interviste
13 Aprile 2021

Le librerie italiane a Parigi in tempo di pandemia

Le librerie italiane a Parigi in tempo di pandemia

A Parigi operano da molti anni due librerie specializzate in libri italiani. Ubicate in quartieri diversi della città, una nel Marais (La tour de Babel, 10, rue du Roi de Sicile), l’altra vicino ai “grands boulevards” (La Libreria, 98, rue du Faubourg Poissonnière), sono due punti di riferimento importanti per la comunità italiana e per tutti gli appassionati lettori di libri provenienti dall’Italia. A quasi un anno dall’insorgere della crisi sanitaria, abbiamo chiesto ai responsabili delle due librerie come hanno affrontato questa difficile situazione.

La sua libreria vende libri di autori italiani in traduzione francese e libri italiani in edizione originale. Come si distribuiscono percentualmente le richieste dei suoi clienti fra edizioni in lingua originale e edizioni in traduzione?

Tour de Babel.

Da trentasei anni la Tour de Babel accompagna gli appassionati dell’Italia nel loro percorso di apprendimento della lingua e di scoperta degli autori italiani. Molti sono arrivati con la timidezza dello studente universitario, e sono adesso voraci lettori in pensione. Se si volesse fare un identikit del cliente-tipo della libreria, il suo profilo sarebbe quello di una donna, “studentessa a vita” di lingua italiana, attenta lettrice di letteratura d’autore, che legge in originale, dai gialli (persino Camilleri) ai classici antichi e moderni, ma anche ai saggisti come Magris e Agamben. Fino alla crisi sanitaria il 75% dei nostri lettori erano francesi, il restante 25% italiani residenti in Francia da tempo. Da un anno a questa parte le percentuali sono cambiate e ad oggi ci attestiamo a un 60-40% con un netto ricambio generazionale. I francesi, grandi lettori e curiosi di scoprire nuovi autori e nuove pubblicazioni, seguono le cronache letterarie francesi e italiane e acquistano volentieri gli ultimi libri premiati. Le traduzioni, con le conseguenti recensioni sulla stampa francese, sono certo molto utili per far conoscere le nuove pubblicazioni, ma noi vendiamo un libro in francese ogni dieci in italiano. Infine il pubblico parigino (e non) è assiduo frequentatore del Salon du livre. Abbiamo avuto la fortuna di gestire il padiglione Italia nel 2002, in collaborazione con Gilbert Joseph, Era il momento dei grandi autori italiani da Umberto Eco ad Antonio Tabucchi o Andrea Camilleri, di Dacia Maraini e Rosetta Loy, senza dimenticare naturalmente Erri de Luca.  Nelle edizioni successive (2003 e 2004) come del resto al Salon du Livre de la jeunesse di Montreuil ci siamo occupati dello spazio libreria a disposizione degli editori italiani. In queste occasioni si tocca con mano l’engouement dei francesi per l’Italia e per la letteratura italiana.

La Libreria.

Difficile dare una risposta precisa perché vendiamo anche libri di autori stranieri in francese. La nostra libreria è una cosiddetta “librairie de référence”, cioè indipendente e generalista, ma grosso modo possiamo dire che siamo al 50%. Diciamo che con il passare del tempo siamo più conosciuti e i clienti vengono anche da lontano per comprare i libri italiani. Stiamo inoltre allargando l’offerta di libri di autori stranieri tradotti in italiano. La clientela italiana in Francia, sempre più numerosa, richiede una scelta editoriale internazionale.

Come è cambiata la relazione con i clienti dopo l’insorgere della pandemia? Quali soluzioni ha ritenuto di dover adottare per far fronte a questa situazione imprevista e senza precedenti?

Tour de Babel.

