Il diritto dei lupi

79 a. C. L’Urbe è una metropoli gigantesca, violenta, dove vizio e politica si intrecciano senza sosta…

Avvolti nelle tenebre della Suburra, quattro sicari irrompono in un lupanare di lusso dove si sta svolgendo un festino. La strage si consuma in pochi secondi, tra i morti c\’è un futuro senatore. Subito si scatena la caccia al colpevole: il principale sospettato è Marco Garrulo, detto Mezzo Asse – unico superstite alla carneficina e proprietario del bordello – che però è scomparso. Sono in molti a cercarlo: fra questi, per incarico di Crasso, che ha iniziato la sua scalata sociale, il veterano Tito Annio, accompagnato dal gigantesco gallo romano Gabello e da Astragalo, un vecchio legionario consumato dai ricordi e dal vino. Negli stessi giorni, l\’ex vestale Cecilia Metella, influente matrona, chiede al giovane Cicerone di difendere un suo protetto, Sesto Roscio, dall\’accusa di parricidio. Una causa delicata non solo per la gravità dell\’imputazione, ma per gli interessi e le lotte di potere che si nascondono nelle pieghe del caso. Su entrambe le vicende, che si riveleranno legate, incombe l\’ombra di Silla, il Dictator, che da anni governa incontrastato. E se per arrivare alla verità Tito dovrà affrontare risse, agguati, complicazioni sentimentali, donne determinate e memorabili sbronze, Cicerone scoprirà invece che in gioco, nel foro, non c\’è soltanto il destino di Sesto, ma anche il suo, e forse la sopravvivenza della Repubblica.