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Cinquant’anni fa donne e uomini di scienza e di coscienza diedero vita in Italia e nel mondo a quella che Giorgio Nebbia amava chiamare ≪primavera ecologica≫.  Queste persone lungimiranti spiegarono nitidamente all’umanità che il modello economico termo-industriale basato sui fossili, sulla crescita illimitata, sul continuo degrado delle risorse naturali, nonché sullo sfruttamento dei ≪dannati della terra≫, non aveva futuro. E indicarono, con altrettanta chiarezza, i nuovi percorsi che si sarebbero dovuti intraprendere per assicurare alle generazioni che verranno condizioni di vita dignitose. Un consuntivo di quanto è avvenuto in questo mezzo secolo è d’obbligo, ed è l’intento di questo libro, con un occhio particolarmente attento al ≪caso italiano≫: qui il sistema politico e industriale ha mostrato nei fatti di vivere la questione ambientale come un vincolo da rimuovere. Invece, a un’analisi più approfondita, risulta evidente che proprio nei settori tecnologicamente di frontiera (energia, chimica e informatica) l’Italia sarebbe oggi in condizioni avvantaggiate, se avesse affrontato di petto le crisi ambientale.


Pier Paolo Poggio, storico, è stato consulente della Biblioteca della Fondazione Feltrinelli per la sezione russa. Dagli anni ‘70 si occupa di organizzazione delle fonti per lo studio dell’età contemporanea e di archeologia industriale. È direttore scientifico della Fondazione Luigi Micheletti e direttore generale del Museo dell’Industria e del Lavoro (MUSIL). Marino Ruzzenenti si interessa di storia contemporanea, con particolare attenzione alle questioni ambientali. Fa parte del gruppo editoriale di Missione Oggi e collabora con la Fondazione Luigi Micheletti di Brescia.

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