Intervista a Claire Sabatié-Garat (The Italian Literary Agency)
Autore: Paolo Grossi
Claire Sabatié-Garat è nata a Parigi e vive in Italia dal 1998. La sua prima esperienza editoriale è stata nel settore dei libri per ragazzi da Gallimard Jeunesse. In seguito, ha lavorato presso l’editore Tallandier in qualità di redattore e assistente editoriale per la saggistica storica. Dal 1999 al 2001 è stata responsabile delle pubblicazioni dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Nel settembre 2001 inizia a lavorare come agente letterario con Marco Vigevani e dal 2006 è partner dell’agenzia. Nel 2015, nasce The Italian Literary Agency, dalla fusione tra l’Agenzia Letteraria Internazionale, Luigi Bernabò Associates e Marco Vigevani & Associati, Agenzia Letteraria, di cui è attualmente direttore generale e partner.
Attraverso quale percorso è arrivata a svolgere l’attività di agente letterario?
Dopo una laurea in inglese e un dottorato di ricerca in storia medievale, in collaborazione tra l’Università di Nanterre a Parigi e La Sapienza a Roma, mi sono trasferita da Parigi a Roma per poi arrivare a Milano. Sono sempre stata un grande lettrice e appassionata del mondo editoriale. In Francia, ho lavorato da Gallimard Jeunesse, al quotidiano Les Echos e da Tallandier. In Italia, all’Accademia di Francia a Roma, ho gestito pubblicazioni e artisti contemporanei, prima di incontrare Marco Vigevani e di iniziare con lui l’attività di agente letterario, un lavoro nel quale potevo valorizzare le esperienze passate, un profilo internazionale, un gusto naturale per la lettura e l’interesse per la varietà degli aspetti di questo mestiere.
Rispetto agli anni del suo esordio professionale nel mondo editoriale, come è cambiata la situazione dell’autore? Un tempo, pochi scrittori avevano un agente. Perché oggi è pressoché indispensabile…?
In effetti, è molto cambiata la situazione. Quando ho iniziato a lavorare nell’editoria, pochi autori avevano un agente e in Italia le agenzie si contavano sulle dita di una mano (per tanti decenni, l’agenzia più importante era stata l’Agenzia Letteraria Internazionale fondata da Augusto Foà nel 1898 e poi guidata da suo figlio Luciano e in seguito da Erich Linder). In generale, l’agente letterario era una figura professionale più comune nel mercato anglo-sassone. In Europa, molte agenzie lavoravano come co-agenti per conto di editori o agenti stranieri. Ma la figura dell’agente primario, che rappresenta direttamente i suoi autori e li segue dall’ideazione del progetto alla vendita e promozione di diritti, si è affermata con il tempo.
20 anni fa, il mercato era molto diverso e lo era anche la struttura delle case editrici. Ormai, il numero dei titoli pubblicati all’anno è aumentato moltissimo, sono cresciuti i gruppi editoriali ma sono anche nate e si sono affermate numerose case editrici indipendenti. Il mondo dell’editoria è nel mezzo di una trasformazione accelerata e completa, che interessa gli aspetti creativi, tecnologici, di marketing e distributivi del settore…e gli autori devono orientarsi tra tanti interlocutori e forme diverse di sfruttamento e di diritti.
Intermediario tra l’autore e la casa editrice, l’agente è il primo interlocutore dell’autore: legge, consiglia, si aggiorna, sperimenta nuove forme di comunicazione per offrire ai suoi clienti un sicuro punto di riferimento in un campo in continua evoluzione.
In Europa, la Francia sembra fare eccezione: come mai, secondo lei, in questo Paese, sembra ancora prevalere una stretta relazione fra autore ed editore?
Sembra fare eccezione perché la struttura delle case editrici è rimasta ancora abbastanza tradizionale con dei veri comitati di lettura composti di membri della casa editrice, ma anche consulenti esterni (scrittori, intellettuali, traduttori) che cercano, valutano, scelgono e accompagnano nuovi autori e nuove voci nel percorso che conduce alla pubblicazione. La relazione tra l’autore e il suo editore è rimasta quindi molto “fusionnelle”.
Ma anche in Francia, la situazione sta cambiando e ultimamente sono nate numerose agenzie letterarie che rappresentano autori francesi come agenti primari. La struttura del mercato francese sta attraversando profonde mutazioni con probabili fusioni, acquisizioni tra gruppi, creando una distanza maggiore nel rapporto tra autore e editore. Infine, è cresciuto molto il mercato dei diritti secondari: tascabile, audiovisivo, estero, nel quale gli agenti possono offrire prospettive diverse.
