E poi saremo salvi (And Then We Will Be Safe)

Aida ha appena sei anni quando, insieme alla madre, fugge dalla sua casa lasciandosi alle spalle ogni punto di riferimento. È l’aprile del 1992 e la guerra, che in cinque anni polverizzerà la ex-Jugoslavia, sta per dilagare anche nel piccolo paese bosniaco in cui è nata e cresciuta. Raggiungere il confine con l’Italia è una notte infinita di buio, di ignoto e di terrore, ma è lì che la aspetta il padre per portarla in salvo. Grazie a una combinazione di scaltrezza, insperati aiuti e fortuna, Aida arriva a Milano, Aida cresce all’improvviso, in un Paese straniero, mentre la guerra sta cancellando l’unico mondo che abbia mai amato. Cresce nel dolore e nella confusione di un trasloco coatto, che rovescia le vite dei suoi genitori e di tutta la sua famiglia, di qui in Italia e di là in Bosnia. Anche l’arrivo di suo fratello Ibro non sa rimettere in ordine il loro tempo. Ibro nasce in Italia, al riparo dal caos; è un neonato striminzito e rugoso, il figlio maschio tanto atteso. Anno dopo anno, Aida si rende conto che la sottile nostalgia di cui soffrono i suoi genitori è una malattia inguaribile: la casa a cui si aggrappano con ostinazione e a cui vogliono tornare non esiste più. Tenacemente, sola, trova una strada per diventare adulta, al prezzo di un taglio netto delle radici (l’abbandono della sua famiglia e l’adozione da parte di una coppia italiana) e delle sue spaventose conseguenze (la malattia psichica del suo fratello adorato). Nella ragnatela di affetti, ricatti e disperata sopravvivenza, perde l’amore più grande, ma con un colpo il destino ricompone la sua vita spaccata in due.