Un libro che vorrei tradurre
22 Luglio 2025

Il mare non bagna Napoli

Autore: Ana Cláudia Santos

Il mare non bagna Napoli

Anna Maria Ortese

Il mare non bagna Napoli

Milano, Adelphi, 1994

(prima edizione,Torino, Einaudi, 1953)

 

Ho amato molto leggere questo libro e mi piacerebbe tradurlo. Uscito nel 1953 da Einaudi, è una raccolta di racconti. I primi due, «Un paio di occhiali» e «Interno familiare» sono più apertamente letterari, mentre gli altri tre possono essere definiti dei reportage giornalistici.

Anna Maria Ortese, nata a Roma nel 1914, ha vissuto a lungo a Napoli e la città la conosceva bene. Questo libro è stato criticato e malinteso, come l’autrice stessa afferma nella sua prefazione del 1994, quando il libro è stato ristampato: «fu giudicato, purtroppo, un libro “contro Napoli”». Invece è un libro di amore disperato per una città uscita in pezzi dalla guerra. In questa prefazione, «Il Mare come spaesamento», Ortese spiega: «La scrittura del Mare ha un che di esaltato, di febbrile, tende ai toni alti, dà nell’allucinato: e quasi in ogni punto della pagina presenta, pur nel suo rigore, un che di “troppo”».

Nel primo racconto, «Un paio di occhiali», Ortese fa vedere una Napoli in cui il buio dei vicoli, la miseria umana, morale e materiale, compongono l’immagine di una città di mare dove il mare non si sente e non si vede, dove il sole stesso sembra non arrivare e in cui «il mondo è meglio non vederlo che vederlo». Eugenia, una bambina povera e praticamente cieca vuole vedere tutte le meraviglie del mondo, riponendo tutte le sue speranze di felicità in un paio di occhiali. Una zia l’accompagna da un ottico in via Toledo; dopo aver provato gli occhiali, per un attimo la bambina non vede altro che segni di civiltà e gentilezza, bei sorrisi, bei denti, negozi le cui vetrine brillano come specchi. È questo mondo bello che Eugenia vuole vedere, «il mondo fatto da Dio, col vento, il sole, e laggiù il mare pulito, grande». Ma quando Eugenia mette finalmente gli occhiali, la sua reazione a quello che vede intorno a sé è amarissima.

Quanto mi piacerebbe tradurre questo testo magnifico! Che io sappia, l’unico libro di Anna Maria Ortese che è stato tradotto in Portogallo è L’iguana. Speriamo che, un giorno, le ombre e le tenebre di Il mare non bagna Napoli vedano la luce in portoghese.

 

 

Ana Cláudia Santos è scrittrice e traduttrice. Ha tradotto, tra gli altri, opere di Giambattista Vico, Carlo Collodi, Sergio Solmi, Italo Svevo, Carlo Levi, Fleur Jaeggy, Alba de Céspedes e Natalia Ginzburg. Ha lavorato per la casa editrice dell’Università di Lisbona e ha insegnato portoghese all’Università di Pisa. Ha conseguito un dottorato in Teoria della letteratura presso l’Università di Lisbona. La sua prima raccolta di racconti, A Morsa – Contos de Inocência e de Violência [Il tricheco Racconti di innocenza e violenza], è stata pubblicata nel 2022, mentre il suo secondo libro, il romanzo breve Lavores de Ana [I lavori di Ana], è uscito recentemente.

 

Il mare non bagna Napoli
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