In altre lingue
12 Dicembre 2023

Italo Calvino in altre lingue – Terza parte

Autore: Francesca Rubini, Università “La Sapienza” – Rome

Italo Calvino in altre lingue – <i>Terza parte</i>

Negli anni che seguono la sua improvvisa scomparsa, in Italia Calvino entra nel catalogo Mondadori e nella collana dei «Meridiani». Sua moglie, Esther Singer Calvino, continuerà per altri trent’anni a seguire la diffusione dei suoi libri nel mondo. Fra il 1986 e il 2020 l’autore viene per la prima volta in sei paesi europei: Macedonia (1995), Lettonia (1997), Ucraina (1997), Islanda (2002), Montenegro (2003), Georgia (2007). Il grande elemento di novità è rappresentato dall’espansione verso oriente, grazie all’ingresso di nove paesi asiatici: Corea del Sud (1987), Taiwan (1993), Hong Kong (1994), Malesia (1995), Indonesia (2004), Vietnam (2004), India (2005), Sri Lanka (2005), Thailandia (2006). Va segnalato inoltre l’inizio delle traduzioni in lingua araba: in Iraq (1987), Giordania e Tunisia (1988), Siria (1992), Libano (1997), Kuwait (1998), Egitto (1999), Marocco (2008) e Arabia Saudita (2017). Considerando anche un’unica pubblicazione in Messico nel 2010, si contano ventiquattro nuovi paesi che completano il quadro della diffusione mondiale di Calvino.

Una diffusione che, per la prima volta, vede un netto contributo dei contesti americani e asiatici: nella stagione dell’esordio internazionale (1955-1970) fra i paesi più attivi (quelli cioè che superano le cinque edizioni) undici sono europei, affiancati solo da Stati Uniti e Argentina; dal 1986 al 2020 fra le nazioni che pubblicano almeno trenta titoli, sette appartengono al vecchio continente, mentre sono sei (Cina, Brasile, Iran, Stati Uniti, Giappone e Corea) quelle asiatiche e americane. La rincorsa appare particolarmente accelerata se si considera che nel mercato europeo Calvino è noto fin dagli anni Cinquanta e Sessanta, mentre in paesi come Cina, Brasile, Iran e Corea è inedito o presente con un numero minimo di titoli al momento della sua morte. Si tratta quindi di paesi che iniziano a tradurre lo scrittore quando tutte le opere sono già scritte, quando la critica e il mercato mondiale hanno già identificato i punti di svolta, i bestseller, i titoli imprescindibili, quando l’immagine di Calvino è già un discorso costruito e negoziato in un orizzonte sovranazionale. Infine, quando questa immagine non può essere più controllata o contraddetta dall’autore stesso. Importante è il caso del Giappone, dove l’impegno di diversi editori e traduttori, fra tutti di Tadahiko Wada, permette l’accesso ai principali titoli dell’autore. Nel Brasile del nuovo millennio Calvino viaggia dentro le iconiche copertine della Companhia das Letras e grazie alle nuove traduzioni di Maurício Santana Dias, che presentano ai lettori anche i testi di natura saggistica e le lettere. Ma il più emblematico resta il caso della Cina, dove la casa editrice Yilin di Nanchino avvia diverse iniziative editoriali di grande impatto: l’opera omnia di Calvino viene prima presentata in cinque volumi antologici fra il 2002 e il 2003; poi in una serie di quindici volumi in edizione economica inaugurata nel 2006; infine, a partire dal 2011, in un’elegante collana intitolata «I classici di Calvino» corredata di note, prefazioni e postfazioni aggiornate. 

In questo clima di accelerati cambiamenti e di nuovi protagonisti nel mondo dell’editoria, resistono alcuni elementi di continuità. Su tutti il ruolo svolto da Francia, Stati Uniti, Regno Unito (dove è attivo il nuovo traduttore, Martin McLaughlin) e Germania, gli unici paesi che attraversano tutta la storia del Calvino tradotto senza conoscere nessun rallentamento, nessuna discontinuità, permettendo ai lettori di seguire con discreta sincronia la storia delle opere, raccogliendo e ordinando la sua memoria come un patrimonio condiviso da diverse generazioni. In Spagna, Siruela all’inizio degli anni Novanta acquista i diritti dell’autore riunendo per la prima volta in un unico progetto editoriale le sue traduzioni in castigliano. Nel 1998 la casa madrilena lancia la «Biblioteca Italo Calvino», una collezione completamente dedicata allo scrittore che nel 2020 arriva a contare trentasei titoli, alcuni dei quali superano la trentesima ristampa.

