interviste
9 Luglio 2024

Intervista a Paolo Primavera e Alice Rifelli, Edicola Edizioni/Edicola Ediciones

Autore: Laura Pugno

Intervista a Paolo Primavera e Alice Rifelli,  Edicola Edizioni/Edicola Ediciones

Nell’ambito della serie di interviste che newitalianbooks dedica alle case editrici italiane che, attraverso società affiliate, operano anche all’estero, incontriamo Edicola Edizioni/Edicola Ediciones, una realtà editoriale originale tra Italia e America Latina, con sede nella città di Ortona. Nel 2022, Edicola è stata invitata a partecipare alla 15esima puntata di Alfabeto Italiano, il podcast del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale pensato come un viaggio nell’editoria italiana contemporanea in vista della Fiera di Francoforte 2024. Quest’anno, la casa editrice abruzzese ha ricevuto il Premio Nazionale di Traduzione dal Ministero della Cultura.

 

 

Come racconteresti l’identità di Edicola Ediciones ai lettori e alle lettrici di New Italian Books all’estero?

 

Alice Rifelli

Per riflettere sul concetto di identità prendo spunto dai libri di Cynthia Rimsky, scrittrice cilena radicata in Argentina di cui abbiamo iniziato a tradurre in Italia l’opera, a partire da Il futuro è un posto strano, Autostop per la rivoluzione e Yomurí. Secondo Rimsky l’identità è un’immagine effimera, fluttuante, in continuo mutamento. Edicola Edizioni nasce in Cile nel 2013 e due anni dopo inaugura una sede in Italia. Per diversi anni vive a cavallo tra i due Paesi, raccogliendo le influenze di due lingue, due culture, due approcci alla letteratura, due diversi mondi editoriali.

A Santiago pubblica i primi libri per rispondere a un’esigenza puntuale (la scarsa disponibilità di libri italiani contemporanei nel mercato latinoamericano) e cresce nella consapevolezza di poter diventare un ponte, un terreno su cui le distanze, non solo geografiche, si accorciano.

Oggi Edicola è una casa editrice indipendente che traduce, pubblica e distribuisce libri di autori e autrici dall’America Latina in Italia, e di autori e autrici dall’Italia in Cile e Argentina. Nel 2025 compirà 10 anni, pochi mesi fa ha vinto il Premio Nazionale di Traduzione del Ministero di Cultura italiano, ha quasi settanta titoli in catalogo e continua a osservare la sua identità mentre muta, o meglio si dilata, soprattutto grazie alla capacità dei nostri autori e delle nostre autrici di espandere i confini del nostro pensiero. Per quello che riguarda il catalogo italiano, penso ai progetti letterari di Andrès Montero (di cui, dopo Tony Nessuno e La morte goccia a goccia, pubblicheremo in autunno L’anno che abbiamo parlato con il mare), di Lola Larra (Sprinters e A sud dell’Alameda, che nel 2019 ci ha portato alla vittoria del Premio Andersen), di María José Ferrada (Niños, Kramp e La casa sul cartello), di Alejandra Costamagna (Il sistema del tatto e C’era una volta un passero), di Claudia Apablaza (Tutti pensano che sia un fachiro e Storia della mia lingua) e della già citata Cynthia Rimsky. Penso inoltre al lavoro di riscoperta delle opere di Pedro Lemebel, icona latinoamericana della critica sociale, di cui abbiamo tradotto le raccolte di cronache Di perle e cicatrici e Folle affanno e gli unici racconti Irraccontabili.

Ma se parliamo di confini, allora è giusto dire che Edicola tende a ignorarli. Dopo i primi anni dedicati esclusivamente alla letteratura cilena, il nostro sguardo ha iniziato a esplorare nuovi territori, a partire dalla Colombia (con Orlando Echeverri Benedetti e María Ospina Pizano, Premio 2023 Sor Juana Inés de la Cruz, di cui abbiamo tradotto Gli azzardi del corpo e di cui nel 2025 pubblicheremo il nuovo libro), dall’Argentina (con María Moreno, di cui quest’autunno uscirà L’atroce storia di Santos Godino, narrazione tra fiction e cronaca giornalistica delle vicende del più famoso serial killer dell’Argentina) e dall’Italia (dove, soprattutto con i testi di Livio Santoro, ci stiamo concentrando su forma breve e ricerca linguistica).

