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24 Febbraio 2020

Primo Levi in altre lingue

Autore:
Fabio Levi (Direttore del Centro Internazionale di studi “Primo Levi” di Torino)

Nella gran parte dei paesi la ricezione dell’opera ha riproposto in genere lo stesso percorso che ha seguito in Italia. Ad essere tradotti sono stati all’inizio i libri sul Lager e sull’avventuroso ritorno a casa (Se questo è un uomo e La tregua). Poi – qui una data cruciale è stata il 1984, quando è uscita la prima versione per gli Stati Uniti – è stato scoperto Il sistema periodico, nel suo intreccio fra autobiografia, chimica e letteratura; e quella scoperta ha dato un impulso molto forte alla fama dell’autore in tutto il mondo anglofono e non solo. Successivamente ci si è avvicinati agli altri libri – La chiave a stella, Se non ora quando? le poesie, ecc. -, con una propensione particolare per I sommersi e i salvati, l’ultima riflessione sugli aspetti più inquietanti e paradossali dello sterminio, e solo dopo ai racconti di fantascienza. Per lo più la consapevolezza che Levi fosse un grande scrittore, capace di misurarsi con le questioni cruciali del mondo di oggi, si è affermata con una certa lentezza, ostacolata dall’idea prevalente che egli fosse essenzialmente il testimone del Lager; ma, laddove gli editori e il pubblico sono giunti a maturare quella convinzione, anche il Primo Levi testimone ha potuto essere apprezzato in misura tanto maggiore.

Un tale quadro d’insieme può giovarsi di alcune notazioni particolari. In primo luogo, va sottolineata la cura con cui l’autore – egli stesso traduttore da varie lingue di opere come Il processo di Kafka o alcuni testi di Lévi-Strauss – seguì le prime versioni di Se questo è un uomo, soprattutto in inglese e in tedesco, discutendo momento per momento il lavoro dei traduttori. Tanto era il valore che egli attribuiva alla diffusione nel mondo delle conoscenze sul Lager e al dialogo con la Germania del dopoguerra.

Per la versione inglese, uscita per Orion Press nel 1959, Levi seguì passo passo il lavoro del traduttore Stuart Woolf, discutendo con lui ogni pagina. Per il tedesco trovò l’interlocutore ideale in Hans Riedt, suo coetaneo, esperto in letteratura italiana e partigiano in Italia durante la Resistenza contro i nazifascisti. Fu questo forse il lavoro più impegnativo perché l’autore teneva particolarmente ad essere capito dagli interlocutori tedeschi e a che fosse loro riportata la vera lingua dei Lager – un duro gergo da caserma -, che nella Germania del dopoguerra era in gran parte sconosciuta al grande pubblico.

Allargando lo sguardo a un orizzonte più vasto, vanno poi rilevate significative specificità a seconda della storia attraversata dai vari stati. Ad esempio, la conoscenza di Levi nei paesi appartenuti al blocco comunista – dalla Russia, alla Polonia, agli altri stati dell’Est europeo – è venuta molto tardi, ed è ancora oggi limitata, per le difficoltà in quel contesto ad affrontare in modo chiaro ed esplicito la vicenda delle persecuzioni antiebraiche: basti pensare che nell’area della ex Jugoslavia le opere principali sul Lager sono uscite all’inizio degli anni ’90, quando era in corso la disintegrazione del paese, e dunque l’attenzione al passato più lontano era assai scarsa.

In Francia la diffusione delle opere di Levi è stata ritardata da una pessima traduzione del primo libro, Se questo è un uomo, pubblicata con grave dispiacere dell’autore. Negli Stati Uniti, dove pure il “libro primogenito” era presente in inglese – come si è visto – sin dagli anni ’60, la fama di Levi ha compiuto un balzo importante solo con la pubblicazione del Sistema periodico: come dire che oltre oceano lo scrittore e il chimico sono arrivati prima del testimone. In Israele i libri di Levi sono stati accolti con un certo ritardo e La tregua è stato tradotto prima di Se questo è un uomo. In Giappone, così come in Portogallo e in Brasile, l’opera è stata via via tradotta quasi nella sua interezza. In Argentina la forte presenza dell’emigrazione di ebrei dall’Italia e la vicenda dei desaparecidos hanno avuto un peso importante nel favorire la diffusione. Questo per citare solo i dati più evidenti.

È un fatto in ogni caso che lo studio della fortuna di Levi nei vari paesi si presenti come un ambito di ricerca particolarmente interessante, che già ha prodotto contributi significativi e che deve fare oggi i conti con alcuni dati di indiscutibile novità. La persistenza e la crescita dell’interesse per lo scrittore torinese, divenuto, con il trascorrere del tempo, un punto di riferimento essenziale della cultura italiana contemporanea, sono state confermate dalle innumerevoli iniziative promosse in tutto il mondo in occasione del centenario della nascita. La pubblicazione, avvenuta nel 2015 presso l’editore Liveright di New York, dell’opera completa in inglese – unica riproposizione integrale di un autore italiano in un’altra lingua – sarà destinata senz’altro a pesare sul lungo periodo in un ampio universo culturale. Il rapido succedersi di traduzioni in cinese e in altre lingue asiatiche negli ultimi anni segneranno d’altra parte la fortuna dell’autore nel prossimo futuro.

Sulla recente traduzione americana vale la pena svolgere qualche considerazione in più. L’artefice dell’operazione, Robert Weil, ha dovuto risolvere un primo problema, comune a tutti i paesi dove molte opere di Levi sono state tradotte nel corso del tempo: è stato cioè costretto a impiegare grandi energie nel tentativo di acquisire i diritti da tutte le diverse case editrici presso le quali le varie opere erano disseminate. Si è poi preoccupato di dare omogeneità alla traduzione dell’opera nel suo insieme, affidandosi a diversi traduttori chiamati a ritradurre ogni cosa, ma garantendo un coordinamento adeguato grazie alla curatrice Ann Goldstein.

Il risultato è stato senz’altro molto positivo, anche perché ha consentito di offrire a un pubblico molto ampio l’opera di Levi nella sua globalità, al di là delle distinzioni e delle preferenze di un tempo: non più prima il testimone e poi lo scrittore, ma un corpus organico di scritti che possono essere seguiti nel loro sviluppo e che, nello stesso tempo, offrono l’opportunità di letture trasversali utili a coglierne l’inesauribile ricchezza.

Proprio la traduzione americana aiuta a mostrare in forma evidente quanto lo scrittore torinese tenda oramai ad affermarsi nella sua complessa poliedricità tematica e stilistica e, in quella forma, sia diventato una presenza necessaria nel contesto culturale della contemporaneità anche a livello internazionale.

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