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A dispetto delle apparenze, il capitali­smo non ha eliminato il sacro nel mon­do secolarizzato. È esso stesso diventato una religione, non solo in Occidente, ma ormai su scala globale. Alla sua forma ultima, quella neo-liberista, vie­ne reso un culto indiscusso nella prassi quotidiana di miliardi di persone, i suoi dogmi (consumo in primis, crescita illi­mitata, incentivi, meritocrazia, profitto) vengono pacificamente condivisi, i suoi sacerdoti (i manager) ossequiati, le sue pratiche sacrificali accettate come ine­luttabili, le sue comunità chiesastiche (le imprese) desiderate. La forza cultu­rale del capitalismo odierno si insedia nelle coscienze fino a configurarsi come un’esperienza assoluta e onnipervasiva. Luigino Bruni esplora i profondi intrec­ci tra economia e religione, mercato e spirito, mostrandone le radici arcai­che, le contaminazioni storico-teologiche fino agli esiti sofisticati della società postmoderna. Che cosa ha da dire e fare il cristianesimo di fronte a questa nuova forma del sacro, diven­tata una vera e propria idolatria? La fede biblica ben conosce queste derive dell’umano, tentazione a cui sempre è stata esposta. Ma conosce anche la inestirpabile carica anti-idolatrica che sempre la ha abitata e tenuta in vita. Misericordia, dono, gratuità sono la sua cifra più profonda, un vero antido­to alle tendenze distruttrici di un’eco­nomia diventata idolo.


Luigino Bruni è Ordinario in Economia Politica e Direttore del Dottorato in Scienze dell’Economia Civile presso l’Università Lumsa di Roma. È coordinatore del progetto Economia di Comunione, Consultore del Dicastero per i Laici, editorialista di Avvenire e Direttore Scientifico dell’evento The Economy of Francesco. Insieme a Stefano Zamagni è promotore e cofondatore della Scuola di Economia Civile con sede a Figline e Incisa Valdarno (FI).

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