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Gli ammonitori è l’unico romanzo di Giovanni Cena. Pubblicato a puntate sulla Nuova Antologia nel 1903 e poi in un unico volume nel 1904, è un raro esempio di romanzo italiano proletario e urbano, figlio degli ambienti socialisti torinesi fin de siècle. Nel testo si racconta di Martino Stanga, un giovane tipografo autodidatta che comincia il suo percorso di risveglio politico, di matrice latamente socialista, nella Torino di fine Ottocento, fino a quando decide di compiere un gesto dimostrativo: suicidarsi lanciandosi sotto l’automobile del re d’Italia per richiamare l’attenzione sulle condizioni di vita delle masse proletarie cittadine. L’altro protagonista è la casa popolare nel quartiere di San Donato: gli abitanti dell’edificio, nel quale risuona la vocazione sociale del romanzo, sono la causa scatenante dell’azione politica del protagonista-testimone.


Giovanni Cena (1870-1917), scrittore piemontese e critico d’arte, è uno degli autori italiani che meglio ha saputo la riflessione estetica con i temi della rappresentazione del lavoro e delle classi subalterne. Nei primi anni del secolo si trasferì a Roma, dove prese a lavorare presso la Nuova Antologia, una delle più prestigiose riviste italiane, ed ebbe una lunga relazione con Sibilla Aleramo, con la quale condivideva un’idea della letteratura come vettore di crescita umana e sociale

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