Non si può parlare di un cambiamento repentino e drastico. Abbiamo infatti assistito a vari stadi, dal primo strettissimo confino di marzo-aprile 2020 a quello semi-rigido di novembre, che permetteva il “clicca e ritira” e le spedizioni, fino all’attuale coprifuoco alle 18. Ad ogni annuncio di confino e di “liberazione”, è seguito un notevole incremento della frequentazione in libreria, soprattutto di under40. I clienti storici, anche perché più a rischio, continuano a preferire la spedizione, ma nei periodi di apertura in cui siamo limitati a sei persone in libreria, facciamo fatica ad attenerci alle regole. Due iniziative hanno contribuito a sostenere le librerie indipendenti: da in lato, il rimborso, deciso dal governo, delle spese di spedizione di libri in tutta la Francia nei periodi di confino (novembre e dicembre 2020) ha incrementato notevolmente gli ordini via mail; dall’altro, la campagna anti-Amazon (con reportage sulle condizioni di lavoro di fattorini e magazzinieri, sugli sprechi e sull’inquinamento provocato dai mezzi di trasporto usati per le consegne) ha contribuito a rendere i consumatori più sensibili ad acquisti responsabili. Ormai spessissimo la gente ci chiede un libro precisando che non lo trova ma “non vuole comprare su Amazon”. La Tour de Babel ha cercato di adattarsi all’aumento di richieste per telefono, come ai vecchi tempi, ma vi è stato anche un notevole aumento di richieste via mail, pagamenti a distanza e spedizioni. Prossimamente attiveremo anche l’e-commerce attraverso un sito dedicato, ma è un’operazione che richiede tempo e fondi. Abbiamo iniziato a usare di più la pagina facebook e, in mancanza di incontri in presenza, dovremmo iniziare degli incontri in streaming. Abbiamo tentato anche, da un lato, di rispondere agli interessi dei nuovi clienti, implementando la sezione libri per bambini e ragazzi e aprendo un settore fumetto, dall’altro, di andare incontro alle nuove strategie di sopravvivenza dei clienti confinati: i libri di cucina, per esempio, non sono mai stati così richiesti. Se durante il primo confino ci chiedevano libri che parlavano di peste e di pandemie, in seguito si è raggiunto un livello di saturazione. I lettori chiedono sempre più libri “leggeri”, divertenti ma intelligenti, storie d’amore che non finiscono male, oppure saghe famigliari (Leoni di Sicilia, Casa sull’argine, Piano nobile, Di guerra e di noi etc.).

La Libreria.

La pandemia non ha certo facilitato le cose. Bisogna però riconoscere che il lockdown e le misure di distanziazione sociale (smartworking, chiusure dei cinema, teatri e ristoranti, ecc.) hanno costretto la gente a stare casa e l’isolamente ha portato a una maggiore attenzione ai libri. Di conseguenza questa maggiore domanda ci ha aiutato a superare i momenti più difficili. Ovviamente abbiamo dovuto rafforzare la parte delle vendite fatte per corrispondenza (maggiore visibilità sul nostro sito internet, soluzioni postali più economiche etc.) e adattarci alle nuove limitazioni di spazio e di tempo (orario di chiusura alle diciotto a causa del coprifuoco). La soluzione del “clicca e ritira” ha funzionato a pieno durante il lockdown del mese di novembre. Ora stiamo lavorando per avere nei prossimi mesi un nuovo sito internet più efficiente.

Non è ancora possibile prevedere con certezza quando si uscirà dalla crisi sanitaria. Ma il ritorno alla normalità comporterà un semplice “ritorno al passato” o prevede che alcuni cambiamenti intervenuti tenderanno a modificare stabilmente le pratiche di lavoro dei librai?

Tour de Babel.

Sono cambiate le abitudini, particolarmente in Francia in cui il Covid è stato preceduto da un anno di gilets jaunes e da mesi di scioperi e manifestazioni, generalmente il sabato. Già prima del Covid, il sabato era diventato un giorno come un altro, con un flusso di clienti minore rispetto agli altri giorni, in cui almeno non si rischiava di rimanere bloccati dai trasporti o di trovarsi in mezzo agli scontri. Chi ha potuto si è abituato al telelavoro, i senior hanno scoperto internet, le mail, Netflix e Zoom. A mio parere, si dovranno inventare delle soluzioni che possano conciliare “il vecchio e il nuovo”: ben venga il fatto che gli incontri in libreria possano essere seguiti in diretta streaming, ma lo streaming non può sostituire il dialogo diretto con l’autore. Ben venga l’e-commerce, tutto a portata di click, ma va mantenuto il consiglio al lettore, in base ai suoi gusti, alle letture già fatte, alla situazione.

La Libreria.

