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27 Agosto 2020

Alba de Céspedes in altre lingue.

Autore:
Andrea Palermitano, Università Statale di Milano

Il “cosmopolitismo interiore” è uno dei tratti caratterizzanti di Alba de Céspedes, scrittrice poliglotta e viaggiatrice che ha sempre coltivato con grande attenzione e consapevolezza i rapporti con i suoi editori e traduttori nel mondo. Le sue opere – talvolta ridotte, tagliate e modificate per adattarle al pubblico di altri paesi e culture – sono state tradotte in ventinove Paesi e ventiquattro lingue non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo.

Nessuno torna indietro e il successo internazionale.
Con il romanzo Nessuno torna indietro, uscito in Italia nel 1938, de Céspedes entra nella letteratura europea del Novecento riscuotendo un ampio successo internazionale. La prima traduzione esce in Ungheria nel 1939, seguita negli anni Quaranta da venti edizioni straniere che circolano da entrambi i lati della Cortina di ferro, arrivando nel 1947 fino in Brasile. Il successo, straordinario, di Nessuno torna indietro «pone la vostra opera – commenta Arnoldo Mondadori, il 1° dicembre 1940 – al di sopra di ogni precedente letterario editoriale e Vi colloca fra i primissimi posti della letteratura internazionale». Questa convinzione dell’editore è condivisa dalla stessa de Céspedes, come attesta il suo diario: «E m’è sembrato che io non dovessi chiedere più altro al destino. Vorrei portare la letteratura italiana sulle mie spalle ai primi posti del mondo» (Diario, 12 gennaio 1939).
Negli anni Cinquanta conoscono un’ampia diffusone anche Dalla parte di lei (1949), prima opera di de Céspedes a essere edita, nel 1952, negli Stati Uniti, e Quaderno proibito (1952), che nel 1956 segna l’arrivo di de Céspedes presso il pubblico giapponese, evento che la porta a riflettere sull’universalità della parola letteraria: «Se il mio libro è capito in Giappone è segno che è universale, è segno che non mi sono ridotta a scrivere del mio piccolo e del mio grande paese, del mio angolo, ne sono felicissima […]. Perché quando io vedo che una persona di un paese lontanissimo dove non si parla la mia lingua viene e dice: – Io sto facendo una tesi su di lei in giapponese –, sono contenta».

Consolidamento del successo.
Negli anni Sessanta e Settanta è possibile individuare con chiarezza i Paesi in cui le opere di de Céspedes godono di una maggiore diffusione. Prima tra questi è la Francia, in cui le sue opere arrivano in ritardo – nel 1949, a distanza di undici anni dall’uscita in Italia del romanzo Nessuno torna indietro – ma incontrano un grande successo, soprattutto grazie al lavoro dei traduttori Juliette Bertrand e Louis Bonalumi. Negli stessi anni de Céspedes viene tradotta e ripubblicata con regolarità nella Germania federale, mentre nel 1971 La bambolona esce presso l’editore Aufbau e diventa l’unica edizione pubblicata nella Germania dell’Est.
In Spagna la diffusione delle opere di de Céspedes è promossa dagli editori Ediciones G. P. e José Janés, con cui che l’autrice stabilisce un rapporto personale: «Oggi avuto a colazione il mio editore spagnuolo José Janes, con la figlia: tutti me ne avevano parlato e non lo conoscevo. Simpatico e coraggioso: farà una edizione di lusso delle mie opere, nella collezione “los Maestros de Hoy”, tipo Pléiade, molto bella, nella quale sono tra i più grandi nomi della letteratura mondiale. Anche questo è un impegno che, lusingandomi molto, mi pesa. Debbo chiedergli però di rivedere tutte le bozze, perché Nessuno fu tradotto in un’edizione non ancora riveduta» (Diario, 24 settembre 1958).

Dal 1985 in poi.
Se fino al 1985 Alba de Céspedes segue personalmente l’intenso e costante flusso di traduzioni delle sue opere, negli anni successivi l’attenzione si allenta e, parallelamente, anche la frequenza e il numero delle edizioni all’estero decresce. Fanno eccezione due traduzioni, uscite entrambe nel 1991: l’edizione cubana di Quaderno proibito e una nuova versione di Nessuno torna indietro pubblicata in Ungheria. Dopo la sua scomparsa nel 1997, de Céspedes esce dalla scena internazionale, salvo il caso dell’Iran, dove – arrivata per la prima volta nel 1966 con Quaderno proibito – Bahman Farzaneh la fa conoscere traducendo per intero la sua opera. Più sporadiche, le poche, nuove traduzioni interessano però Paesi nuovi e nuove lingue, come attestano l’uscita della Bambolona in Sri Lanka nel 2003 e di Quaderno proibito nel 2007 in Albania. Nel 2019 il racconto Invito a pranzo – uscito in Italia nel 1955 – viene incluso dalla curatrice Jhumpa Lahiri in The Penguin Book of Italian Short Stories, «a landmark collection [which] brings together forty writers that reflect over a hundred years of Italy’s vibrant and diverse short story tradition».

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