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Interpretare uno spettacolo tecnologico (di prosa, di danza, di lirica) significa collocarlo nella giusta cornice temporale, nel contesto di fruizione per cui è stato pensato e comprendere le potenzialità, le tematiche e le ragioni drammaturgiche dell’uso di una specifica tecnologia.In questo libro le creazioni teatrali sono lette attraverso le teorie di Lev Manovich, Jay David Bolter, Richard Grusin e Henry Jenkins sulla “cultura convergente”, la “cultura del software” e la tendenza alla “remediation”, cioè al riutilizzo delle vecchie tecnologie.Dopo un breve sguardo al videoteatro degli anni Ottanta e al teatro digitale degli anni Novanta, ci si concentra sul periodo che va dalle prime coreografie interattive con uso di motion capture alle ultime sperimentazioni con sistemi di Intelligenza Artificiale.Il libro è arricchito inoltre da interventi di studiosi italiani che illustrano i nuovi formati digitali e le tecnologie di riferimento, nonché da una sezione di schede delle opere tecnoteatrali più significative.


Anna Maria Monteverdi, esperta di digital performance,  è ricercatore di storia del teatro alla Statale di Milano e docente di storia della scenografia. Ha pubblicato: Memoria, maschera e macchina nel teatro di Robert Lepage (Meltemi), Nuovi media, nuovo teatro (Franco Angeli), Rimediando il teatro con le ombre, le macchine, i new media (Ed. Giacché) e, con Andrea Balzola, Le arti multimediali digitali (Garzanti).

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