interviste
10 Novembre 2023

Verso Francoforte 2024
Intervista a Susanne Simor, direttrice dell’ufficio diritti esteri della casa editrice C.H. Beck

Autore: Maddalena Fingerle

Verso Francoforte 2024 <br>Intervista a Susanne Simor, direttrice dell’ufficio diritti esteri della casa editrice C.H. Beck

Susanne Simor, nata a Budapest, dirige l’ufficio diritti esteri della casa editrice C.H. Beck. Ha studiato romanistica e germanistica e ha tenuto diversi corsi sull’editoria alla Facoltà di Studi Germanici dell’Università di Monaco di Baviera. Ha lavorato per Suhrkamp, Farrar Straus & Giroux e Feltrinelli e parla cinque lingue, l’ungherese (sua madre lingua,) il tedesco, l’italiano, il francese e l’inglese.

 

 

Lei ha un forte legame con l’Italia, quando e come è nato?

 

Devo il mio forte legame con l’Italia a diverse circostanze della mia vita. Potrei anche dire che la lingua italiana è entrata nei miei pensieri piano piano, come le scrittrici e gli scrittori italiane/i che da tanto tempo mi fanno compagnia. Ho fatto tanti anni di latino al liceo perché mi piaceva molto. Dal latino all’italiano per me e stato solo un piccolo passo. Ho imparato la lingua italiana all’università mentre studiavo storia della letteratura italiana, francese e tedesca a Monaco di Baviera, all’Università per Stranieri di Perugia e all’Università di Nantes.
Quando studiavo lingue e letterature romanze a Monaco di Baviera mi è capitato di inoltrarmi nella poesia di Eugenio Montale che mi ha sempre incoraggiato anche durante i periodi bui della mia vita come il periodo del Covid con i suoi coprifuoco. Quando mi saliva l’angoscia pensavo sempre ad alcune sue poesie.
Durante uno stage dalla Feltrinelli ho avuto la fortuna di conoscere anche scrittori contemporanei come Gianni Celati, Antonio Tabucchi o Erri de Luca.

 

 

Quando ha iniziato a lavorare da Beck e perché?

 

Ho iniziato a lavorare per C.H. Beck all’inizio degli anni 90 perché l’editore Wolfgang Beck mi ha proposto di gestire l’ufficio diritti esteri che allora era tutto da costruire. Il settore delle traduzioni mi ha sempre attirato. L’idea che un libro possa rinascere in un’altra lingua grazie a un’altra persona che non è l’autrice o l’autore del libro mi ha sempre affascinato.

 

 

È cambiato il Suo sguardo rispetto alla letteratura da allora a oggi? Se sì in che modo?

 

Ciò che continua a crescere nel corso degli anni è lo sbalordimento per la ricchezza dell’immaginazione e per la sua inventività. Anche il rispetto per le sensibilità profondamente diverse di chi scrive cresce con il tempo. Quanti mondi ci offrono i libri arricchendo la nostra vita dandole una polifonia incredibile!

 

 

Quali sono gli aspetti che prende in considerazione quando decide di comprare i diritti di traduzione di un romanzo italiano o che considera importanti per vendere quelli tedeschi in Italia? Che cosa deve avere un libro o un’autrice/autore per attirarla?

 

Prima di comprare i diritti di traduzione di un libro bisogna capire se ha quella scintilla o quella originalità che gli possono procurare una posizione chiave anche su un mercato straniero dove l’autrice o l’autore non è ancora conosciuta/o. Una traduzione è sempre più costosa di un’edizione in lingua originale, perché si devono pagare i diritti di licenza e i costi per la traduzione, ma anche un editor che controlla la traduzione. Queste spese aggiuntive per la casa editrice che compra i diritti devono essere recuperate. Un progetto editoriale molto prestigioso è la nostra Geschichte der Welt/Storia del Mondo in sei volumi edito da Akira Iriye e Jürgen Osterhammel che abbiamo realizzato insieme a Harvard UP. In Italia è stato Giulio Einaudi a pubblicare, man mano, tutti i 6 volumi, cioè 6.391 pagine in tutto. Il mercato italiano ha accolto molto bene questi volumi, così in Italia alcuni saggi del volume sono anche stati pubblicati come libri a sé stanti.
Se voglio vendere i diritti di un libro in Italia – che per noi è il caso più frequente – il mio compito è quello di convincere una casa editrice italiana della particolarità di un libro, tanto da affrontare i costi di traduzione.

 

 

C’è qualche tema che funziona in ambito tedescofono ma non in quello italofono e viceversa? Se sì, secondo lei, perché?