Difficile fare previsioni. Pensiamo però che la situazione non sarà più esattamente uguale a prima. Siamo convinti che le vendite per corrispondenza avranno sempre più importanza e per questo motivo cerchiamo di migliorare la nostra visibilità su internet e rendere più rapidi gli acquisti e le spedizioni via internet. Ma siamo anche convinti che i lettori e frequentatori della libreria abbiano bisogno del contatto e dei consigli che siamo pronti ad offrire loro. La libreria è certamente un rifugio sicuro per molti lettori. E se c’è una cosa che abbiamo potuto registrare in questi ultimi mesi è proprio l’affermazione da parte dei lettori della nostra necessità! Molti nuovi clienti lo dicono chiaramente: non comprano più sui siti commerciali, tipo Amazon. E sono decisioni militanti.

Nel 2022 l’Italia dovrebbe essere ospite d’onore del Salone del Libro di Parigi, anche se sussistono dubbi sull’avvenire di questa manifestazione. Si avvertono già i primi segni di un maggiore interesse degli editori francesi per il libro italiano? Come giudica l’attuale situazione del libro italiano in Francia? Le traduzioni di opere italiane sono troppe, sono poche? Si potrebbe fare di più e meglio? Come e perché?

Tour de Babel.

In questi anni il libro italiano gode di ottima salute, grazie ad un pubblico ormai conquistato dalla lingua e dalla cultura italiana. La Tour de Babel, ha saputo, grazie ai suoi fondatori, diventare un luogo di promozione e diffusione degli autori italiani in un momento, gli anni Novanta, in cui la storica libreria italiana di rue de Bourgogne, non lontana dall’Istituto italiano di Cultura, stava per chiudere. Grazie alle presentazioni organizzate insieme ai traduttori, Mario Fusco, Jean-Paul Manganaro, Marie-José Tramuta, Nathalie Bauer, editori e soprattutto autori allora semisconosciuti, come Ammaniti, giovane autore di Io non ho paura, o Vincenzo Consolo, abbiamo raccolto il testimone e – ad un certo punto – abbiamo sentito persino la necessità di mettere su una piccola casa editrice per edizioni bilingue di autori come Bilenchi, Pontiggia e un giovane e ignoto Sandro Veronesi, oggi due volte premio Strega. Al di là dei successi planetari, come la Ferrante, pubblicata non a caso da Gallimard, spesso sono le piccole e medie case editrici che si impegnano a pubblicare opere dimenticate: si pensi a Nous con La Rage di Pasolini o con Sciascia: Portrait sur mesure, a Ypsilon con Saba, Attanasio, Rodari, Pasolini, ad Allia (Leopardi, Landolfi etc.). Le edizioni Liana Levi hanno fatto scoprire, anche in Italia, Milena Agus, Viviane Hamy, dopo la prima edizione tedesca, ha pubblicato L’Arte della gioia di Goliarda Sapienza e questo ha permesso all’autrice di essere riscoperta anche in patria. Personalmente sono particolarmente grata ai Cahiers de l’Hôtel de Galliffet per avermi fatto scoprire la poesia di Nella Nobili, da noi diventato quasi un best-seller.

La Libreria.

Non conosciamo le cifre esatte ma a titolo d’esempio, in questo inizio 2021, tra inverno e primavera, escono una trentina di romanzi italiani in traduzione. Sono tanti, diversissimi e spesso ottimi. Il loro numero importante è probabilmente il primo passo verso l’edizione italiana del Salone 2022. Che siano troppi, certamente no! Ma se l’edizione francese si interessa alla letteratura italiana, il pubblico resta ancora abbastanza focalizzato su pochi nomi tra contemporanei e classici: Erri De Luca, Milena Agus, Elena Ferrante, Goliarda Sapienza, Antonio Tabucchi, Umberto Eco, Italo Calvino… Difficile per i nuovi autori farsi spazio nel panorama attuale. Quest’anno, la stampa e i media hanno dato una buona visibilità agli ultimi due premi Strega (Scurati e Veronesi) e le vendite sono state ottime, ma per gli altri, farsi notare non è per nulla facile. Li sosteniamo in libreria, leggendoli e organizzando molti incontri in loco (prima del Covid, circa un incontro a settimana con un autore italiano). Dobbiamo dire, in questo contesto, che in quindici anni di attività, non siamo mai stati avvicinati dalle istituzioni pubbliche italiane (ad eccezione dell’Istituto italiano di Cultura col quale collaboriamo felicemente dalla nostra apertura). Le librerie francesi all’estero sono notevolmente sostenute dal Centre National du Livre in quanto strumenti attivi della divulgazione della cultura francese. Non sarebbe ora di interessarsi delle nostre piccole ma vivacissime realtà? Sappiamo di essere, nel nostro piccolo, un elemento importante per la promozione della letteratura italiana in Francia e non ci sembra che questo sia tenuto adeguatamente in considerazione dall’Italia. Perchè non tenere conto di queste realtà? La creazione di Italissimo, festival della letteratura italiana, qualche anno fa, ad iniziativa di Fabio Gambaro, già direttore dell’IIC, di Cristina Piovani e Evelyn Pradwilo è stata una bellissima iniziativa. Ci partecipiamo come libreria italiana e ci sembra che ampliarlo, farne un evento ufficiale, dare maggiore visibilità al mondo editoriale italiano, sarebbe, senza grossi costi, una mossa astuta.

