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17 Dicembre 2024

Intervista a Gaia Seller (Casa delle Traduzioni di Roma)

Autore: Paolo Grossi

Intervista a Gaia Seller  (Casa delle Traduzioni di Roma)

Gaia Seller, archivista e bibliotecaria, è attualmente responsabile della Casa delle Traduzioni presso l’Istituzione Sistema delle Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale. Ha lavorato per dieci anni come traduttrice per diverse case editrici e giornali.  Ha partecipato a convegni e tavole rotonde sul tema della traduzione e su vari aspetti legati alla professione del traduttore.

 

 

La Casa delle Traduzioni di Roma è stata creata nel 2011. Quale evoluzione ha conosciuto dalla sua fondazione?

 

Dal 2011 sono passati parecchi anni, quasi tre lustri. All’inaugurazione ricordo che c’ero anch’io, all’epoca facevo la traduttrice. Ero incinta di mio figlio Giordano e la pancia già si faceva sentire. C’era talmente tanta gente che preferii rimanere seduta sulle scale, ad aspettare che mi portassero un bicchiere per brindare alla nuova biblioteca.

Da allora sono cambiate diverse cose. C’è stata un’esplosione di corsi di traduzione, universitari e non, con conseguente saturazione dell’offerta formativa. C’è stata la pandemia, che ha strutturalmente modificato le modalità di fruizione della biblioteca e delle sue offerte culturali, con una crescente richiesta di assistere agli eventi da remoto.

Negli anni, quindi, sono in parte mutate le dinamiche di interazione con gli utenti e di erogazione dell’offerta culturale, ma gli obiettivi sono sempre gli stessi: offrire ai traduttori già esperti una formazione gratuita e continua e aiutare i traduttori in erba a districarsi con le principali dinamiche legate al mondo della traduzione, non ultimi gli aspetti contrattuali (a breve contiamo di far ripartire il nostro sportello di orientamento).

A questi due filoni (che sono le nostre stelle polari, oltre a una raccolta bibliografica periodicamente arricchita e che annovera testi altamente specialistici, spesso difficili da reperire altrove) stiamo aggiungendo i laboratori con le scuole, per far conoscere anche ai ragazzi il mondo della traduzione e i suoi ferri del mestiere.

 

 

Che cosa deve fare un traduttore che intenda presentare la propria candidatura a un soggiorno presso la Casa delle Traduzioni di Roma?

 

Il traduttore o traduttrice che abbia al suo attivo almeno due traduzioni di opere italiane di narrativa, saggistica, poesia o teatro e abbia sottoscritto un contratto di traduzione, deve semplicemente compilare il modulo scaricabile dal nostro sito e inviare il curriculum e la copia del contratto di traduzione. Il costo del soggiorno è irrisorio: 20 euro a notte, più 30 di una tantum.

 

 

Quanti traduttori sono stati ospiti delle Casa della Traduzioni e come si svolge un soggiorno tipo di un traduttore ospite della Casa?

 

La nostra foresteria (che consta di due camere con bagno privato e una cucina attrezzata comune) ci consente di assolvere al secondo compito istituzionale della Casa delle Traduzioni: contribuire a diffondere nel mondo la letteratura del nostro paese attraverso i soggiorni dei traduttori in lingue straniere di autori italiani. In quasi dieci anni di attività abbiamo ospitato circa 150 traduttori e traduttrici da tutto il mondo.

Lo scopo di questi soggiorni è di permettere ai traduttori di immergersi completamente nel contesto linguistico e culturale dell’autore o dell’autrice che stanno traducendo. Perciò, oltre a offrire un ambiente molto stimolante a livello logistico (i nostri ospiti alloggiano al centro di Roma, a due passi da metro e autobus e, soprattutto, sono circondati dalle bellezze e dall’atmosfera effervescente della capitale), i nostri ospiti possono usufruire giorno e notte di una biblioteca specialistica di alto livello e confrontarsi con i traduttori italiani, giovani e meno giovani, affermati ed esordienti. È questo il senso della richiesta che facciamo ai nostri ospiti di rendersi disponibili per la conduzione di laboratori, seminari, letture o eventi, in linea con quanto chiedono le altre case europee del traduttore della rete Récit (Réseau Européen des Centres Internationaux de Traducteurs littéraires), di cui la Casa delle Traduzioni fa parte. Questa formula virtuosa ci consente di erogare una formazione continua e gratuita e di contribuire al confronto fra traduttori che appartengono a culture e generazioni diverse.

 

 

Vi sono esperienze di collaborazione fra la Casa delle Traduzioni di Roma e la rete degli Istituti Italiani di Cultura?

 

Anche qui stiamo cercando di riprendere e potenziare le azioni già intraprese in passato. Ci piacerebbe, ad esempio, inserire la Casa delle Traduzioni nel programma di celebrazioni che periodicamente si susseguono quando ricorre qualche anniversario di autori o autrici italiani di grande rinomanza, magari ospitando traduttori e tavole rotonde tematiche.

 

 

La Casa delle Traduzioni ha in programma particolari iniziative per il prossimo futuro?

 

Abbiamo appena ospitato un laboratorio neerlandico, una tre giorni in cui dodici traduttori dal nederlandese si sono confrontati sulle strategie traduttive dei testi olandesi contemporanei, coinvolgendo anche Arnon Grunberg, uno degli scrittori olandesi più apprezzati della scena contemporanea, che ha ricevuto numerosi premi ed è stato tradotto in oltre trenta lingue. È stata una bella esperienza, per cui dobbiamo ringraziare anche l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma, il Nederlands Letterenfonds e l’associazione dei traduttori editoriali StradeLab.

Nelle prossime settimane ospiteremo un ciclo di incontri organizzati dal Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali dell’Università La Sapienza di Roma e alcune iniziative insieme all’Ambasciata degli Stati Uniti d’America e all’Ambasciata Finlandese.

Insieme alle ragazze e ai ragazzi del servizio civile, poi, stiamo lavorando per coinvolgere al meglio i nostri numerosi circoli di lettura e per rilanciare il rapporto con le case editrici, attraverso incontri tematici periodici e da organizzare insieme.

Per il prossimo anno, fra le varie cose, stiamo mettendo in cantiere un ciclo di incontri sulla lingua e letteratura persiana (che prevede il coinvolgimento di diverse università e case editrici e dell’Istituto culturale dell’Iran a Roma) e una tavola rotonda sulla traduzione de La storia di Elsa Morante.

Sono due progetti complessi e molto ambiziosi, ma dalla nostra abbiamo una certa ostinazione e una grande passione, che spero contribuiranno a condurci alla meta.

Intervista a Gaia Seller  (Casa delle Traduzioni di Roma)
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