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Una giovane cantrice del territorio e della cultura piemontesi si mette alla prova con il genere noir, dando vita a personaggi vividi e indimenticabili e con risultati strabilianti!

Con le illustrazioni di Haider Bucar

Il maresciallo Antonio Rodda, burbero, single incallito, tanto abile nelle indagini quanto riservato e poco incline alla diplomazia (soprattutto con i mass media), e Fulvia Grimaldi, giornalista caparbia e intraprendente, sono stati segnati da una comune tragedia: il brutale assassinio della quattordicenne Marina nel 1992, migliore amica di Fulvia e unica macchia nella carriera di Rodda. Una ferita mai rimarginata, un mistero irrisolto in un angolo apparentemente tranquillo della provincia Granda, un omicidio senza spiegazioni né colpevole. Un incubo che li perseguita ancora, oggi più che mai: Baudelaire – questa la firma dell’assassino – è tornato, con i suoi messaggi in versi e il suo carico di ricordi e segreti. Toccherà ai due protagonisti tornare a quei giorni terribili, ricostruire vicende, volti e storie, spalancare porte sigillate e abissi oscuri e profondi. Perché nulla è come sembra: l’assassino è un’ombra senza volto, il male di vivere si annida in luoghi inattesi, tra amene colline, paesi senza tempo e animi solo apparentemente quieti. La vicenda alterna piani temporali (oggi e il 1992) e forme narrative differenti (narrazione in terza persona, ricostruzioni dei testimoni, il diario dell’assassino), con un’attenzione particolare all’ambientazione, al linguaggio, alle singole voci – ciascuna peculiare, riconoscibile– e alla psicologia dei personaggi. Antonio Rodda, soprattutto, è un maresciallo che esula dai canoni letterari consueti: lungi dal presentarsi come un eroe infallibile, o un duro dal grilletto facile, è un uomo assetato di giustizia e tormentato dal dubbio, che fa del suo lavoro una missione costante: “un vero uomo dell’Arma”, come lo ha definito il tenente colonnello Breda, comandante provinciale di Asti dei carabinieri. Gli aspetti procedurali nascono da un’attenta indagine giornalistica del lavoro dell’Arma e dei rapporti diretti e corretti con militari impegnati sul territorio. La forza di È stato Baudelaire risiede nella galleria umana e paesaggistica vivida, tratteggiata con perizia e passione, che denotano lo spirito di osservazione, la sensibilità e l’amore per il territorio dell’autrice. La bellezza dell’ambientazione, l’attenzione ai tratti umani e il ritmo stesso della narrazione sono dunque elementi che rendono adatta una trasposizione sullo schermo: questo romanzo è inoltre il primo di una serie di avventure del maresciallo Rodda, costituendo così una serialità adatta a una fiction. Rodda, a detta non solo dell’autrice e dell’editore, è un personaggio che “buca lo schermo”.


Francesca Gerbi è nata nel 1989 ed è stata consigliere comunale di una città in provincia di Asti. Da sempre innamorata della cultura e delle tradizioni del territorio piemontese, è laureata in lettere, è giornalista pubblicista e si occupa di ufficio stampa, comunicazione e organizzazione eventi. È al suo terzo libro.

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