La Libreria collabora alla giuria del Premio Marco Polo che da quattro anni attribuisce il suo premio ad un autore e al traduttore di un romanzo italiano uscito durante l’anno (è stato attribuito successivamente a Sandro Veronesi, a Emanuele Trevi, a Giosuè Calaciura, a Cristina Comencini e ai rispettivi traduttori). L’Ambasciata italiana e l’Istituto partecipano attivamente ma manca probabilmente una maggiore visibilità in Italia. E’ un bellissimo premio proprio per questo riconoscimento del ruolo essenziale del traduttore. Esistono aiuti alla traduzione?

Dal suo punto di vista di libraio e in vista dell’impegno che le istituzioni pubbliche italiane dispiegheranno in occasione dell’edizione 2022 del Salone del Libro di Parigi, quali iniziative potrebbe essere attuate e da parte di quali soggetti per rendere più incisiva la presenza del libro italiano in Francia?

Tour de Babel.

L’annullamento delle fiere del libro, in Italia ma anche all’estero, ha condizionato lo scambio tra autori e lettori, editori e autori, e soprattutto tra agenti letterari ed editori, che usano queste occasioni per negoziare i diritti di autore per l’estero. Che il Salon du livre abbia luogo, sia aperto al pubblico e che il paese invitato sia l’Italia è molto importante per riprendere il filo dell’incontro e dello scambio. Credo che anche l’organizzazione debba adeguarsi alle nuove modalità di cui sopra: puntare su una comunicazione ad ampio raggio (compresi i manifesti giganti “vintage” nella metropolitana) e ad accordi con le maggiori testate di critica letteraria rivolte ai non addetti ai lavori come Le Monde, Télérama, le Nouvel obs. Occorre darsi almeno un anno per lavorare a monte sulla questione, in collaborazione con le librerie, le scuole, le università, le biblioteche, le associazioni e tutte quelle entità che sono a contatto con i lettori in carne ed ossa.

La Libreria.

Nella speranza che la crisi sanitaria attuale diventi presto un lontano ricordo, siamo certi che il pubblico francese sarà numeroso all’appuntamento. L’Italia e la cultura italiana possono contare su un’immagine estremamente positiva in Francia, anche se  spesso gli italiani non ne hanno adeguata consapevolezza. Lo vediamo, lo constatiamo ogni giorno in libreria. C’è un capitale di simpatia enorme. Quindi, crediamo che proporre incontri con autori italiani, giovani o affermati, in luoghi emblematici “italiani” a Parigi (e in Francia) che siano musei (Louvre, Jacquemart-André…), teatri (l’Odéon di Strehler…), le scuole di lingua italiana molto attive e numerose, i cinema (le Champollion, le Panthéon, le Balzac), i luoghi della gastronomia (sempre più veri !), i bei palazzi della cultura italiana e ovviamente le librerie, sia una cosa forse ovvia ma di sicuro impatto. Si potrebbero poi proporre percorsi in città sui passi degli scrittori italiani vissuti a Parigi, da Goldoni a Tabucchi, o mettere accento su scrittori e scrittrici che trovato a Parigi o in Francia Francia il terreno della loro ispirazione.

 

Le librerie italiane a Parigi in tempo di pandemia
treccani

Registrati al portale Treccani

Per essere sempre aggiornato sulle novità di newitalianbooks