttura informatica disegnata dallo studio Dotdotdot di Milano. Strutturato come una inedita piattaforma di conoscenza e di ricerca, il Multi si propone di raccontare, preservare e contestualizzare lo straordinario patrimonio culturale costituito dalla lingua italiana, facendola emergere come “cosa viva”, strumento di espressione e di crescita della società. Un museo pensato per soddisfare, e al tempo stesso accendere, la curiosità verso la nostra lingua. Di qui l’idea di strutturare il racconto rispondendo ad alcune domande. Si parte dalle origini (Com’è nata la lingua italiana?), per poi affrontare sei percorsi dedicati alla norma (Chi ha stabilito le regole dell’italiano?), alla scrittura (Come è circolato l’italiano scritto?) e all’oralità (Come si è diffuso l’italiano parlato?), alla lingua popolare (Come suona l’italiano di chi non sa l’italiano?), al rapporto coi dialetti (Quali lingue si parlano in Italia?) e a quello con il resto del mondo (Come si è diffusa la lingua italiana nel mondo?). Fotografie e disegni, mappe e video, manoscritti e fumetti, giochi e animazioni. Il racconto procede – tra curiosità e di approfondimenti – incrociando gli ambiti per cui l’italiano è più conosciuto nel mondo: l’arte e la musica, la letteratura e il cinema, la moda e la cucina. Dalla A di Alighieri alla Z di Zerocalcare.
Nella elaborazione di questo progetto, si è ispirato a modelli stranieri già operanti? Vi sono esperienze analoghe in altri Paesi?
Il lavoro di elaborazione di questo progetto, durato due anni, è ricostruito in un volume pubblicato dalla casa editrice Il Mulino e disponibile in rete ad accesso libero: Verso il museo multimediale della lingua italiana. Riflessioni, esperienze, linguaggi (https://www.darwinbooks.it/doi/10.978.8815/410283). Il volume testimonia, attraverso una serie di contributi specifici, il percorso che il Multi ha fatto dalla sua ideazione alla sua realizzazione. La prima fase della ricerca si è concentrata prevalentemente sul versante teorico legato alla musealizzazione di un patrimonio culturale immateriale come la lingua in un contesto virtuale come quello della rete. Dunque sullo studio dei musei della lingua o delle lingue già esistenti, sul censimento delle risorse in rete utili per questo tipo di progetto e soprattutto sulle diverse possibilità di impostazione dell’allestimento. Vale a dire aspetti come l’individuazione degli obiettivi di disseminazione del sapere e del pubblico di riferimento; la selezione dei contenuti da privilegiare perché più adatti a questa; la scelta delle tecniche di racconto ed esposizione multimediale più efficaci. La seconda fase è stata dedicata alla concreta costruzione di un museo multimediale che potesse rappresentare l’applicazione pratica di questa riflessione teorica, coinvolgendo visitatori e visitatrici di tutto il mondo in un’affascinante esperienza immersiva.
Il percorso del Multi s’inserisce in quello molto più lungo che ha già fatto e continuerà a fare l’idea di un grande museo della lingua italiana. In particolare, nasce dall’esperienza della mostra Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua (Firenze, Galleria degli Uffizi, 13 marzo 2003 – 6 gennaio 2004) e dal confronto con musei internazionali come il Planet Word (Washington, DC: https://planetwordmuseum.org/) o il nuovo Museu da Língua Portuguesa (San Paolo del Brasile: https://www.museudalinguaportuguesa.org.br/), ed è parallelo e contiguo al grande progetto del Museo Nazionale Dell’Italiano (MUNDI: https://cultura.comune.fi.it/mundi) che, voluto dal Ministero della Cultura, ha già offerto al pubblico un’anteprima nell’estate del 2022. Nel frattempo, sono proseguiti i lavori di ristrutturazione della sua splendida sede nel complesso di Santa Maria Novella a Firenze e contemporaneamente è andata avanti anche la definizione del progetto scientifico, affidata a un gruppo di lavoro di cui fanno parte rappresentanti dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia dei Lincei, dell’Associazione per la Storia della lingua italiana, della Società Dante Alighieri e dell’Enciclopedia Treccani. In via di conclusione è ormai anche l’allestimento architettonico, pensato intorno a reperti di diverso tipo: documenti e libri, ovviamente, ma anche oggetti d’arte e d’uso comune, riproduzioni in 3D, postazioni multimediali e carte interattive. La previsione è quella di aprire al pubblico le 18 sale del MUNDI entro il 2025.
Rispetto a tutti questi musei della lingua, il Multi presenta una caratteristica peculiare che rappresenta una novità anche in campo internazionale. È infatti quello che si può definire un museo “nativo digitale”. Non una resa o traduzione digitale di un preesistente museo fisico, ma un museo espressamente concepito e realizzato per una fruizione esclusivamente digitale.
A quale tipologia di utente si rivolge il Multi? Sono previste possibilità di interazione tra pubblico e museo?
ll Multi è un museo virtuale che si propone di valorizzare il variegato patrimonio immateriale della storia della lingua italiana attraverso una fruizione dei contenuti tecnologicamente avanzata, inclusiva e interattiva, rivolta anche a non specialisti e non italofoni. Grazie a un’interfaccia intuitiva e a una struttura facilmente navigabile, il Multi si rivolge a un pubblico vasto ed eterogeneo. I suoi percorsi digitali uniscono linguaggi narrativi, immagini, video e audio per conciliare il rigore scientifico della ricostruzione con un’esperienza immersiva e sorprendente. Il Multi è inclusivo, interattivo, gratuito e – grazie alla versione in lingua inglese – si rivolge anche a un pubblico internazionale.
La narrazione delle varie vicende della storia della lingua italiana è organizzata, nel Multi, secondo la logica dello scrollytelling: è proprio attraverso il meccanismo dello scroll che si incontrano gli oggetti digitali al centro del racconto. Immagini, animazioni grafiche, riproduzioni digitali di documenti e manoscritti in alta qualità, estratti video, registrazioni vocali, musiche, mappe interattive vanno a costituire i reperti del museo, ovvero gli elementi che formano la collezione museale. I reperti si trovano inseriti nella narrazione dei percorsi ma possono essere recuperati attraverso la collezione del Museo: qui, le riproduzioni di manoscritti, i filmati audiovisivi o le opere d’arte, corredati di didascalie con tutti i dati tecnici, si combinano in nuove geometrie significanti, fra accostamenti e salti temporali. Il coinvolgimento del pubblico avviene anche attraverso le attività ludiche presenti in ogni sala.
Come si tradurrà, in concreto, la collaborazione fra il Multi e newitalianbooks?
Consisterà in una serie di contributi pubblicati su questo sito e dedicati di volta in volta a un aspetto specifico della lingua italiana e della sua storia: la musica, il cibo, l’arte, lo sport e così via. Come direttore del Multi, sono molto contento di questa collaborazione e mi auguro che possa aiutare il nostro museo multimediale a raggiungere le tantissime persone che in tutto il mondo studiano, insegnano o anche soltanto amano la lingua italiana.
