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14 Maggio 2020

Umberto Eco in altre lingue

Autore:
Andrea Palermitano (Università degli Studi di Milano)

Tradotto in sessantaquattro Paesi e in quarantacinque lingue, Umberto Eco è oggi uno degli scrittori italiani più noti nel mondo. Nel processo di diffusione internazionale delle sue opere possiamo distinguere due percorsi, quello saggistico e quello narrativo, e due stagioni, prima e dopo il grande successo de Il nome della rosa.

La saggistica
Diario minimo è la prima opera di Eco a essere pubblicata all’estero, a opera dell’editore Horizonte di Madrid nel 1964, ma il riconoscimento internazionale di questo libro non arriverà che molti anni più tardi. È infatti Opera aperta il primo titolo di Eco a suscitare un vasto interesse nel mondo, dapprima in Spagna e Francia nel 1965, poi in Jugoslavia (1966), Brasile (1968), Portogallo e Romania (1969). Negli anni Settanta il libro di Eco di maggior successo è La struttura assente, uscito in (1971), Germania e Polonia (1972), assieme al Trattato di semiotica generale, pubblicato negli Stati Uniti (1966), nel Regno Unito (1977) e in Giappone (1980). Sono perciò gli studi di semiotica a godere di ampia circolazione all’estero, prima di raccolte come Diario Minimo e Apocalittici e integrati. Le Postille al Nome della rosa vengono tradotte rapidamente sulla scia del successo del romanzo – già nel 1984 appaiono in Spagna, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti – mentre più graduale è la diffusione di altri titoli di saggistica, in Turchia (Sette anni di desiderio, 1991), Georgia (Costruire il nemico, 2015), Marocco (Lector in fabula, 1996) e Vietnam (Come si fa una tesi di laurea, 2010).

La narrativa
Il grande successo internazionale del Nome della rosa arriva nei primi anni Ottanta e la rapidità con cui le traduzioni si susseguono testimonia l’impatto che il primo romanzo di Eco conosce nei mercati editoriali stranieri, con risultati del tutto sorprendenti e senza paragoni rispetto ad altre opere letterarie italiane del Novecento. Le prime traduzioni escono in Francia, Stati Uniti, Spagna e Germania (1982) a cui seguono negli anni successivi Paesi in cui Eco si affaccia per la prima volta: Taiwan, Finlandia e Paesi Bassi (1983), Danimarca, Islanda e Norvegia (1984), Grecia e Cecoslovacchia (1985), Corea del Sud, Iran e Turchia (1986) e Israele, Ungheria, URSS, Germania Est e Vietnam negli ultimi anni Ottanta. Solo in questo decennio Il nome della rosa vende all’estero più otto milioni di copie, collocandosi ai primi posti delle classifiche librarie di tutto il mondo. Negli anni Novanta e nei primi decenni del XXI secolo nuovi Paesi si aggiungono ad una già lunga lista: Giappone, Lituania, Tunisia (prima traduzione in arabo), Moldavia, Bielorussia, Repubblica Ceca, Egitto, Albania, Libia, Lettonia, Tailandia, Slovacchia, Indonesia, Macedonia, Ucraina, Georgia, Azerbaigian, Armenia, India e Croazia. Seppur in minor misura, anche la successiva produzione narrativa di Eco gode di un’ampia fortuna: Il pendolo di Foucault viene tradotto in trentacinque lingue e trentanove Paesi, L’isola del giorno prima in trentuno lingue e trentadue Paesi, Baudolino in trenta lingue e trentuno Paesi, La misteriosa fiamma della regina Loana in ventinove lingue e Paesi, Il cimitero di Praga in trentaquattro lingue e Paesi. La rapidità delle traduzioni aumenta progressivamente nel tempo, toccando il picco con Numero zero – uscito in diciannove Paesi nello stesso anno della pubblicazione italiana –, a testimonianza di un interesse internazionale sempre vivo per le sue opere.

Editori e traduttori
Sono numerose le case editrici straniere che hanno pubblicato con assiduità negli anni i libri di Eco, in modo particolare la barcellonese Lumen che ha dato alle stampe il suo primo titolo, Apocalittici e integrati, nel 1968. Con il successo del Nome della rosa Eco si conquista la fedeltà di prestigiosi marchi editoriali, come Grasset a Parigi, Hanser a Monaco di Baviera, Bromberg a Stoccolma, Tiden a Oslo e Harcourt Brace negli USA. Tra le case editrici che da diversi decenni si occupano di Eco in mercati editoriali emergenti ci sono Can Yayınları di Istanbul e la coreana Open Book, che nel 2009 ha dedicato a Eco una collana saggistica intitolata «Eco Mania Collection». Sono centinaia i traduttori che nei decenni si sono misurati con le opere di Eco. A titolo esemplificativo menzioneremo i nomi di coloro che hanno contribuito maggiormente alla diffusione dei suoi libri, indicando accanto a ognuno il numero di libri tradotti: Burkhart Kroeber per il tedesco (34), Éfi Kallifatídi per il greco (21), Helena Lozano per lo spagnolo (17), il duo Yond Boeke e Patty Krone per l’olandese (17), Myriem Bouzaher per il francese (14) ed Elena Kostjukovič per il russo (12).

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