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Quaderni del carcere. Antologia

La coerenza profonda del pensiero gramsciano. Un intellettuale e filosofo, prima ancora che uomo di partito, d’ispirazione universale e incredibile attualitá. Nei suoi quaderni, con estrema lucidità, descrive lacchè intellettuali, racconta di galli che annunziano un sole che mai vuole spuntare, e dell’assenza nella vita italiana di ogni movimento «vertebrato» che abbia in sé possibilità di sviluppo permanente e continuo. I Quaderni del carcere sono la raccolta degli appunti, dei testi e delle note che Antonio Gramsci iniziò a scrivere dall’8 febbraio 1929, durante la sua prigionia nelle carceri fasciste. Da una parte Gramsci considerava lo scrivere un esercizio contro l’inaridimento e la solitudine causati dalla vita carceraria, dall’altra aveva la chance di teorizzare in autonomia da questioni politiche contingenti. In questa antologia la selezione e divisione in capitoli del curatore è ‘effettuata nell’ottica della maggiore chiarezza possibile, anche per dare la possibilità, a chi ne sia completamente all’asciutto, di avere un quadro generale del pensiero di Antonio Gramsci’.


Il curatore: Mario Di Vito, classe 1989, giornalista. Lavora per “Il Manifesto”, scrive anche per “A-Rivista Anarchica”, “Malamente” e altre testate. Ha pubblicato i noir Il male minore (Edizioni Ae, 2016), Due minuti a mezzanotte (Fila 37, 2018) e il reportage narrativo Dopo. Storie da un terremoto negato (Poiesis/Lo Stato delle Cose, 2019).

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