Editori italiani all’estero.
Intervista a Lorenzo Rocca, responsabile diritti e del coordinamento editoriale dei marchi esteri di Mimesis Edizioni
Autore: Paolo Grossi

Intervista a Lorenzo Rocca, responsabile diritti e del coordinamento editoriale dei marchi esteri di Mimesis Edizioni" />
Da alcuni anni la casa editrice Mimesis Edizioni ha avviato la pubblicazione di titoli in francese, inglese e tedesco attraverso la creazione all’estero di consociate, rispettivamente “Éditions Mimesis”, “Mimesis International” e “Mimesis Verlag”. Perché questa scelta e con quali obiettivi?
Il primo esperimento nasce addirittura nel 1999, con una piccola produzione di titoli in lingua francese per l’università che negli anni è diventata una vera e propria programmazione editoriale in coedizione con Vrin. Nel 2014 Éditions Mimésis si rende a tutti gli effetti autonoma, per promozione e distribuzione, e inizia il suo percorso come imprint francese del gruppo Mimesis. Oggi pubblica 45 titoli novità all’anno, privilegiando gli autori francesi e portando in traduzione alcuni titoli del nostro catalogo italiano.
Sulla base di queste esperienze, nel 2013 viene lanciata Mimesis International, il marchio editoriale per il mondo anglofono, e a seguire il piccolo imprint tedesco Mimesis Verlag.
Questa spinta all’internazionalizzazione ha ragioni di carattere culturale: siamo un editore dedicato a tutto tondo alla saggistica e alle scienze umane, specializzato in filosofia, e per noi risalire alle fonti nella loro lingua d’origine, come in generale l’interesse per la produzione editoriale estera, rappresentano il punto di partenza del nostro lavoro. Questa prospettiva cosmopolita ha sostenuto negli anni la voglia di crescere: in Italia, arricchendo il catalogo di traduzioni importanti – Edgar Morin, Alain Badiou, Slavoj Zizek, Judith Butler, Roland Barthes, per citarne solo alcuni – e all’estero, rafforzando in modo diretto la nostra presenza sul mercato editoriale.
Quale primo, provvisorio, bilancio ritiene di poter fare, a circa 10 anni dalla diffusione degli imprint “Éditions Mimesis”, “Mimesis International” e “Mimesis Verlag”?
Molto positivo. Ci ha aiutato a tessere importanti relazioni con autori e centri di ricerca esteri, sviluppando una rete più ampia di direttori di collana, curatori editoriali e traduttori. Ci ha inoltre permesso di toccare con mano i sistemi editoriali degli altri paesi: dalla Francia – per molti aspetti vicina a noi, e non solo geograficamente – dove i lettori sono curiosi, appassionati e con un culto del bel libro, per contenuti e fattura; alla realtà più lontana e complessa dell’affollato mercato anglofono, dove i grandi gruppi editoriali e distributivi ne controllano ampie fette.
Quale spazio è dedicato nei cataloghi internazionali di Mimesis a titoli di autori italiani?
In Éditions Mimésis cerchiamo di mantenere un equilibrio: non vogliamo essere dei semplici “importatori” di titoli italiani. Sebbene il mercato sia curioso rispetto agli autori italiani – c’è da sempre un legame profondo tra Italia e Francia sotto il profilo culturale – i lettori sono meno esterofili, bisogna in un certo qual senso “invitarli alla lettura”, fidelizzarli. E così mentre pubblichiamo l’ultimo saggio di Jean-Loup Amselle, maestro dell’antropologia contemporanea francese, “L’Occident connaît la musique. Musiques du monde et ethnomusicologie”, in parallelo proponiamo in traduzione due saggi del grande sociologo Franco Ferrarotti – “Science et conscience” e “La sociologie, vision d’ensemble” – da poco scomparso e a cui va il nostro affettuoso, grato ricordo.
Similmente, in ambito filosofico, se da un lato pubblichiamo l’ultimo sforzo di Françoise Dastur, Premio per la filosofia 2023 dell’Accademia francese, “Pour une pensée sans frontières. Entre Orient et Occident”, dall’altro abbiamo avuto il piacere di portare in Francia Luciano Floridi, traducendo il suo L’Etica dell’intelligenza artificiale.
Con Mimesis International, che si caratterizza per una produzione più spiccatamente universitaria, diamo molto spazio ai ricercatori e agli autori italiani, in un’ottica di internazionalizzazione della ricerca italiana, che grazie alla lingua inglese rende i propri contenuti consultabili da un pubblico largamente più vasto. L’esempio che forse meglio incarna questo spirito è la rivista filosofica “Chiasmi”, oggi al suo 25esimo numero, e che fin dalla sua fondazione pubblica ogni articolo, nell’edizione cartacea come nel corrispettivo digitale, in tre lingue: inglese, francese e italiano.
Quali progetti prevede, a breve o a lungo termine, per consolidare questa proiezione verso l’internazionale?
Ci muoviamo su strade differenti, seguendo anche le caratteristiche dei diversi mercati nazionali. In Francia, dove le catene librarie non hanno il peso che hanno in Italia, e dove invece la galassia delle librerie indipendenti è solida e rappresenta il cuore della rete vendita, ci stiamo muovendo proprio per rafforzare il nostro rapporto diretto con i librai e, in parallelo, essere maggiormente presenti sulla stampa, così da aumentare la diffusione delle novità e dei nuovi autori.
A fronte di un crescente interesse per il nostro catalogo, stiamo soprattutto sviluppando titoli novità più agili, divulgativi e, se possibile, di piccolo formato – libri autenticamente ‘tascabili’. Ne sono un esempio i recenti “L’éthique de l’intelligence artificielle expliquée à mon fils” di E. Panaï – un vero e proprio pamphlet che introduce al dibattito sull’AI senza chiedere al lettore alcuna conoscenza pregressa in materia – oppure il racconto fotografico “Sous les remparts de Jérusalem” di Tano D’amico, (ahimè) attualissimo e veramente toccante.
In UK e USA, invece, la saggistica accademica si muove sempre più su un doppio binario: l’open access da un lato e il print-on-demand dall’altro. Sono due strade che stiamo rafforzando e che spesso si intrecciano – perché, in ultima analisi, c’è sempre il desiderio di avere tra le mani il libro cartaceo. E se indubbiamente hanno contribuito a velocizzare l’internazionalizzazione della ricerca, aprono anche nuove sfide per la distribuzione e la sostenibilità economica della “macchina editoriale”.
Lorenzo Rocca
Mi sono laureato in Scienze filosofiche nel 2016. Di formazione fenomenologica (in particolare Edmund Husserl, Martin Heidegger ed Eugen Fink) dopo l’università mi sono dedicato ad approfondire la psicoanalisi, in particolare quella infantile (da Melanie Klein a Esther Bick, passando per Wilfred Bion). Per Mimesis Edizioni sono responsabile dell’ufficio diritti e del coordinamento editoriale dei marchi esteri – con un occhio di riguardo per i titoli più psicologici della nostra produzione italiana.

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