The Italian Literary Agency conta fra i suoi autori nomi importanti, che occupano la ribalta della scena letteraria italiana. Alcuni di essi sono passati attraverso varie agenzie. Come si “cattura” la fiducia di un autore, tanto da convincerlo a cambiare agente?
Molti autori affermati lavorano con noi da tantissimi anni, altri sono arrivati dopo aver pubblicato vari libri anche senza essere rappresentati da un agente, altri ancora seguendo il consiglio di amici. Credo che il rapporto tra un autore e il suo agente nasca da un’intesa e una fiducia reciproca, da un’attenzione mirata e dalla capacità di ascoltare e di guidare, una specie di alchimia. In questo senso, è l’autore che viene da noi perché ne sente l’esigenza. Inoltre, la nostra agenzia dedica molta attenzione alla ricerca di nuove voci, una parte fondamentale del nostro lavoro sulla quale ci confrontiamo internamente con letture incrociate, scambi di pareri tra personalità e agenti diversi per età, gusti e interessi.
C’è il mercato nazionale e c’è quello internazionale: come sono divise in agenzia queste due diverse attività?
Il mercato nazionale ha conquistato una fetta importante del settore: gli autori italiani sono letti, amati, conosciuti dai lettori italiani. Il successo dei saloni del libro, dei festival letterari e delle varie manifestazioni culturali lo dimostra e sostiene la circolazione dei libri e dei loro autori. Oltre a Marco Vigevani e a me, diversi agenti (Chiara Piovan, Mariavittoria Puccetti, Elisa Beretta e Valentina Balzarotti) curano gli autori italiani per il mercato italiano. C’è anche un notevole interesse per i classici del Novecento con nuove edizioni, riscoperte e un gran dinamismo del mercato dei diritti audiovisivi con la moltiplicazione degli interlocutori tra produttori italiani e internazionali. Negli ultimi anni, gli autori italiani si sono affermati anche all’estero tra classici, grandi best-seller, maestri del genere (giallo italiano, saghe familiari) e importanti voci del panorama letterario e saggistico. Abbiamo un team dedicato alla promozione e vendita dei diritti degli autori italiani all’estero con una vasta rete di contatti internazionali e di co-agenti.
Il successo di uno scrittore in patria non si traduce immediatamente in successo oltre frontiera. Quale “tipo” di scrittore vende bene all’estero? Quello più fortemente caratterizzato dalle sue origini nazionali (in altre parole, quello più “italiano”) oppure quello più internazionale?
Il successo internazionale di un autore si costruisce in più tappe: la vendita dei diritti in varie lingue e l’effettivo successo e riconoscimento dell’autore nei vari paesi, grazie a recensioni, vendite e premi. Senza tutti questi elementi la vendita all’estero potrebbe riguardare soltanto un titolo ed essere effimera. Non si può definire un tipo di scrittore che vende bene all’estero, ma certamente la forza della storia, l’unicità della voce, sono elementi essenziali. L’esplorazione della Storia che risuona nel presente, il racconto minuzioso di una realtà italiana, anche di nicchia, per narrare rapporti umani che hanno una dimensione universale sono altri aspetti interessanti dei libri italiani che vengono tradotti oggi nel mondo, raggiungendo a volte più di 30 o 40 paesi.
Il successo in patria ha una sua importanza ma non basta, e certi autori possono anche avere un successo maggiore in alcuni paesi stranieri rispetto all’Italia.
Alla luce della sua esperienza, quali tendenze vedi profilarsi nella narrativa italiana di questi anni? La letteratura di genere continuerà a crescere di peso?
La narrativa italiana degli ultimi anni ha visto consolidarsi un genere di alta qualità, tra giallo, thriller e intrattenimento. Ultimamente anche le commedie romantiche nate nell’ambito dei social media hanno conquistato la classifica. Molti autori hanno indagato la Storia, le contraddizioni e le tragedie del Novecento per capire meglio il loro presente e le sfide del futuro. Le questioni dell’identità e dei rapporti famigliari, le figure dei padri, sono anche state al centro delle trame dei romanzi degli ultimi anni. Quando la letteratura contemporanea riesce anche a catturare lo spirito del tempo tra sogni, disillusioni e nuove sfide e lo racconta attraverso una storia può conquistare numerosi lettori in Italia e all’estero.