Inchieste
17 Settembre 2020

Poeti italiani tradotti

Autore: Paolo Febbraro

Poeti italiani tradotti

L’ultimo libro progettato da Seamus Heaney prima della morte è stato The Last Walk, la versione d’autore dei sedici madrigali che compongono la sezione “L’ultima passeggiata” delle Myricae di Giovanni Pascoli. Il volume fu pubblicato in 575 esemplari nell’autunno del 2013, per i tipi della Gallery Press, la più prestigiosa casa editrice di poesia irlandese, fondata e condotta da Peter Fallon, poeta e amico di Heaney.
Fino a non molti anni fa, l’unico poeta italiano del Novecento a godere di indubitabile fama internazionale era Eugenio Montale. È quindi con piacere che registriamo questo risalire all’indietro nella nostra tradizione, fino a quell’altrettanto indubitabile maestro della modernità che è stato Pascoli. Già nel 2010 Deborah Brown, Richard Jackson e Susan Thomas avevano prodotto insieme Last Voyage: Selected Poems (Pasadena, Red Hen Press), testo da cui Heaney aveva attinto per operare “in sicurezza” le proprie rielaborazioni originali. Più avanti, nel 2019, presso World Poetry Books, è apparso Last Dream, un’antologia pascoliana allestita e tradotta da Geoffrey Brock, nato nel 1964, poeta notevole, già traduttore negli Stati Uniti dei versi di Cesare Pavese e soprattutto editor del ponderoso The FSG Book of Twentieth-Century Italian Poetry. An Anthology, apparso nel 2012 da Farrar Straus Giroux, che presentava delle versioni di 73 poeti, da Pascoli, appunto, a Gabriele Frasca. In Last Dream Brock compie una cernita attenta e ispirata, proponendo 27 componimenti tradotti con estrema finezza, e riconoscendo nel breve saggio finale che Pascoli «has written a handful of the most beautiful and wistful poems I know in any language».

Tra Pascoli e i contemporanei si distende l’intero territorio della poesia italiana novecentesca, fra le più ricche di esiti della nostra tradizione. Per quanto i poeti italiani siano molto più traduttori di quanto non siano tradotti, i grandi del XX secolo hanno trovato accoglienza anche recentemente, colmando dei vuoti significativi. Nel 2012 George Hochfield e Leonard Nathan hanno curato Songbook: The Selected Poems of Umberto Saba, uscito per la Yale University Press; del grande autore triestino è stata ristampata recentemente (Ypsilon Éditeur 2020) anche la versione delle Choses dernières procurata da Bernard Simeone, già autore di versioni da Penna, Luzi, Caproni, Gatto, Sereni, Fortini, Erba. Nuova edizione anche per i Poems di Eugenio Montale tradotti da Jonathan Galassi, che la collana Everyman’s Library Pocket Poets ha ripreso nel 2020, mentre la statunitense Norton, già dal 2012, ha presentato The Collected Poems of Eugenio Montale a cura di Rosanna Warren e con la traduzione di William Arrowsmith. Hanno Helbling ha pubblicato a breve distanza Die Heiterkeit. L’Allegria: Gedichte 1914-1919 di Ungaretti (2009) e Gedichte: 1920-1954 di Montale, mentre più completa è l’edizione Was Bleibt (Wenn es Bleibt). Gedichte 1920-1980, a cura di Christoph Ferber. Anche Sandro Penna, privilegiato finora soprattutto dai Francesi, apparirà presto in inglese, tradotto da Alexander Booth in Within the Sweet Noise of Life: Selected Poems, previsto per l’inizio del 2021.