 

 

Quali sono le sue caratteristiche e i suoi punti di forza?

 

Paolo Primavera

Edicola è una casa editrice che affonda le proprie radici nella traduzione, il veicolo che ci permette di accorciare le distanze tra i due Paesi in cui è nata e continua a pubblicare. Fin dall’inizio, dal momento in cui abbiamo deciso di alimentare un doppio catalogo, ci siamo resi conto che, sia per noi sia per le traduttrici e per i traduttori con cui collaboriamo, la conoscenza del territorio sarebbe stato un valore imprescindibile che avrebbe contribuito a fare la differenza per i nostri testi. Questo è ancora più evidente per le traduzioni verso l’italiano, dato che il castigliano non solo è diverso tra regione e regione ma è spesso accompagnato da localismi o veri e propri linguaggi paralleli, come il coa cileno o il lunfardo argentino.

Per quello che riguarda le tematiche alle quali facciamo appello nella scelta dei nostri titoli, cerchiamo di prestare attenzione alla molteplicità del diverso e al ruolo fondamentale che questo gioca in una società che si voglia definire davvero contemporanea; diamo voce a storie non convenzionali, alle minoranze e alla vita di ogni giorno.

Immaginiamo il nostro catalogo come una sorta di labirinto dove ogni titolo prende per mano il lettore e lo conduce verso un altro, e da questo verso un altro ancora.

Abbiamo molto rispetto dei nostri lettori e delle nostre lettrici, che immaginiamo sempre come persone curiose, assetate di conoscenza e disposte a immergersi in territori poco abituali. Prestiamo molta attenzione e cura al processo di revisione della traduzione, all’aspetto estetico del libro, affidando le copertine al lavoro di illustratrici e illustratori affermati, e cerchiamo il più possibile di lavorare in maniera indipendente rispetto ai ritmi che regolano la presenza di una casa editrice sul mercato. Probabilmente questo è anche il modo più efficace per rispettare l’ambiente.

 

 

Quali scommesse, letterarie e di altro genere, hanno funzionato meglio in Italia e/o in Cile e a tuo avviso, perché?

 

Paolo Primavera

La scommessa principale, e questo vale per entrambi i territori su cui lavoriamo, è dare una vita il più lunga possibile a ogni libro, continuare a prestargli tempo, cura e passione, anche dopo i canonici tre mesi dopo i quali un titolo viene generalmente inghiottito dal mercato editoriale sparendo così all’attenzione di chi legge.

Penso ad esempio alla collana di poesia contemporanea che pubblichiamo in Cile, dove raccogliamo solo voci femminili, e che a distanza di anni continua a darci soddisfazioni inimmaginabili. O a Nieve, perro, pie di Claudio Morandini che ha affascinato un gran numero di lettori, per il suo elegante stile narrativo e probabilmente anche perché la solitudine di Adelmo Farandola è stata riconosciuta molto simile a quella che si prova nel vivere in una metropoli come Santiago del Cile. O a La maravillosa lampara de Paolo Lunare di Cristò, così capace di ammiccare al concetto di verità che i vivi possono esprimere liberamente solo dopo la morte. A La madre de Eva di Silvia Ferreri per aver anticipato l’ondata cilena in difesa dei diritti LGBT+A, Antes que otros te lo digan di Marino Magliani che tocca in modo così profondo il tema della migrazione o a Vinpeel de los horizontes di Peppe Millanta, un delicato invito all’ascolto dell’interlocutore per capirne l’essenza e poter intraprendere insieme un viaggio.

 

Intervista a Paolo Primavera e Alice Rifelli,  Edicola Edizioni/Edicola Ediciones
treccani

Registrati al portale Treccani

Per essere sempre aggiornato sulle novità di newitalianbooks