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In parole povere. Un’autobiografia con immagini

“Se si è veramente fotografi si scatta sempre, anche senza rullino, anche senza macchina”, ecco uno dei punti di forza della vita, della professione e del carattere di Gianni Berengo Gardin, tra i più sensibili, attenti e partecipi fotografi del nostro paese, che ha raccontato in modo unico la realtà italiana degli ultimi decenni.

In Parole povere. Un’autobiografia con immagini rintraccia il filo di un mestiere che è anche una passione e lo dipana attraverso una vicenda biografica lunga, piena di incontri, di viaggi, di storie, di immagini colte e da cogliere. Piena, soprattutto, di quella sensibilità attenta al reale, alla società, alla gente che da sempre rappresenta il principale bagaglio di cui si deve dotare un fotografo di reportage.  Il mondo di Berengo Gardin è il nostro mondo.

Il testo, narrato in prima persona e raccolto dalla figlia Susanna, è introdotto da una lettera all’amico Gianni, scritta da Ferdinando Scianna, e una conversazione sulle fotografie fatte, e quelle da fare tra Gianni Berengo Gardin e Roberto Koch.


Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930). Si è dedicato principalmente alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Nel 1995 ha vinto il Leica Oskar Barnack Award. È autore di oltre 250 volumi e ha esposto le sue opere in molte mostre internazionali. Con Contrasto ha pubblicato: Gianni Berengo Gardin, Il libro dei libri, Manicomi, Venezia e le grandi navi, Vera fotografia, La più gioconda veduta del mondo

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