Il libro italiano in Romania
Autore: Smaranda Bratu Elian, traductrice et directrice de la collection « Biblioteca Italiana »
Fino alla fine del Settecento, i contatti della Romania con la cultura italiana sono stati sporadici e marginali. Se l’Ottocento segna un deciso riorientamento degli stati romeni verso la cultura occidentale, è solo dall’inizio del Novecento che i rapporti con l’Italia assumono dimensioni veramente significative. L’istituzione di cattedre di lingua e letteratura italiana presso le maggiori università del paese, la presenza di lettori italiani di grande cultura (per citare un solo nome, Ramiro Ortiz, fondatore della cattedra di italianistica di Bucarest, della rivista «Roma» e del primo Istituto Italiano di Cultura in Romania) e l’introduzione della lingua italiana quale materia di studio nei ginnasi e licei del paese (grazie agli stretti rapporti politici fra l’Italia e la Romania nel periodo interbellico) hanno favorito non solo la diffusione della cultura italiana ma anche la crescita di un pubblico attento e interessato. È il periodo in cui appaiono in romeno, da un lato, alcune eccellenti versioni di grandi opere classiche (la traduzione della Divina Commedia in metro dantesco, opera del poeta romeno George Coșbuc, uscita all’inizio del Novecento e seguita a breve distanza da un’altrettanto eccellente traduzione in prosa dovuta all’italianista Alexandru Marcu); dall’altro, numerose traduzioni di autori contemporanei, come Carducci, d’Annunzio, Pascoli, Pirandello, Deledda, Papini, Bontempelli, Ungaretti (prevalentemente presso la casa editrice Alcalay di Bucarest).
Dopo la Seconda Guerra mondiale, il nuovo regime comunista e la censura da esso introdotta hanno, rispetto alla diffusione della letteratura italiana, effetti inaspettatamente positivi. Diffidente dei messaggi trasmessi dalla contemporaneità occidentale, la politica culturale incoraggia la traduzione e pubblicazione dei grandi classici del passato, mentre intellettuali, che non potevano esprimersi in quanto autori o docenti universitari, si dedicano a tempo pieno alla traduzione e a una seria e professionistica curatela di edizioni. All’Istituto Italiano di Cultura dobbiamo una prima base dati del periodo: dietro iniziativa dell’allora giovane Vito Grasso, l’Istituto pubblica nel 1976 nella sua rivista mensile «Notizie culturali italiane», un panorama quasi completo dei libri italiani tradotti in romeno nell’intervallo 1945-1975. Ne risulta un elenco impressionante: numerosi libri d’arte (pubblicati principalmente dalla casa editrice Meridiane), pochi di filosofia (ma fra questi, oltre a Gramsci troviamo Benedetto Croce e la Scienza Nuova di Vico) e moltissimi di letteratura. Grazie a eminenti italianisti come Eta Boeriu, Nina Façon, Alexandru Balaci, Stefan Crudu, C.D.Zeletin, la cultura romena si arricchisce delle opere di Dante, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, Castiglione, Michelangelo, Tasso, Goldoni, Gozzi, Foscolo, Manzoni, Leopardi, Verga ecc. – per citare solo i nomi più importanti. Dotate di eccellenti apparati critici, queste edizioni erano però spesso precedute da prefazioni che avevano il compito di “correggere” ideologicamente il pensiero degli autori. Le ragioni di questa fioritura di traduzioni di alta qualità sono molteplici: in primo luogo, va ricordato che la censura dell’epoca era meno sospettosa nei confronti degli autori del passato. In secondo luogo, il pubblico, non avendo accesso alle pubblicazioni occidentali del tempo, era avido di classici, che erano oggetto di fervide discussioni nei circoli privati e nelle università. Inoltre, il finanziamento pubblico dell’editoria permetteva all’epoca tirature oggi impensabili. Infine, andrà ricordato il ruolo di primo piano di una generazione di redattori di alta professionalità e, in particolare, di una casa editrice di Bucarest specializzata nella letteratura mondiale (che avrebbe conosciuto vari nomi: ESPLA, ELU, Univers). Proprio grazie all’intelligenza, alla cultura e all’abilità di questi redattori, dagli anni settanta in poi, nonostante la censura, in Romania vengono pubblicati non solo i classici, ma anche il meglio della letteratura novecentesca italiana: la grande poesia del Novecento, la narrativa da Svevo fino a Sciascia e a Eco, nonché opere di saggistica, di storio, di cinema e di scienze.
La svolta politica del 1989 dà luogo anche ad una riconfigurazione del mondo editoriale: nascono numerose nuove case editrici, i cui cataloghi si aprono a tutti i generi e a tutti gli argomenti, soprattutto a quelli prima vietati. Spiccano in particolare alcune case editrici come Humanitas, ALL, RAO, Nemira, Curtea Veche Publishing di Bucarest o Polirom di Iași. L’editoria del nuovo regime democratico è caratterizzata anche da un nuovo approccio economico: scomparendo il finanziamento statale, le case editrici, ormai tutte private, operano con prudenza, riducono le tirature e puntano su titoli di sicura vendibilità. Per un decennio prevalgono pubblicazioni di ristampe o di nuove traduzioni di opere di narratori del Novecento di fama consolidata, come Pirandello, Pavese, Calvino, Buzzati, Primo Levi, Moravia, Dacia Maraini ecc. Minore è l’interesse per i classici del passato o per gli scrittori più recenti.
