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Un viaggio sentimentale e fisico al cuore dell’identità italiana. Un libro che ha la forza dirompente di Kitchen Confidential di Anthony Bourdain.

Tommaso Melilli era andato a Parigi per studiare letteratura e qualche anno dopo si ritrova chef di un ristorante. Un lavoro tranquillo finché non viene sfiorato dall’attentato al Bataclan; pensava di essersi lasciato la sua vecchia vita alle spalle ma alla fine capisce che solo se sai da dove vieni puoi capire chi sei. Decide allora di fare l’unica cosa che sente giusta: tornare in Italia e raccontarla da un punto di vista particolare, unico e nascosto. Quello della cucina delle trattorie. Cuoco e scrittore, Tommaso Melilli ci racconta dall’interno i luoghi segreti, spesso inaccessibili delle osterie italiane. Melilli ha girato il paese, visitando alcune delle osterie più interessanti in circolazione: è entrato nelle cucine e vi ha lavorato qualche settimana, mescolandosi alla brigata, entrando in intimità con lo chef, inseguendo le materie prime, scoprendo le storie dei territori e i segreti dei piatti. È il racconto di un ambiente chiuso, sospeso tra il militare e l’artistico, che però è anche un luogo di sperimentazione, scoperte, di innovazione. Gli chef che Melilli incontra si stagliano sulla pagina con la profondità di personaggi letterari, la ricchezza di storie personali che si intrecciano fa de I conti con l’oste un’inaspettata autobiografia di una nazione. Ma soprattutto Melilli rende tutto ciò avvincente come un grande romanzo di formazione: il suo sguardo inquieto e il suo gusto per la narrazione fanno sì che, come in un libro di Joan Didion o di Emmanuel Carrère, il pezzo di mondo di cui scrive si allarghi fino a contenerci tutti. Le osterie sono luoghi di memoria e racconto, esperienza e innovazione. A lungo dimenticate, a scapito di stellati e cooking show, oggi sono il posto dove accadono le cose. E dove può capitare di scoprire chi siamo destinati a essere.

Diritti di traduzione francesi comprati in preempt da Éditions Stock.


Tommaso Melilli (Cremona, 1990) si trasferisce a Parigi a diciott’anni per studiare letteratura e filosofia contemporanee, dove comincia a lavorare in un piccolo bistrot e in diversi ristoranti. Qualche mese più tardi lascia l’università e inizia a scrivere di quello che sta scoprendo. Su Slate tiene in francese una rubrica di ricette. Sempre in francese ha pubblicato il libro Spaghetti Wars, che tratta dei conflitti di appartenenza e identità legati a quello che mangiamo.

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