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La lessicografia dialettale lombarda tra Sette e Ottocento

Un oggetto desueto: così si potrebbe definire oggi il vocabolario dialettale. Al di fuori dell’ambito ristretto degli studiosi, il vocabolario dialettale appare uno strumento ignoto ai più, ad altri un curioso reperto di tempi lontani o, nei casi più fortunati, l’appassionata autobiografia lessicale di cultori di storie locali. Diverse erano le cose nei secoli di cui si occupa il presente lavoro. I vocabolari dialettali occupavano un posto dignitoso nella cultura sette-ottocentesca: a loro spettava primariamente un ruolo importante nella conquista della lingua nazionale, ma erano anche, in qualche caso, preziosi contenitori delle reliquie di un passato documentabile soltanto attraverso le sopravvivenze del lessico. Il volume traccia un profilo della produzione lessicografica dialettale lombarda, di una delle regioni più ricche di dizionari vernacolari tra Sette e Ottocento.

 

SOMMARIO: Introduzione – 1. Esordi settecenteschi – 2. I vocabolari dialettali di Francesco Cherubini – 3. Brescia e Bergamo – 4. Pietro Monti e le venerabili reliquie – 5. I dizionari scolastici e gli antidialettali – 6. I Lombardi al concorso – Riferimenti bibliografici.


Mario Piotti insegna Linguistica italiana e Linguistica dei media all’Università degli Studi di Milano. Studia la lingua dei media, con particolare attenzione alla televisione, al cinema e ai fumetti. Si occupa anche di storia della lingua scientifica, di lessicografia dialettale. Nel 1998 ha pubblicato Un puoco grossetto di loquella. La lingua di Niccolò Tartaglia.

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