L’arte di legare le persone

«Alla fine della lettura era commozione. Era spavento, stupore, fastidio, tenerezza. Era compassione. Alla fine della lettura, ho vissuto. Che bello che  L\’arte di legare le persone  sia arrivato. Non è un romanzo, non è un saggio, è una storia che contiene noi stessi. Custodisce gli esseri umani per come vengono al mondo: c’è chi cura, chi è curato, chi rimane nel mezzo. Paolo Milone ha composto un mosaico emotivo che respira di verità dalla prima all’ultima pagina».  

Marco Missiroli

Quante volte in questi mesi ci siamo ritrovati a parlare dei medici: eroi, martiri, vittime… In verità, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. Fragili, fallibili, mortali. Paolo Milone ha lavorato per quarant\’anni in un reparto di Psichiatria d\’urgenza, e ci racconta esattamente questo. Senza farsi sconti.

Tra Grey’s Anatomy e Ronald Laing, a volte persino ridendo, i suoi ritratti per sprazzi e per lampi ci regalano uno sguardo completamente nuovo, restituendo lo sgomento e l’impotenza, la curiosità, la passione, l’esasperazione, l’inesausta catena di domande che colleziona chiunque abbia scelto di «guardare l’abisso con gli occhi degli altri». Non c’è nulla di teorico, in queste pagine. C’è un pullulare di storie, e la forza della vita che non si ferma davanti a niente. Ci sono infermieri, medici, pazienti, passanti, conoscenti, caduti da una parte e dall’altra di quel «tiro di dadi riuscito bene» che separa i sani dai malati.

Non si potrà posare questo libro senza un’emozione profonda, duratura, senza guardare i matti in tutt’altro modo, e soprattutto senza parlarne immediatamente con qualcuno.