Negli ultimi due decenni, invece, proseguono le traduzioni di noti autori novecenteschi come Calvino, Buzzati, Pasolini, Eco, Giuseppe Berto ecc., ma si affermano soprattutto, da un lato, un rinnovato interesse per i grandi classici del passato, dall’altro, una volontà di aggiornamento, di apertura alla contemporaneità, di attenzione ai nuovi titoli e ai nuovi autori e ai principali premi letterari annuali.
La prima tendenza è rappresentata principalmente da un progetto – unico nel paesaggio editoriale romeno – incoraggiato e sostenuto sin dalla nascita, nel 2005, dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest e dal Ministero degli esteri italiano e premiato nel 2008 dal Ministero dei beni e delle attività culturali italiano: la collana bilingue di classici “Biblioteca Italiana” della casa editrice Humanitas (https://humanitas.ro/humanitas/colectii/biblioteca-italian%C4%83 ), in cui sono usciti ben 44 volumi di grandi autori del passato e del Novecento, tradotti per la prima volta in romeno: Boccaccio, Jacopone da Todi, Leon Battista Alberti, Pietro Bembo, Machiavelli, Guicciardini, Galilei, Tasso, Foscolo, Goldoni, Beccaria, Giordano Bruno, Michelangelo, importanti antologie dedicate al sonetto italiano, alla novellistica e alla commedia del Rinascimento, oltre a volumi di noti poeti novecenteschi come Montale, Saba, Pavese, Mario Luzi, Sandro Penna, Giorgio Caproni e a un’antologia di poeti contemporanei. Tutte le opere citate sono in edizione bilingue, mentre sono state pubblicate solo in romeno le opere narrative, di recente introdotte nella collana, di autori come Sciascia, Savinio, Calvino, Pirandello ecc. Questa importante iniziativa editoriale ha anche il merito di aver contribuito alla formazione di una serie di giovani traduttori appartenenti all’ambiente universitario, che sono oggi ormai autentici specialisti: Oana Boșca-Mălin, Corina Anton, Miruna Bulumete, Aurora Firța-Marin, Gabriel Purghel.
Rispetto poi all’impegno di aggiornamento e all’apertura alla contemporaneità, disponiamo di un recente strumento di informazione: la base dati online ITALIANISTICA TRADUZIONI (http://www.orizzonticulturali.it/it_database3_Italianistica-traduzioni.html), progetto ideato e realizzato dall’italianista di Timișoara Afrodita Carmen Cionchin in collaborazione con il dipartimento di italianistica dell’Università di Bucarest, e pubblicato nella rivista mensile bilingue online «Orizzonti culturali italo-romeni», diretta dalla stessa Cionchin. La base dati si propone di elencare tutti i titoli di volumi, di qualsiasi categoria, scritti da autori italiani e pubblicati in romeno. Il progetto è un work in progress che ad oggi dispone dei dati riguardanti gli ultimi quattro anni per un totale di circa 400 titoli. La loro consultazione permette di estrarre informazioni precise sulle ultime tendenze: i generi prevalenti, le principali case editrici romene impegnate nella diffusione del libro italiano oggi, i traduttori più attivi nella traduzione di testi contemporanei. Tra i dati più salienti emerge il rilievo di un genere spesso poco considerato, ma importante, quello dei libri per ragazzi (le collane dedicate a Gianni Rodari e a Maria Montessori, Mitologia per bambini, I miei piccoli eroi e i sempre riediti Collodi, De Amicis, Salgari, Vamba), in cui le case editrici più presenti sono la Humanitas giovani, Litera, Arthur, Trei. Fra i traduttori, andranno menzionati almeno Vlad Russo e Marina Loghin. Un segnale positivo è dato anche dalla presenza di alcuni autori italiani nelle collane di scienza (Carlo Rovelli, Luca Perri, Luca Novelli), di filosofia o storia della filosofia (Giorgio Agamben, Gianni Vattimo, Giovanni Reale) delle prestigiose case editrici Humanitas e Polirom. Ma il romanzo rimane il genere preferito dal pubblico e di conseguenza anche dalle case editrici. Attente ai successi più recenti e ai premi letterari italiani, le principali case editrici, ossia Humanitas fiction, Polirom, Nemira, Litera, non si lasciano sfuggire nessuno dei titoli di Alessandro Baricco, Elena Ferrante, Paolo Cognetti, Lorenzo Marone, Paolo Giordano, Roberto Saviano, Andrea Camilleri, ma sono attenti anche ad autori come Tiziano Scarpa, Stefano Benni, Nadia Terranova, Andrea De Carlo, Susanna Tamaro ecc. Ovviamente i traduttori sono numerosi e, in genere, fedeli alla stessa casa editrice. Ci limitiamo a menzionare i nomi dei più instancabili nella traduzione di testi contemporanei: Gabriela Lungu, Cerasella Barbone, Geanina Tivda, Emanuel Botezatu.