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11 Settembre 2023
Rome

La bella estate al cinema

<i>La bella estate</i> al cinema

La bella estate al cinema

a cura di Laura Pugno

La regista Laura Luchetti, già autrice di Fiore Gemello, a giugno ha partecipato al Festival Cinema Made in Italy (11-14 giugno, Grand Teatret) organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen. Ora porta sugli schermi, per Kino produzioni, il romanzo breve “La bella estate” di Cesare Pavese, un classico della letteratura italiana del Novecento. Risponde, per italiana.esteri.itnewitalianbooks, alle nostre domande.

 

Com’è nata l’idea di adattare La bella estate di Cesare Pavese e come ha funzionato la trasposizione dal libro al film?

Avevo letto La bella estate da poco e, in un evento di incredibile sincronicità, poco tempo dopo i produttori mi dissero di aver acquistato i diritti di quel magnifico racconto di formazione, chiedendomi se fossi interessata ad un adattamento… La novella di Pavese, così difficile alla trasposizione cinematografica, perché dalla trama quasi inesistente, ma dalla grande atmosfera sensuale ed evocativa, rappresentava una sfida enorme. Quello che c’è in questa novella è però un racconto universale, declinabile in ogni luogo ed in ogni tempo. Il racconto di una giovane donna nello sforzo titanico di divenire adulta e di accettare se stessa e la propria sessualità. Il racconto della gioventù che si fa adulta. Uno de temi a me più cari. Come potevo rifiutare? Con amore e terrore ho iniziato la trasposizione, nel rispetto di un autore magnifico e con l’intento di lasciare intatti i temi da lui trattati, ma traducendoli per un racconto cinematografico e avvicinando quanto più possibile quegli anni Trenta da lui narrati ad un linguaggio contemporaneo. Era importante per me lasciare l’ambientazione storica, affinché non divenisse un racconto di una tematica molto dibattuta dell’oggi (che gli avrebbe in qualche maniera fatto perdere forza) ma il racconto di una tematica universale. Ora come allora. Il tema della scelta in amore, il chi e il come, dibattuto dai nostri giovani con veemenza oggi, era presente nella crescita di generazioni passate. C’è sempre stato insomma. Ciò per me era fondamentale sottolineare nell’approccio al racconto.

 

Attraverso Pavese, che cosa racconta questo film della sensibilità contemporanea e in che modo la vicenda narrata ne La bella estate ci tocca ancora oggi?

Questo racconto ci tocca oggi, per la sua capacità di raccontare la natura umana che poco cambia a dispetto delle epoche. È il racconto del divenire adulti. Narra il coraggio di essere se stessi e lo fa da un punto di vista femminile.  È lo sguardo sul desiderio femminile così poco raccontato, è il palpito di una giovane donna che si innamora di un’altra donna e accetta finalmente sé stessa nonostante le pressioni sociali e la cultura le dicano di fare il contrario. È un magnifico racconto di libertà, la libertà a mio parer più grande, quella di amare chi si desidera e come si desidera.

 

Il film è stato presentato in anteprima al festival del cinema di Locarno il 4 agosto. Quale sarà il suo cammino internazionale e in che modo questa operazione artistica potrà contribuire anche ad allargare la conoscenza dell’opera di Cesare Pavese presso il pubblico all’estero?

Il film ha avuto un debutto meraviglioso nella Piazza Grande del Festival di Locarno che conta il pubblico più numeroso d’Europa, circa ottomila persone. Un’ emozione grandissima. I passi del film si stanno cominciando a muovere adesso, già è stato venduto a molti Paesi tra cui Australia, Nuova Zelanda, Russia, Svizzera… Ha ricevuto inviti da festival internazionali che ancora non possiamo rivelare, ahimè, ma che fanno prevedere un cammino internazionale che noi ci auguriamo tanto… Pavese non ha certo bisogno del mio film per essere conosciuto anche all’estero, ma aver visto alle proiezioni tanti ragazzi giovani presentarsi con una copia nuova di zecca del romanzo da far autografare, mi ha fatto sorridere e sperare che, soprattutto per quanto riguarda i più giovani, se il film fa venire la voglia di leggere un classico, allora con questo lavoro abbiamo fatto molto di più di quanto potessimo sperare….

 

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