Sono soprattutto le opere a mantenere il segno della continuità, dal momento che i sei titoli più pubblicati dopo la morte dell’autore corrispondono esattamente a quelli del periodo 1971-1985: i tre volumi della trilogia (109 edizioni Il barone rampante, 89 Il visconte dimezzato e Il cavaliere inesistente), Le città invisibili (97 edizioni in 45 paesi), Se una notte d’inverno un viaggiatore (87 edizioni in 42 paesi) e le Fiabe italiane (85 edizioni in 25 paesi). Fra le opere postume, Lezioni americane è l’unico contributo non narrativo a raggiungere un notevole impatto internazionale (65 edizioni in 34 paesi). I dati confermano quindi la centralità degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta, periodo in cui si definisce un canone destinato a durare nel tempo almeno da un punto di vista editoriale, una prospettiva che non tiene conto del riconoscimento in ambito critico o accademico anche dei titoli meno diffusi. Il fenomeno è amplificato dalle esigenze del mercato del libro, che predilige sempre più la prudenza degli investimenti (quindi tende a spingere i prodotti di maggior successo), mentre aumenta esponenzialmente la sua portata: il numero delle edizioni straniere realizzate nei primi venti anni del XXI secolo ha quasi raggiunto quello dei volumi diffusi fra il 1955 e il 1999. Sono dati quantitativi che caratterizzano l’ultima stagione della fortuna internazionale ma che non bastano a chiarire lo statuto dello scrittore, definito in primo luogo dalle modalità con cui viene accolto e rilanciato dai mediatori editoriali e culturali nel mondo. 

Nel marzo del 2018 il rettore della Hanyang University di Seoul ha selezionato Perché leggere i classici come lettura obbligatoria per le matricole dell’anno accademico 2018/2019, ordinando all’editore Minumsa una fornitura di cinquemila copie personalizzate da uno speciale cofanetto con il logo dell’ateneo. Circa cinquemila studenti coreani hanno quindi iniziato il loro percorso universitario leggendo (nella loro lingua, nella traduzione di Soyeon Lee) un testo dedicato alla lettura dei classici e scritto (originariamente in un altro alfabeto) da uno dei principali classici della letteratura mondiale. È questo il grande segnale di svolta che dagli anni Novanta apre le prospettive del nuovo millennio: il riconoscimento di Calvino come classico universale. Lo dimostrano, sul piano della diffusione, le scelte degli editori che inseriscono lo scrittore in prestigiose collane di classici: in Romania «Clasicii modernităţii» dell’editore Polirom e «Clasici ai literaturii moderne» di Univers; in Spagna «Clásicos del siglo XX» delle edizioni di El País; in Germania la collana «Klassik» di Fischer; in Francia la «Librairie du XXe siècle» di Seuil; nel Regno Unito la «Modern Classic» di Penguin e la «Vintage Classic» dell’editore Vintage; in Russia la collana di prosa classica e moderna «AST: Astrel’ Классическая и современная проза»; in Croazia «Moderni klasici» di SysPrint. Lo dimostra, sul piano difficile e irrisolto della resa linguistica, la scelta di ri-tradurre Calvino negli anni Duemila, come iniziano a fare Ann Goldstein negli Stati Uniti e Martin Rueff in Francia, per restituire una voce del nostro tempo ad un classico che continua a interrogare il presente.

Le opere di Calvino in edizione tradotta sono conservate in tre principali fondi librari. Il primo è stato riunito – per iniziativa di Paolo Fabbri e grazie alla donazione di Esther Singer Calvino – presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi nel 1995. Un secondo nucleo è conservato dal 1999 nel fondo dell’Agenzia Letteraria Internazionale (A.L.I.) presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano. Nel 2015 Esther Singer Calvino e Giovanna Calvino hanno donato al Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche dell’Università “La Sapienza” di Roma (ora Dipartimento di Lettere e Culture moderne) tutte le prime edizioni delle opere di Italo Calvino pubblicate all’estero e conservate presso l’abitazione privata dello scrittore. Questo fondo di oltre 1100 esemplari fa parte del patrimonio del Laboratorio Calvino (Università “La Sapienza” di Roma) ed è depositato nella sala Calvino della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

 

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