 

Il mercato italiano è molto ricettivo per i libri tedeschi che hanno un certo successo in Germania. Soprattutto la saggistica tedesca viene ampiamente tradotta in italiano, secondo me la fiction tedesca viene tradotta un po’ meno in italiano, fatta eccezione per i grandi autori classici. Nel campo della storia in generale, storia culturale, religiosa o storia dell’arte il mercato tedesco è molto produttivo. C’è un’incredibile varietà di titoli, una polifonia di cui approfittano anche le case editrici italiane traducendone grande parte. Questa ricchezza è dovuta anche al fatto che dopo la seconda guerra mondiale la Germania ha avuto un maggior bisogno di elaborare il proprio passato rispetto all’Italia. Il nostro successo più grande per quanto riguarda le vendite all’estero è stato il libro Das Schloss der Schriftsteller/Il Castello degli Scrittori, in cui Uwe Neumahr affronta i processi di Norimberga dalla prospettiva dei giornalisti internazionali allora presenti. In Germania è diventato un bestseller ed è stato tradotto in ben sette lingue. In Italia uscirà a breve con Marsilio e prima ancora della sua pubblicazione Il Corriere della Sera ne ha scritto ampiamente. Il fatto che il mercato italiano accoglie bene i libri tedeschi è dovuto anche ai tanti editor che in Italia leggono il tedesco. Purtroppo il mercato tedesco non è altrettanto ricettivo per libri italiani. Tranne alcune case editrici specializzati nell’editoria tedesca come Wagenbach o Hanser Verlag in generale ci sono sempre meno editor che leggono l’italiano.
Nel nostro caso finora, quando abbiamo cercato di riprodurre il successo di un libro italiano in Germania, le vendite sono spesso state deludenti rispetto alle nostre aspettative. Per ogni regola c’è anche un’eccezione. Per noi è rappresentata dal primo romanzo die Giuliano da Empoli, Il mago del Cremlino che noi abbiamo però tradotto dall’originale francese.
Se un’autrice o un autore è già consolidato nel mercato del proprio Paese può essere che venda bene, ma in un altro paese, se ancora non è conosciuto, può passare inosservato. Per una traduzione bisogna perciò trovare libri che siano abbastanza originali o brillanti da trovare la loro via indipendentemente dal fatto che l’autrice o l’autore sia conosciuto o meno. Quindi se un libro riesce a sorpassare la frontiera della propria lingua vuole dire che il suo messaggio è veramente originale e che contiene quel fuoco che traspare ovunque.

 

Negli ultimi anni, la crescente popolarità e attrattività del Salone de Libro di Torino ha contribuito molto a incrementare gli scambi internazionali con le case editrici italiane. C’è un libro che avrebbe voluto pubblicare ma che è stato pubblicato da un’altra casa editrice? E uno che avrebbe voluto vendere ma che non è stato venduto?

 

Se un libro viene tradotto da un’altra casa editrice non è grave perché l’importante è appunto che il libro trovi il suo posto perfetto per essere lanciato su un nuovo mercato. Certo che ci è capitato parecchie volte di dover rinunciare a un progetto perché l’offerta di un altro editore era più alta della nostra. Siamo comunque un’azienda indipendente a gestione familiare e non un’enorme società e queste cose possono succedere.
Molto peggio è quando un libro che meriterebbe di essere tradotto non viene tradotto perché nessuno riconosce il suo valore per un mercato straniero. È altrettanto tragico quando un libro viene tradotto e pubblicato dall’editore sbagliato, ovvero quello che non riesce a renderlo accessibile al pubblico che gli spetta.
Nella saggistica abbiamo una bellissima storia globale del Capitalismo che uscirà per la fiera di Francoforte quest’anno. L’autore è Friedrich Lenger e il titolo è Der Preis der Welt/Il prezzo del mondo. Le disuguaglianze globali che il capitalismo ha prodotto includono il consumo ineguale di risorse fossili e la distruzione dell’ambiente, che sono percepite in modo molto diverso nelle varie regioni del mondo. E per quanto i capitalisti commerciali e industriali siano stati indifferenti alla natura, sono stati altrettanto indifferenti alla sofferenza umana. Il libro offre quindi una lettura fondamentale per chi cerca di capire la complessità dei problemi di oggi o vuole partecipare al dibattito politico. Questo libro è importante sia per il mercato italiano che per quello tedesco e quindi spero di trovargli anche un editore italiano.
Un altro libro che meriterebbe una traduzione in italiano è il nuovo romanzo di Sabine Gruber intitolato Die Dauer der Liebe/La durata dell’amore. L’autrice che ha ricevuto tanti premi letterari, è nata a Merano e quindi ha radici italiane che sono rintracciabili nei suoi romanzi. Sabine Gruber si sente un’europea di lingua tedesca con passaporto italiano. Essendo già stata tradotta con un altro romanzo da Marsilio l’autrice è già conosciuta a un certo pubblico italiano. Il suo ultimo libro uscito poco fa è molto autobiografico e secondo me è il più forte che finora abbia scritto. Con un’energia incredibile e una lingua potentissima il libro racconta una storia di perdita e di tradimento, ma dimostra anche come dopo aver attraversato il deserto del lutto, si possa ritrovare la strada della vita e quindi offre anche la storia di una guarigione. Alla fiera di Francoforte spero di trovare una nuova casa italiana anche per questi libri.

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