Jacob Blakesley, traduttore statunitense di poesia e prosa italiana, che insegna all’Università di Leeds, ha esplorato criticamente alcuni anni fa nel volume Modern Italian Poets: Translator of the Impossible (University of Toronto Press) la felice e ampia devozione che molti dei maggiori poeti italiani del Novecento hanno tributato alla poesia straniera, coltivando uno scambio e una reciprocità di eccezionale livello. Fra gli autori scrutinati, ve ne sono diversi viventi, dunque è interessante verificare quanto lo scambio sia avvenuto nelle due direzioni.
Fra gli autori del presente, più d’uno – tradotto da tempo – ha visto rinnovata l’attenzione nei suoi confronti. Patrizia Cavalli è fra i poeti più apprezzati fuori dai confini italiani: Mes poèmes ne changeront pas le monde era stato pubblicato nel 2007 da Des Femmes nella versione di Danièle Faugeras; My Poems Won’t Change the World è un’antologia curata da Gini Alhadeff, che giunge fino al 2006 ed è stata pubblicata nel 2013 da Farrar Straus Giroux e nel 2018 ripresa da Penguin. In tedesco, Diese schönen Tage: Ausgewählte Gedichte 1974-2006 era uscito nel 2009 in una collezione del Lyrik Kabinett-Hanser Verlag che comprende anche Alphabet des Augenblicks di Milo De Angelis (2013), Entweder bin ich unsterblich di Anna Maria Carpi (2015), Vom heimlichen Ehrgeiz, ein Bleistift zu sein di Valerio Magrelli (2016), tutti a cura di Pierò Salabè.
Sempre in tedesco, già nel 2010 è uscito Von Erker des Körpers, la versione che (per Literaturverlag Ronald Hoffmann) Annette Kopetzi ha approntato del libro Dal balcone del corpo di Antonella Anedda. L’antologia dei suoi versi intitolata Archipelago è stata pubblicata in Inghilterra da Bloodaxe nella traduzione di Jamie McKendrick, rilevante poeta inglese, già responsabile dell’antologia 20th-Century Italian Poems (Faber and Faber 2004) e di The Embrace: Selected Poems by Valerio Magrelli (2009). Sia in occasione delle versioni magrelliane sia in quella delle traduzioni da Anedda, McKendrick si è aggiudicato il John Florio Prize.

Un’altra versione fortunata è stata quella dei Selected Poems di Fabio Pusterla, per la quale è stato assegnato il Raiziss/de Palchi Prize dell’American Academy of Poets per il 2019 a Will Schutt, poeta, recente autore anche di una scelta dei versi di Edoardo Sanguineti, fra i curatori di Policromia, un festival di Poesia e traduzione che si svolge a Siena.
Molto recente è Mi decir salvaje (Antología 1979-2015), in cui Franco Buffoni ha visto i suoi versi recati in castigliano da Jaime Siles, Jesus Diaz Armas e Juan Carlos Reche. Lo stesso Buffoni ha curato Italian Contemporary Poets. An Anthology (2016), che raccoglie in lingua inglese alcune poesie di 40 autori di oggi, fra i traduttori delle quali spicca l’inglese Richard Dixon. Versi di venti poeti, invece, sempre prescelti da Buffoni, compongono Un filo di seta. Antologija sodobne italijanske poezije, edito a Lubiana nel 2019 a cura di Veronika Simoniti, e con versioni effettuate da sei autori sloveni.
Annelisa Alleva ha visto tradotte due sue scelte di versi nei volumi A memoria/Naizust’ (Pushkinskij Fond 2016), edizione bilingue con le versioni di cinque poeti russi, e Selected Poems (Gradiva 2020), anch’esso curato in collaborazione da cinque autori. Di Paolo Febbraro, l’opera che ha incontrato maggiormente l’interesse dei traduttori è senz’altro Il Diario di Kaspar Hauser, di cui è uscita la versione spagnola di Bruno Mesa (Ediciones Las Palmas 2015), quella americana (Negative Capability Press 2017), con cui Anthony Molino si è aggiudicato il Raiziss/de Palchi Prize, e quella francese (Arcadès Ambo 2020) di Louis-Charles Reynaldi. Irène Duboeuf ha volto in francese Neige pensée, la più recente raccolta poetica di Amedeo Anelli, animatore di «Kamen’. Rivista di poesia e filosofia», tra le più autorevoli pubblicazioni del genere in Italia, essa stessa molto incline ad accogliere traduzioni da autori stranieri. Particolarmente legata al mondo spagnolo, nel volume Nácar (2016) Laura Pugno ha – più che tradotto – riscritto in castigliano, con l’aiuto della poeta cilena Violeta Medina, i propri versi già raccolti in La mente paesaggio, del 2010.

In generale, ciò che emerge da questo incompleto sondaggio è che la lingua poetica italiana gode ancora di un innegabile prestigio internazionale, probabilmente superiore a quello che il lettore medio della madrepatria gli assicura acquistando i libri e a quello che il giornalismo letterario gli tributa con l’attenzione critica. Non c’è dubbio che dal punto di vista culturale l’Italia è un fenomeno transnazionale, e sempre più lo è la sua poesia. Per l’ampiezza geografica delle letture e dei riferimenti, i poeti italiani di oggi non temono confronti, capitalizzando tutto il lavoro di apertura e sprovincializzazione compiuto dai loro padri. Che la risposta di traduttori ed editori non italiani sia complessivamente di buon livello qualitativo e quantitativo non può che essere confortante, e corrisponde a una domanda di attenzione e di relazione che appare pienamente plausibile.

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