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24 Maggio 2023

Salone del Libro di Torino:
    il Rights Centre

Autore:
Federica Malinverno

Intervista a Giorgia De Angelis e Lorenza Honorati, coordinatrici del Rights Centre del Salone Internazionale del Libro di Torino

a cura di Federica Malinverno, Actualitté

 

L’ultima edizione del Salone del Libro di Torino, la più importante manifestazione fieristica italiana dedicata all’editoria, svoltasi dal 18 al 22 maggio 2023, ha riscosso uno straordinario successo ed è stata visitata da 215.000 persone: un record assoluto. Ma, al di là di questo grande successo di pubblico, il Salone torinese è anche un appuntamento importante per i professionisti del libro, che si ritrovano ogni anno al Rights Centre, la sezione del Salone specificamente dedicata alle trattive commerciali fra editori italiani e stranieri.

Per saperne di più, newitalianbooks ha incontrato Giorgia De Angelis e Lorenza Honorati, coordinatrici del Rights Centre.

 

 

Come e quando nasce il progetto del Rights Centre?

 

Lorenza Honorati: «Il progetto nasce una ventina d’anni fa e aveva un altro nome e un’altra forma. Ci siamo inserite in un percorso già iniziato per svilupparlo seguendo le linee guida, in accordo anche con i consulenti editoriali che aiutano il salone a sviluppare i diversi progetti.»

 

Giorgia De Angelis: «Un grande “prima e dopo” è segnato dalla pandemia, poiché abbiamo iniziato un lavoro di ristrutturazione proprio nel 2020.»

 

Lorenza Honorati: «Il 2021 è per noi l’anno zero perché è da lì che le cose sono cambiate: abbiamo cambiato la struttura, la modalità di partecipazione al progetto. Ad esempio, per la prima volta abbiamo introdotto l’acquisto del tavolo, della postazione di lavoro, per dare una maggior professionalità al progetto e all’area. Abbiamo iniziato a ragionare in modo più organico e strutturato.»

 

E quest’ultima edizione com’è andata?

 

Lorenza Honorati: «Dal 2022 al 2023 abbiamo riscontrato un grande cambiamento nel numero di partecipazioni. Il nuovo progetto è stato accolto in modo positivo dai partecipanti: l’anno scorso avevamo circa 450 partecipanti in totale, registrati sulla nostra piattaforma; oggi sono 560. Inoltre, il numero di professionisti stranieri invitati nel progetto di Fellowship è passato da 40 a 130. Sono poi aumentati i paesi rappresentati, da 21 a 46. E questo è stato possibile grazie al supporto di ICE, che sponsorizza la parte editoriale del Salone, e che ha visto il nostro progetto e ci ha creduto. Abbiamo veramente fatto un salto!»

 

Giorgia De Angelis: «Inoltre, incentivando la partecipazione di figure professionali del mercato editoriale, anche il mondo dei podcast e del cinema si è interessato al progetto.»

 

Oltre all’impegno profuso dagli organizzatori e dagli enti finanziatori, a cosa è dovuto, secondo voi, questo successo?

 

Giorgia De Angelis: «Da una parte, i professionisti avevano sicuramente voglia di tornare a incontrarsi dopo la pandemia. Infatti tutte le fiere, non solo quella di Torino, hanno registrato una grande partecipazione; dall’altra, si è verificato anche un passaparola, nel senso che, se gli interlocutori si danno appuntamento a Torino, ciò innesca una catena di presenze che rafforza poi il mercato. E lo vediamo dalla partecipazione straniera e italiana. Infine, avere come base una fiera di pubblico in cui è rappresentata tutta l’editoria italiana facilita questo meccanismo di incontro».

 

Potete avere un’idea di quale sia il peso economico e commerciale di questi tre giorni, a livello di contratti conclusi, ad esempio?

 

Lorenza Honorati: «È molto difficile. Spesso in questa sede si prendono i contatti, inizia la trattativa, ma non viene reso noto dai partecipanti il numero di contratti conclusi.»

 

Giorgia De Angelis: «Possiamo però vedere quanto macina la piattaforma in termini di appuntamenti, e questo ci dà comunque un indice di come alla fine l’interesse sia effettivo, anche se abbiamo una fotografia solo parziale.»

 

Cos’è e come funziona esattamente questa piattaforma?

 

Lorenza Honorati: «Si tratta di una piattaforma per prendere gli appuntamenti: tutti i partecipanti si iscrivono e possono chiedersi appuntamento durante i tre giorni in cui è aperto il Rights Centre. La piattaforma funziona su base algoritmica e, in modo automatico, posiziona i professionisti sulla base delle disponibilità orarie, creando per loro un’agenda di appuntamenti. Gli appuntamenti richiesti per la fiera sono stati quest’anno intorno a 5000. Non abbiamo invece traccia di ciò che avviene nello spazio del Rights Centre durante la fiera e durante le altre attività di network.»

 

Il Salone del libro di Torino è da sempre rivolto soprattutto al grande pubblico, ma sembra che stiate investendo molto nella direzione di una professionalizzazione della fiera. Da questo punto di vista, che tipo di futuro vedete per il Salone?

 

Giorgia De Angelis: «In generale puntiamo a un’internazionalizzazione del salone. Questa è sicuramente una prospettiva a lungo termine molto interessante, perché l’editoria italiana è già presente a Torino, e quello che si può cercare di fare è guardare un po’ più lontano. Inoltre, il Rights Centre si sviluppa in tre giorni, ma la parte internazionale del Salone non si limita a questo. C’è un lavoro sinergico con le istituzioni straniere per promuovere la cultura al di fuori del loro paese che ha ricadute su tutte le aree del salone. Cerchiamo infatti di invitare sempre tanti autori stranieri».

 

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