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Insegnare libertà. Storie di maestri antifascisti

La formazione dell’«italiano nuovo» vagheggiato da Mussolini doveva iniziare fin dalla scuola elementare, prima e fondamentale tappa del processo di indottrinamento agli ideali fascisti e di irreggimentazione della società, attraverso un’educazione paramilitare fatta di divise, esercitazioni e disciplina. Nel 1929 ai maestri, prima ancora che ai professori universitari, fu imposto il giuramento di fedeltà al fascismo. Ma non tutti si piegarono al regime. Alcune figure esemplari di maestri e maestre antifascisti in tutta Italia cercarono di proporre ai loro alunni modelli e valori alternativi a quelli ufficiali. Se il fascismo guardò alla scuola elementare come al luogo di formazione e di costruzione del nuovo bambino, soldato e fedele al regime, questi maestri suscitarono invece sentimenti contrapposti a quelli dominanti: patriottismo e non nazionalismo, ideali di libertà, solidarietà, fratellanza, anziché cieca obbedienza, violenza e razzismo. Attraverso documenti e testimonianze inedite, Massimo Castoldi ricostruisce per la prima volta alcune di queste storie umane, politiche e culturali: maestri di ispirazione talvolta cattolica, talvolta più radicalmente socialista, che per la loro attività sono stati in vario modo perseguitati dal regime per tutto l’arco del ventennio. Alcuni subirono l’emarginazione e la sospensione dall’insegnamento, come la ferrarese Alda Costa, resa celebre dal racconto di Giorgio Bassani Gli ultimi anni di Clelia Trotti, che conobbe anche il confino. Altri furono uccisi dai fascisti, come l’ebreo socialista Carlo Cammeo, il cattolico Anselmo Cessi, la maestra di Vigevano Anna Botto, che morì deportata nel campo tedesco di Ravensbrück. Altri ancora riuscirono, sia pure sotto l’occhio attento del regime, a muoversi al di qua della soglia della persecuzione, rimanendo in cattedra fino alla Liberazione. Una coraggiosa e silenziosa resistenza civile contro lo sforzo persuasivo del progetto fascista, nell’inerzia dominante di una tradizione inalterata dei modelli pedagogici.


Massimo Castoldi, filologo e critico letterario, è direttore della Fondazione Memoria della Deportazione di Milano. Oltre alle numerose pubblicazioni in ambito letterario e linguistico, si è occupato di storia della Resistenza, della cultura italiana durante il fascismo, della censura e delle tematiche della memoria.

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