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«La bufera del coronavirus ha scosso il mondo. In particolare l’occidente ne esce indebolito, e bisogna domandarsi perché nelle società più avanzate e più ricche l’impatto del virus sia stato così devastante. Il fatto è che gli ultimi vent’anni di globalizzazione e di egemonia neo liberista hanno reso enormemente più fragili le nostre società. Non si tratta solo dell’indebolimento dei sistemi sanitari universalistici. Né soltanto della riduzione del welfare e della spesa sociale. Si tratta della crescita delle diseguaglianze e delle aree di emarginazione. Ma la crisi getta una luce impietosa su un altro aspetto non meno preoccupante. Cioè che società fragili, impaurite, prive di corpi intermedi e impoverite nelle loro basi culturali producono classi dirigenti sempre più casuali e improbabili».

Da dove nasce il caos che regna oggi nel sistema internazionale? Quali nuovi e vecchi attori si muoveranno nello scacchiere globale nei prossimi decenni? Quali i focolai di crisi e gli ambiti in cui si svolgerà la lotta per la conquista della leadership nella realtà multipolare del XXI secolo? Per rispondere a tali interrogativi Massimo D’Alema traccia una lucida analisi dello scenario geopolitico attuale. Con la crisi del modello della liberaldemocrazia e dell’economia di mercato, che dopo il 1989 sembrava destinato a dominare in maniera incontrastata, si è aperta una fase di gramsciano interregno, in cui il vecchio ordine è scomparso e il nuovo fatica a nascere. Una fase carica di elementi di instabilità e caratterizzata dalla perdita di egemonia degli Stati Uniti e dell’Occidente e dall’emergere di nuovi attori globali. E proprio dalla consapevolezza della pluralità del mondo dovrà prendere le mosse una leadership mondiale illuminata, che non sarà più un’unica potenza né un solo modello culturale e politico. L’America di Trump, la Russia di Putin e la Cina di Xi Jinping, le incertezze dell’Europa, il ruolo nuovo dell’Africa, lo scacchiere mediterraneo e l’irrisolta questione mediorientale. In sei incisive lezioni, una riflessione sulla crisi dell’ordine internazionale neoliberale e sugli scenari che segnano il nostro tempo. La crisi del coronavirus non solo non smentisce ma rafforza questa analisi.


Massimo D’Alema è stato segretario della Fgci dal 1975 al 1980. È tra i giovani dirigenti della «svolta» che, nel 1989, trasformarono il Pci in Pds, di cui diviene segretario nazionale nel 1994. Eletto alla Camera nel 1987, nel 1997 diventa presidente della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Dal 1998 al 2000 è stato presidente del Consiglio. Nel 2006 è eletto deputato e nominato vicepresidente del Consiglio e ministro degli esteri.

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