In altre lingue
17 Maggio 2021

Andrea Zanzotto in altre lingue

Autore: Giorgia Bongiorno and Laura Toppan, Université de Lorraine, Nancy

Andrea Zanzotto in altre lingue

Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo 1921 – Conegliano 2011) ha cominciato ad essere pubblicato all’estero e tradotto in altre lingue ad una certa distanza dall’uscita delle edizioni originali italiane, inaugurate nel 1951 dalla raccolta Dietro il paesaggio pubblicata da Mondadori. Questo tempo di scarto riguarda ovviamente la traduzione in altre lingue di raccolte integrali del poeta di Pieve di Soligo, su cui ci concentreremo qui, tralasciando per forza maggiore la diffusione della poesia zanzottiana in rivista, più complessa da ripercorrere. Di maggior accessibilità è invece il censimento delle antologie, che del resto sembrano essere il veicolo più frequentato nella fortuna internazionale di Zanzotto, la cui poesia, particolarmente densa e di non immediata lettura, si diffonde così in molti paesi grazie a selezioni accurate dalle varie opere.

Volendo seguire un filo cronologico, che si diramerà poi per zone geografiche, è in Scandinavia che forse troviamo il primo Zanzotto in un’altra lingua. Due componimenti del poeta – uno tratto da Vocativo (1957) e l’altro da IX Ecloghe (1962) appaiono infatti nell’antologia svedese Elemantära tankar a cura di Estrid Tenggren, pubblicata presso le edizioni Bo Cavefors nel 1968, a ben diciassette anni dal primo volume italiano del poeta ed esattamente nello stesso anno in cui esce in Italia la sua raccolta più nota, ovvero La Beltà. Si dovrà tuttavia aspettare il 2012 per leggere nuovamente Zanzotto in svedese, all’uscita della traduzione integrale di Gli Sguardi i Fatti e Senhal per mano di Gustav Sjöberg (Blickarna händelserna och senhal, Stockolm, Italienska KulturInstitutet, Collana «I Libri di CARTADITALIA», 2012).

La prima traduzione di una cospicua scelta di poesie zanzottiane compare in lingua inglese nel 1975 ad opera di Ruth Feldamn (Selected Poetry of Andrea Zanzotto, edited and translated by Ruth Feldamn – Brian Swann, Princeton University Press, Princeton (New Jersey), 1975, con una riedizione del 2016) e comprende una vasta selezione da Dietro il Paesaggio (1951), da Vocativo (1957), IX Ecloghe (1962) e da La Beltà (1968). Seguiranno poi altre antologie in inglese: nuovamente Ruth Feldamn e lo studioso del poeta John Welle pubblicheranno una cernita di poesie essenzialmente tratte da Filò (1976) e Idioma (1986) (Peasant’s Wake for Fellini’s “Casanova” and Other Poems, Edited and Translated by John P. Welle and Ruth Feldman, Drawings by Federico Fellini and Augusto Murer, University of Illinois Press, Urbana and Chicago, 1997); e qualche anno prima esce in Canada una raccolta di poesie tradotte da Antony Barnett tratte da La Beltà e Pasque (Poems by Andrea Zanzotto, Translated from the Italian by Antony Barnett, A-B. Lewes (Canada), 1993). Un’ulteriore traduzione antologica è quella curata da Patrick Barron e al. nel 2007 (Selected Poetry and Prose of Andrea Zanzotto, edited and translated by Patrick Barron et. al., University of Chicago Press, Chicago (Illinois), 2007). Bisognerà aspettare il 2010 per leggere in inglese Fosfeni (1983) in forma integrale (Fosfeni. Poems, translated by Pasquale Verdicchio, Montreal, Guernica, 2010).

La forma antologica sembra la più frequente anche in spagnolo, lingua che conta relativamente poche traduzioni zanzottiane rispetto ad altre: una raccolta di poesie scelte è uscita in Sudamerica nel 1996 (Del Paisaje al Idioma. Antología poética, con un «Autorretrato» del autor, seleccion y prólogo de Ernesto Hernandéz Busto, Universídad Iberoamericana – Artes de México Colectión «Poesía y Poética »), Colonia Lomas de Santa Fe – Colonia Roma 1996); e più di recente, è stata pubblicata in Spagna un’antologia poetica in castigliano (La muerta tibiez de los bosques. Poesía selecta, Traducción de Mara Donat y Giampiero Bucci), oltre ad una selezione di prose (El (necesario) mentir. Prosa selecta, Traducción de Eduardo Montagner Anguiano y Giampiero Bucci), entrambe presso la casa editrice di Madrid Vaso Roto Esenciales, nel 2011.

