Inchieste
12 Gennaio 2022

Antichisti all’estero: la storiografia del mondo antico dall’Italia alla Francia

Autore: Roberta Schiavo (Université de la Sorbonne)

Antichisti all’estero: la storiografia del mondo antico dall’Italia alla Francia

Il tema del rapporto con il mondo antico, negli ultimi tempi, è tornato – con qualche forzatura e un’irrinunciabile tendenza al sensazionalismo – prepotentemente al centro del dibattito pubblico. A dispetto di una (temuta) marginalizzazione delle discipline “classiche” nel mondo occidentale, il richiamo all’antichità greca e romana continua a esercitare un certo fascino nel lettore medio europeo ed extra-europeo.

Tra i narratori contemporanei del mondo antico, si segnala un nutrito gruppo di autori italiani – addetti ai lavori e abili divulgatori – che hanno saputo intercettare il gusto e le attese dei “neofiti” dell’epoca classica al di fuori dei confini nazionali, in particolare tra il pubblico d’oltralpe.

A farla da padrone, in questo caso, sono i temi e le vicende di carattere storico-militare, legati alle figure dei grandi condottieri dell’antica Roma. Non sorprende, quindi, di trovare tra i volumi più apprezzati dai lettori francesi César: le dictateur démocrate di Luciano Canfora (edito in Italia da Laterza, nel 1999), tradotto in francese da Corinne Paul Maïer e Sylvie Pittia, e pubblicato per la prima volta da Flammarion nel 2001. Analogo successo ha riscontrato il recente volume di Luca Fezzi Alea iacta est: pourquoi César a-t-il franchi le Rubicon? (apparso in Italia nel 2017 con il titolo Il dado è tratto: Cesare e la resa di Roma presso Laterza, poi riedito nel 2019) sull’episodio più celebre della vita di Cesare: il passaggio del fiume Rubicone e la conquista dell’Italia e di Roma. La traduzione francese è stata curata da Geneviève Bouffartigue per la “Collection Histoire” della casa editrice Belin, ed è comparsa nel 2018 con una prefazione di Giusto Traina. 

Nella doppia veste di storico italiano e di professore di storia romana presso all’Università della Sorbona, Giusto Traina è un autore molto tradotto in Francia. Del 2009 è l’edizione francese di 428 dopo Cristo. Storia di un anno (Laterza, 2007). Comparso presso Les Belles Lettres (traduzione a cura di Gérard Marino), con la prefazione di Gilbert Dragon, il libro, ora disponibile in una nuova edizione riveduta e corretta (428, une année ordinaire à la fin de l’Empire romain, Nouvelle édition revue et corrigée, Pluriel Fayard, Paris 2020), offre un ritratto inedito dell’impero nella tardo-antichità, in un anno, il 428, apparentemente di scarso rilievo nella grande storia romana. Segue nel 2011 Carrhes, 9 juin 53 av. J.-C. Anatomie d’une défaite, traduzione francese di Gérard Marino per Les Belles Lettres, con prefazione di Giovanni Brizzi, che conferma l’interesse dei lettori italiani e francesi per i grandi eventi bellici della storia di Roma (l’originale italiano è apparso nel 2010 a cura di Laterza). Segnaliamo, infine, sempre di Giusto Traina, la pubblicazione nel 2021 dell’Histoire incorrecte de Rome, traduzione francese di Éric Vial, per Les Belles Lettres, del volume La storia speciale. Perché non possiamo fare a meno degli antichi romani (Laterza, 2020), in cui vengono rivendicate con orgoglio l’utilità e l’attualità dell’insegnamento della storia romana in quanto storia “speciale”.

L’interesse per la lezione degli antichi è altresì alla base delle numerose traduzioni in lingua francese delle monografie a firma di Luciano Canfora, Alessandro Barbero e di Aldo Schiavone. 

