Narrare. Tentativi di inventario
≪RACCONTARE UNA STORIA, ECCO QUELLO CHE VORRESTI FARE. AFFERRARE UN FASCIO DI COSE E TE STESSO E LEGARE TUTTO INSIEME IN UNA TRAMA COME SI FA UNA FASCINA DEI RAMI SPARSI QUA E LA PER TERRA, COME I TRALCI DELLE VITI A PRIMAVERA DOPO LA POTATURA≫
Perché scrivere? Quale impulso muove da secoli l’uomo a narrare storie? E’ l’interrogativo da cui muove la riflessione di Franco Rella, facendo appello al bagaglio di letture accumulate nel corso della propria vita e interpellando gli autori che più lo hanno segnato. Da Dante a Cavalcanti, da Shakespeare a Benjamin, e poi Goethe, Kafka, Bataille, Roth, senza dimenticare i classici greci e latini, non esiste narratore che non si sia posto l’interrogativo e che non abbia cercato di spiegare – e spiegare a sé stesso – la realtà che ci circonda. L’esigenza di raccontare nasce proprio da quella realtà , e chi scrive può manipolarla, far interpretare la parte del protagonista a un personaggio di finzione, per poi rendersi conto che la protagonista assoluta della narrazione è la parola stessa, unica difesa che l’uomo abbia contro il male, unica arma capace di organizzare l’immagine del mondo e della realtà , come in un ideale inventario che raccolga tutte le esperienze vissute. Quella stessa parola che Pasolini suggeriva di usare con cautela, che per il solo fatto di portare con sé ≪un carico d’anima≫ legittima l’altrimenti insensata attività di scrivere.
FRANCO RELLA è stato prima membro poi coordinatore (1989-1996) del Comitato scientifico del MART, Museo d’arte moderna di Trento e Rovereto. È stato membro del CdA della Fondazione Bevilacqua-La Masa di Venezia. Più recentemente ha collaborato con la Galleria d’arte moderna di Roma e con il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma 3