Spesso i traduttori sono loro stessi specialisti, o si fanno affiancare da studiosi, del poeta, quasi che la traduzione della poesia zanzottiana, portatrice di un’eredità letteraria così rica, sia di per sé associata alla sua trasmissione critica. Ai passeurs inglesi o spagnoli che di Zanzotto sono anche studiosi si associa la traduttrice estone Maarja Kangro in un’antologia piuttosto recente (Hääl ja tema vari. La voce e la sua ombra, Itaalia keelest tõlkinud Maarja Kangro. Eesti Keele Sihtasutus, Tallinn 2005).

Le lingue che per il momento hanno al loro attivo il maggior numero di raccolte integrali di Zanzotto sono il tedesco e il francese, entrambe cariche di un valore particolarmente forte per il poeta. Il tedesco è per Zanzotto la lingua di due grandi poeti che hanno rappresentato per lui due vere e proprie stelle polari: Fredrich Hölderlin e Paul Celan. E il francese costituisce la lingua più familiare del poeta, quella che era parlata in famiglia per via delle esperienze di emigrazione nella Svizzera francese del padre e del poeta stesso, ma anche quella da cui Zanzotto tradurrà per Mondadori e Rizzoli, case editrici di cui è stato sporadico consulente. E il francese è infine la lingua della cultura a cui Zanzotto è sicuramente più attento e vicino, sia se si guarda alle prime ispirazioni di matrice simbolista e surrealista, sia se si tiene conto delle massicce suggestioni provenienti dai cambiamenti filosofici, storici, anche linguistici che attraversano il contesto francese degli anni Sessanta e Settanta e che si ripercuotono sulla produzione più sperimentale del poeta, dalla Beltà (1968) in poi.

Per quanto riguarda la Germania, si possono annoverare diverse traduzioni antologiche in diverse epoche: la scelta da IX Ecloghe uscita sulla rivista «Akzente»: “Aus den ‘IX Ecloghe’” übersetzt von Helga Böhmer in Höllerer, Walter, Bender, Hans (Hrsg.), 1965 Akzente. Zeitschrift für Dichtung. Heft 1/Februar 1965, München: Hanser, S. 136-137 o un’altra selezione dalla stessa raccolta tradotta da Theresia Prammer : Andrea Zanzotto: Nur unerheblich oberhalb des Bodens. Auswahl aus dem Band IX Eklogen (1962), in: Kolik 37/2007. Sempre Prammer ha tradotto più recentemente una scelta da Conglomerati (2009), l’ultimo libro di Zanzotto (Ein halluzinatorisches Gemisch. Auswahl aus dem Band Conglomerati (2010), in: Robert Huez u. Christine Vescoli (Hrsg.), Verortung. Texte und Positionen zu dreißig Jahre Lana und Literatur Edition Per Procura, Wien/Lana 2010). Segnaliamo altre due antologie: una che presenta poesie a partire da Dietro il paesaggio insieme all’Ecloga V tratta da IX Ecloghe (Lorna, Kleinod der Hügel. “Lorna, gemma delle colline”, übersetzt und herausgegeben von Helga Böhmer und Gio Batta Bucciol, mit Zeichnungen von Hans Joachim Madaus, Narr (“Italienische Bibliothek, 4”), Tübingen 1990); e l’altra una cernita di testi dalla Trilogia zanzottiana, composta dalle tre raccolte degli anni Ottanta: Il Galateo in Bosco (1978) Fosfeni (1983) e Idioma (1986). Quest’ultima traduzione del 1987 (Lichtbrechung. Ausgewählte Gedichte (Donatella Capaldi, Peter Waterhouse, Ludwug Paulmichl), Droschl Verlag, Wien-Graz) è opera di un gruppo di traduttori che a partire dagli anni Duemila danno vita a un esperimento di massimo interesse, il progetto nominato Planet Beltà. Si tratta di un unicum nel panorama che stiamo tratteggiando, e che scommette sul potenziale di una traduzione collettiva per restituire la pagina esplosa e prismatica di Zanzotto. Planet Beltà conta al suo attivo quattro volumi pubblicati per le edizioni Engeler (http://www.engeler.de/), a cominciare dalla raccolta che dà il nome al progetto stesso (2001: Andrea Zanzotto, Pracht / La Beltà, Gedichte Italienisch Deutsch, übersetzt von Donatella Capaldi, Maria Fehringer, Ludwig Paulmichl und Peter Waterhouse. Urs Engeler (Basel – Weil am Rhein). Folio Verlag (Wien-Bozen/Bolzano); continuando con Gli Sguardi i Fatti e Senhal nel 2002 (Signale Senhal), e poi con la traduzione di Sull’Altopiano (Auf der Hochebene und andere Orte) nel 2004, per finire con un volume che raccoglie i saggi critici del Meridiano (Die Welt ist eine andere. Poetik, übersetzt von Karin Fleischander). Un’antologia del primo e dell’ultimo Zanzotto, ideata al di fuori dal progetto ma per mano degli stessi traduttori per celebrare i novant’anni anni del poeta (Andrea Zanzotto. Dorfspiel. Aus dem Italienischen von Donatella Capaldi, Maria Fehringer, Ludwig Paulmichl, Peter Waterhouse. Mit Beiträgen von Donatella Capaldi und Peter Waterhouse.Engeler, Folio-Literatur Lana,  Wien), è poi uscita in memoriam nel 2014. E una traduzione integrale de Il Galateo in Bosco è in corso sempre all’interno del progetto Planet Beltà.

