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Il diario di un adolescente in quarantena dal luogo dove tutto è iniziato ci insegna il coraggio, la responsabilità e la solidarietà per guardare al futuro con ottimismo. 22 gennaio 2020: Matteo aspetta con impazienza il giorno dopo per festeggiare con gli amici. È il suo dodicesimo compleanno, e ha organizzato una partita a Dungeons & Dragons, il suo gioco di ruolo preferito. Ma nella notte viene diffuso un annuncio spaventoso: la città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, e tutti i suoi abitanti, saranno chiusi nelle loro case e separati dal mondo esterno, a causa del virus sconosciuto che da settimane sta minacciando il Paese. Si tratta della più grande misura di quarantena della storia umana con 60 milioni di persone isolate. Sara, la mamma di Matteo, fa appena in tempo a correre a comprare una torta prima che rimangano bloccati in casa, assieme a Gingy e Deawy, i loro due gatti. Quella sera, Matteo farà la prima di molte video chiamate agli amici su WeChat. Comincia così per loro un’esperienza senza precedenti, che durerà 76 giorni e che Sara spesso racconterà a stampa e televisioni italiane. Sara e Matteo potrebbero andarsene dal Paese che li ospita, ma non si fanno prendere dal panico e decidono di affrontare la situazione. La vita nel compound, uno dei raggruppamenti di giganteschi palazzi residenziali che formano la città, si anima presto di piccoli gesti di gentilezza tra sconosciuti, di reti di amici, insegnanti, vicini di casa che condividono calore e aiuto reciproco, di impegno quotidiano, ma anche di lunghe wish-list su Taobao – il più grande shop online della Cina -, in attesa del lieto fine. Fino a quando, alla mezzanotte del 7 aprile, il lockdown si spezzerà, come un incantesimo, e le luci torneranno a illuminare la città e il fiume.


Sara Platto, originaria di Brescia, vive in Cina da 13 anni, e a Wuhan da 8. È docente di Comportamento e benessere animale alla Facoltà di Scienze Biologiche della Jianghan University (Wuhan) e consulente scientifica per la China Biodiversity Conservation and Green Development Foundation (CBCGDF). È stata, assieme a suo figlio Matteo, una dei pochi italiani a scegliere di restare in Cina all’indomani del lockdown.

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