Libri
31 Ottobre 2024

Manzoni gotico. Tre itinerari illegali ne I Promessi sposi

di Camilletti, Fabio
Manzoni gotico. Tre itinerari illegali ne <i>I Promessi sposi</i>

Una fanciulla perseguitata, un dissoluto, un bandito arroccato nel suo lugubre castello; e poi delitti, incubi, anime del Purgatorio, un convento pieno di segreti, una pestilenza, l’ombra del Diavolo… Volendo, la storia dei Promessi sposi si può raccontare anche così: contemporaneo della grande stagione del romanzo gotico, Manzoni riprende e stravolge, fino a renderle irriconoscibili, alcune delle situazioni più stereotipate del genere. Il gotico, però, non è solo un repertorio di temi e cliché. Nel cuore dell’età delle rivoluzioni, il romanzo gotico – da Horace Walpole a Friedrich Schiller, da Ann Radcliffe al marchese de Sade, da M.G. Lewis a Mary Shelley – è forse il genere che più di ogni altro interroga e illumina i lati oscuri della modernità: il problema del male, la natura ingannevole del linguaggio, i fantasmi della storia, i punti morti della ragione, l’elusività del vero. Da questo punto di vista, I promessi sposi è forse il romanzo più intimamente gotico della tradizione italiana, e proprio in virtù della sorveglianza con cui Manzoni si tiene programmaticamente lontano dal “guazzabuglio di streghe, di spettri” di certa letteratura a lui contemporanea. Strutturato in tre itinerari, dentro e fuori dal testo, Manzoni gotico tenta così di mettere in pratica un antico suggerimento di Giorgio Manganelli: “leggere in modo illegale I Promessi Sposi“, avvicinandosi al romanzo con animo di tombaroli.

  • Casa editrice Edizioni ETS
  • Anno di pubblicazione 2024
  • Numero di pagine 136
  • ISBN 9788846767608
  • Diritti stranieri Marta Vero, foreignrights@edizioniets.com
  • Prezzo 15.00

Camilletti, Fabio

Fabio Camilletti è Professore ordinario di Letteratura italiana all’università di Warwick (UK). Si occupa principalmente di letteratura gotica e romantica, con frequenti incursioni nella comparatistica (specie in termini di relazioni italo-britanniche) e nella contemporaneistica. Ha scritto, tra gli altri, su Giorgio Bassani, Dino Buzzati, Gianni Celati, Carlo Levi, Mino Milani, Mario Soldati e Giorgio Vigolo.

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