Passando ora alla Francia, possiamo constatare la massa consistente di testi zanzottiani in questa lingua, che si apre nel 1978, sulla rivista Po&sie, con la traduzione simultanea ad opera di Gérard Genot, di cinque sonetti del cuore petrarchesco de Il Galateo in Bosco, l’Ipersonetto, nello stesso anno dell’uscita italiana della raccolta. Ma si dovrà aspettare il 1986 per leggere in francese la traduzione integrale della raccolta (Le Galatée au Bois, traduit de l’italien par Philippe Di Meo, Arcane 17, «L’Hippogrife», Nantes, 1986) per mano di colui che sarà il traduttore zanzottiano più assiduo, nonché il fautore della sua diffusione in Francia, Philippe Di Meo. È all’incirca nello stesso periodo che i lettori francesi cominciano a leggere in traduzione una vasta selezione dalla poesia contemporanea italiana. Zanzotto infatti si fa strada oltralpe in un momento particolarmente felice per la poesia italiana in Francia, segnato ad esempio dalla nascita della collana “Terra d’altri” per le edizioni Verdier, fondata da Philippe Renard e Bernard Simeone nel 1987 e oggi diretta da Martin Rueff, altro traduttore di Zanzotto (si vedano i due numeri, 109 e 110, di Po&sie, “1975-2004. 30 ans de poésie italienne”, Paris, Belin, 2004; ma poesie tradotte di Zanzotto compaiono anche in altri numeri della rivista e qualche anno dopo Rueff traduce e presenta la celebre prosa Premesse all’abitazione: Po&sie, 2007/2 (n°120), Prémisses à l’habitation, pp. 45-60). La collana “Terra d’altri” presenterà e ripresenterà i maggiori poeti della Terza Generazione e poi via via una rosa di poeti contemporanei, tradotti e pubblicati anche da altre case editrici francesi. Si apre infatti negli anni Novanta francesi un trentennio brulicante di traduzioni per molte delle raccolte principali della letteratura italiana, che ora del resto prosegue più orientato verso la produzione estremo-contemporanea. Molte traduzioni di Zanzotto per opera di Di Meo vedono quindi la luce proprio negli anni Novanta e Duemila, siano esse antologie poetiche (Poesie tratte da Vocativo, da Idioma e corti inediti che confluiranno in versioni modificate in Sovrimpressioni, Revue franco-italienne «Vocativo», Arcane 17, Nantes, 1986; Du Paysage à l’idiome. Anthologie poétique 1951-1986, traduction de l’italien et présentation par Philippe Di Meo, Maurice Nadeau – Unesco, 1994; Vers, dans le paysage, Creil, Dumerchez, 1994) o selezioni di prose (Au-delà de la brûlante chaleur, récits et proses traduits de l’italien et postfacés par Philippe Di Meo, Paris, M. Nadeau, 1997); di testi critici (Essais critiques, Paris, José Corti, 2006); o infine le molte raccolte integrali che Di Meo traduce nel tempo (Filò/La Veillée pour le Casanova de Fellini, avec une lettre et quatre dessins de Federico Fellini, éditions Comp’Act, Chambéry, 1994; La Beauté/La Beltà, Paris, M. Nadeau, 2000; Météo, trad. de l’italien et du vénitien par Philippe Di Meo, postface de Stefano Dal Bianco, Paris, M. Nadeau, 2002; Idiome, Paris, José Corti, 2006; Phosphènes, Paris, José Corti, 2010; Vocatif suivi de Surimpressions, Paris Éditions Maurice Nadeau – Les Lettres Nouvelles, 2016).

Alla lunga fedeltà di Di Meo, si affiancano altre esperienze più puntuali, come la traduzione di poesie singole in siti dedicati alla poesia italiana (Ellébore: ou quoi donc?, traduit de l’italien par Jean-Charles Vegliante et le groupe CIRCE,  Sorbonne Nouvelle – Paris3 in www.uneautrepoesieitalienne.blogspot.fr) oppure quella di due raccolte fondamentali come Pasque (1973) e Gli Sguardi i Fatti e Senhal (1969), da parte del poeta Jacques Demarcq e in seno alla nascente casa editrice Nous, che molto farà per la letteratura e la poesia italiane in Francia (Les Pâques, traduit de l’italien par Adriana Pilia et Jacques Demarcq, préfacé par Christian Prigent, Caen, Nous, 1999; Les Pâques, précédé de Les Regards les faits et senhal, traduction de l’italien par Adriana Pilia et Jacques Demarcq, préface de Christian Prigent, Caen, Nous, 2004).

 

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