Intervista a Andrea Colamedici e Maura Gancitano (edizioni Tlon)
Autore: Laura Pugno
Ecco che torniamo a interrogare le case editrici italiane, piccole e grandi, sulla loro identità e la proiezione di questa identità all’estero. Stavolta sotto i riflettori c’è Tlon, e a rispondere sono i fondatori del progetto (che comprende anche una casa editrice), Andrea Colamedici e Maura Gancitano.
Come raccontereste l’identità della casa editrice Tlon ai lettori e alle lettrici di newitalianbooks all’estero?
Edizioni Tlon è un progetto culturale nato nel 2015 da me, Andrea Colamedici e Nicola Bonimelli. Desideravamo trasmettere l’idea che la filosofia non fosse qualcosa di noioso e astratto rispetto alla vita, ma che al contrario fosse essenziale per comprendere sé e i fatti del mondo.
Da subito Tlon ha dato vita a iniziative culturali, io e Andrea abbiamo iniziato a occuparci della nostra attività filosofica e a parlarne anche sui social (all’inizio su Facebook, poi anche su Instagram) e nel 2016 sono nate la casa editrice Edizioni Tlon e la Libreria Teatro Tlon di Roma.
Oggi curiamo anche due bookshop legati al mondo dell’arte: uno alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea e uno all’Institut Français di Roma.
La casa editrice pubblica saggi filosofici (collana Planetari Big), saggi sugli studi di genere (collana Numeri Primi), saggi sull’attualità con uno sguardo filosofico (le collane Soglie e Urano), pamphlet filosofici (collana Dardi), libri che introducono a pratiche e teorie spirituali (collana Radici), romanzi (collana Finzioni), poesia (collana Controcielo) e cataloghi d’arte (collana Tlon Aleph).
Quali sono le sue caratteristiche e i suoi punti di forza?
Per noi i libri sono talismani e bussole fondamentali in questo tempo, perché in un momento di grande disorientamento, in cui l’attenzione profonda sembra rarissima e faticosa, ci aiutano a tracciare dei percorsi di comprensione sia intimi sia collettivi.
Anche per questo la casa editrice è stata fin dall’inizio parte di un progetto di divulgazione più ampio. I nostri libri servono a creare ponti tra temi, attitudini e anche tra persone, illuminando con punti di vista nuovi aspetti della realtà che diamo per scontati.
Citare un nostro libro per spiegarci può essere utile: abbiamo da poco pubblicato Come una foglia, una conversazione tra Thyrza Nichols Goodeeve e Donna J. Haraway. Sin dalla sua forma dice qualcosa della filosofia di Haraway: è un dialogo con una ex allieva di Haraway, in cui la vita privata della biologa si mescola ai suoi studi e ai suoi ragionamenti, e in cui il rapporto con Goodeeve è parte integrante della narrazione. Haraway è, tra le altre cose, la teorizzatrice del making kin, del creare nuove parentele, ripensare le unioni. Sentiamo molto vicino a noi questo approccio, in cui la multidisciplinarietà non è un disperdersi, ma un arricchirsi.
Scegliamo di pubblicare autrici e autori contemporanei – ad esempio Jude Ellison S. Doyle, Darío Sztajnszrajber, Lucie Azema – ma anche filosofi come Peter Sloterdijk, Laurent De Sutter, Franco Bifo Berardi, poeti come Anne Carson, Frank Bidart, Giorgiomaria Cornelio. Non ci spaventa la mescolanza di linguaggi, registri, generi, ma ci preme che il catalogo rappresenti un “serpente editoriale”, come lo definiva Roberto Calasso: che ogni libro sia il più possibile un libro unico, e dunque diverso dagli altri, ma che possa contribuire a creare un percorso editoriale coerente, che tenga insieme la vita attiva – i temi del dibattito pubblico, i grandi problemi sociali che attraversiamo – e la vita contemplativa, cioè tutto quello che riguarda le profondità umane e che sfugge alla storicità.
Per questa ragione, ci interessa anche recuperare libri importanti che sono scomparsi dal mercato editoriale. È accaduto proprio con Come una foglia, con Il mito della bellezza di Naomi Wolf e sta per accadere con L’amore in più. Storia dell’amore materno di Élisabeth Badinter, che è assente dalle librerie italiane da alcuni anni e che ci sembrava essenziale riportare alla luce.
Quali scommesse, letterarie e non, hanno funzionato meglio in Italia ed eventualmente in altri Paesi e a vostro avviso, perché?
Come in tutti i percorsi editoriali, non sempre è facile prevedere il gusto e l’interesse del pubblico. La nostra enorme fortuna è quella di avere una nutrita comunità di lettori e lettrici che segue le nostre pubblicazioni e ci permette subito di capire come un certo libro verrà accolto, con quale coinvolgimento.
Ciò che posso dire è che i libri che hanno da subito conquistato l’interesse della comunità di Edizioni Tlon sono sempre diventati anche longseller, e quindi continuano a distanza di anni ad animare il nostro catalogo e a raccogliere giudizi favorevoli di chi li legge.
Tra i libri che hanno segnato il nostro percorso c’è senza dubbio La società della performance, scritto da me e Andrea nel 2018, che analizza la condizione contemporanea che conduce alla stanchezza cronica e alla mancanza di senso della vita. Una grande sorpresa è stato Il mostruoso femminile di Jude Ellison S. Doyle, un saggio sulla rappresentazione della femminilità tra cosmogonie millenarie, horror e serie tv, che è uscito nel 2021 e ha conquistato decine di migliaia di lettori grazie al passaparola.
Una grande accoglienza è stata riservata anche alla nuova edizione di Il mito della bellezza di Naomi Wolf, che illumina il rapporto tra società e corpo femminile, che abbiamo voluto riproporre per la sua importanza storica e perché purtroppo è ancora straordinariamente attuale.
Due ottimi esordi italiani di quest’anno sono stati Neurodivergente. Capire e coltivare la diversità dei cervelli umani di Eleonora Marocchini, un saggio su cui abbiamo lavorato con grande convinzione perché avevamo intercettato un grande vuoto editoriale sul tema in Italia, e Femminismo Terrone di Claudia Fauzia e Valentina Amenta, uscito da poche settimane, che analizza gli stereotipi sul Meridione e sul Sud, che questo Paese pensa di aver superato, ma che in realtà sono ancora molto presenti nel nostro sguardo.
In generale, il pubblico che si avvicina a Edizioni Tlon non ha paura della complessità e non teme di accostarsi a temi che non conosce, ma è animato da grande curiosità e dalla disposizione ad aprirsi a nuovi punti di vista.