Ne offre un esempio La Démocratie. Histoire d’une idéologie, traduzione francese di Anna Colao e Paolo Bertilotti di uno studio di Luciano Canfora edito in Italia da Laterza nel 2003. Il volume, apparso in Francia nel 2006 nella collezione “Faire l’Europe” (ed. Seuil) diretta da Jacques Le Goff – autore, peraltro, della prefazione all’edizione francese – presenta una riflessione, non scevra da forti critiche, sull’idea di democrazia affermatasi in Europa a partire dal modello ateniese. Sulla stessa linea si attesta il volume pubblicato qualche anno prima con il titolo de L’imposture démocratique. Du procès de Socrate à l’élection de G. W. Bush (ed. Flammarion, 2003), la cui traduzione dall’originale italiano Critica della retorica democratica (Laterza, 2002) è stata curata da Pierre-Emmanuel Dauzat. A riprova dell’attualità e dell’influenza che hanno sulla contemporaneità idee e temi nati nel mondo antico, chiudiamo questa rapida rassegna sulla copiosa produzione di Canfora, proposta in traduzione al pubblico francese, con due volumi dal titolo particolarmente evocativo: Exporter la liberté: echec d’un mythe (Desjonquères, 2008), traduzione francese a cura di Dominique Vittoz, e la Nature du pouvoir (Les Belles Lettres, 2010), tradotto in francese da Gérard Marino.

Le vicende militari dell’impero romano al tramonto esercitano una grande attrattiva presso i lettori d’Oltralpe. È questo il caso di Le Jour des barbares: Andrinople, 9 août 378 (ed. Flammarion), scritto da Alessandro Barbero e tradotto dall’italiano, nel 2006, da Jean-Marc Mandosio. Il libro, giunto alla tredicesima ristampa in lingua francese, narra un episodio fondamentale della tarda antichità: la rovinosa sconfitta dei Romani nella battaglia di Adrianopoli (Tracia). Al pari di Canfora, poi, Barbero evidenzia l’attualità del mondo antico con il suo Barbares: Immigrés, réfugiés et déportés dans l’Empire romain, (ed. Tallandier, 2009), in cui analizza e spiega il meccanismo dell’integrazione dei popoli “barbari” negli ultimi secoli di vita dell’impero romano, e che permise alla sua controparte orientale (impero bizantino) di sopravvivere per altri mille anni. L’edizione francese è apparsa tre anni dopo la pubblicazione del volume in Italia (Laterza, 2006), nella traduzione di Pérette-Cécile Buffaria.

Accanto alle grandi tematiche di longue durée, mantiene intatta la sua vitalità anche il genere biografico. In particolare, il metodo dell’inchiesta storico-storiografica, applicato di norma alle vite dei grandi condottieri, abbraccia anche figure leggendarie nell’immaginario del mondo romano. Lo dimostrano À la recherche de Spartacus (ed. Belin, 2014) di Aldo Schiavone, traduzione francese, a cura di Geneviève Bouffartigue, della monografia edita da Einaudi nel 2014 sulla vita del celebre gladiatore trace, e Ponce Pilate: une énigme entre histoire et mémoire, dato alle stampe in Italia nel 2016 e tradotto per il pubblico francese nello stesso anno da Marilène Raiola, per le edizioni Fayard. Infine, dello stesso autore, merita di essere ricordato un contributo cruciale, a conferma ulteriore che, quando si guarda alla storia delle istituzioni, la relazione tra passato e presente è ben chiara alla coscienza dei lettori odierni. È del 2008, l’edizione francese, a cura di Belin, di Ius: l’invenzione del diritto in Occidente (Einaudi, 2005), opera dal taglio narrativo, tradotta per il pubblico francese da Geneviève Bouffartigue (Ius: l’invention du droit en Occident). In essa l’autore affronta un tema fondamentale nella storia dell’Occidente: la nascita del diritto come forma istituzionale e disciplina autonoma, che si produsse per la prima volta nell’antica Roma.

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