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4 Marzo 2021

Da Milano: intervista a Marco Vigevani

Autore: Paolo Grossi

Da Milano: intervista a Marco Vigevani

Marco Vigevani è uno dei maggiori agenti letterari italiani. Dopo vari anni di lavoro presso diverse case editrici (Longanesi, Guanda, Serra e Riva, Mondadori), dal 2001 al 2015 ha diretto la Marco Vigevani Agenzia Letteraria. Oggi è amministratore delegato di “The Italian Literary Agency” (TILA), nata dalla fusione delle agenzie bernabò, Vigevani e ALI. Ha tenuto corsi di editoria in diverse università e scuole di scrittura italiane.

È passato quasi un anno dall’inizio della pandemia. Tutte gli appuntamenti fieristici nazionali e internazionali (Londra, Parigi, Torino, Francoforte…) sono stati sospesi o “digitalizzati”. Quanto questa situazione ha inciso sugli scambi di compravendita diritti fra editori?

Una diminuzione delle compravendite di diritti nel 2020 c’è indubbiamente stata. Se questa diminuzione è imputabile alla sospensione delle fiere tradizionali è più difficile dire: infatti gli scambi “digitali” sono stati molto vivaci ed efficaci, mentre in tutti i mercati sono diminuiti sia gli acquisti di diritti da parte degli editori sia le pubblicazioni, che sono slittate per via della pandemia. Quindi è più probabile che la diminuzione sia alla fonte piuttosto che alla foce. In ogni caso le fiere in presenza rimangono a mio parere in parte insostituibili, sia per la rete di conoscenze personali che costruiscono sia perché permettono di sorprendere ed essere sorpresi da novità editoriali non ovvie.

Non è ancora possibile prevedere con certezza quando si uscirà dalla crisi sanitaria. Ma il ritorno alla normalità comporterà un semplice “ritorno al passato” o prevedi che alcuni cambiamenti intervenuti tenderanno a modificare stabilmente le pratiche di lavoro degli editori e degli agenti?

Come dicevo, le fiere sono importanti e rimarranno importanti. Però credo che in futuro si guarderà di più a quelle veramente significative per gli affari di ognuno, si eviteranno le spese eccessive, si limiteranno le presenze di pura rappresentanza . E questo perché nel 2020 editori e agenti hanno risparmiato molto in viaggi, fiere, hotel e ristoranti senza che questo risparmio abbia avuto ricadute negative decisive sul giro d’affari.

Le transazioni commerciali di questo ultimo anno fanno intravedere delle nuove tendenze o piuttosto confermano gli orientamenti degli anni precedenti?

Dal mercato nordamericano, che per noi rimane comunque quello più importante, sono arrivati da noi più titoli sui temi del razzismo, del LGBTQ, della consapevolezza ambientale, dei pericoli per la democrazia, della qualità della vita. Temi che erano presenti in parte già negli anni precedenti ma che nel 2020 si sono rafforzati.

In previsione del Salon du Livre de Paris 2022, in cui l’Italia sarà ospite d’onore, newitalianbooks avrà tra poco una nuova versione in francese e, in attesa della Buchmesse di Francorte 2024, stiamo pensando ad un’apertura verso il tedesco. The Italian Literary Agency, l’agenzia da te diretta, ha inviato costantemente le schede delle proprie novità a newitalianbooks. In che modo ritieni che il portale potrebbe svolgere più efficacemente la propria azione di promozione del libro italiano all’estero?

Mi pare che il portale newitalianbooks per il momento sia organizzato in maniera ottimale e non ho suggerimenti da dare .

 

 

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