In altre lingue
10 Giugno 2020

Carlo Emilio Gadda in altre lingue

Autore: Carolina Rossi, Università di Pisa

Carlo Emilio Gadda in altre lingue

Dal 1961 ad oggi, le opere di Carlo Emilio Gadda sono state tradotte in 18 lingue e in 22 paesi in tutto il mondo. Un dato sorprendente, se consideriamo la densità e la polifonia stilistiche e linguistiche a cui deve far fronte chi decida di confrontarsi con il grado di traducibilità della sua scrittura.
Le prime traduzioni vengono promosse a partire dagli anni Sessanta, grazie all’attribuzione alla Cognizione del dolore del «Prix international de littérature» che aveva già consacrato l’opera di autori come Samuel Beckett e Jorge Luis Borges a livello internazionale. Tra il 1963 e il 1966 si assiste, in ambito europeo, ad un primo riconoscimento dell’autore con edizioni importanti come quella tedesca della Cognizione del dolore (Die Erkenntnis des Schmerzes, 1963) arricchita dalla postfazione di H. M. Enzensberger e seguita dalle traduzioni in olandese (De ervaring van het verdriet, 1964), spagnolo (Aprendizaje del dolor, 1965) e portoghese (O conhecimento da dor, 1966).
La crescente notorietà del nome di Gadda all’estero è dovuta, in particolar modo, alle sempre più numerose edizioni di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, tradotto per la prima volta in tedesco nel 1961 (Die gräßliche Bescherung in der Via Merulana), nonostante le trattative per l’edizione francese con le Éditions du Seuil fossero già iniziate a soli pochi mesi dalla pubblicazione del volume in Italia nel 1957. La traduzione del romanzo (L’Affreux pastis de la rue des Merles), ad opera di Louis Bonalumi, sarà edita solo nel 1963 con una postfazione di François Wahl, editor della celebre casa parigina, che Gadda incontrò personalmente nell’estate del 1958 e al quale offrì la propria entusiastica collaborazione per revisionare le bozze. Queste due edizioni segnarono l’inizio di una lunga serie di traduzioni: solo nel 1965 ricordiamo quella inglese (distribuita negli Stati Uniti e nel Regno Unito), quella tedesca, quella spagnola e quella ceca. Ad oggi, il Pasticciaccio, con ben 37 traduzioni in 16 lingue (tra cui giapponese, finnico, serbo-croato, ebraico e rumeno), è l’opera gaddiana più letta fuori dai confini italiani, confermando il proprio ruolo fondamentale nella consacrazione del successo dell’autore.

L’inattesa popolarità garantì a Gadda un discreto numero di proposte da parte di editori stranieri in quegli anni. I diritti per la diffusione, la distribuzione e la pubblicizzazione delle sue opere erano curati da una delle personalità più pervasive nell’ambiente culturale del tempo, l’agente letterario Erich Linder, che governava in prima persona i rapporti tra editori italiani e stranieri e si occupava di tutelare legalmente i suoi autori nelle transazioni. A Linder si affiancavano, nel caso di Gadda, due editor d’eccezione: Pietro Citati e Gian Carlo Roscioni, impiegati rispettivamente dalle case editrici Garzanti e Einaudi. La mediazione operata dagli editor nei rapporti tra l’autore e il mondo editoriale agì talvolta in maniera determinante sulle sorti delle sue opere all’estero: la traduzione inglese della Cognizione (Braziller 1969; Owen 1969), ad esempio, grazie all’intervento di Roscioni presentò, con un anno di anticipo rispetto all’edizione italiana, due capitoli finali fino ad allora inediti per esplicito veto dell’autore. La loro pubblicazione fu dovuta alla stretta collaborazione tra l’editor einaudiano e il traduttore inglese William Weaver, il quale, a causa della nota riservatezza dell’autore, dichiarò espressamente di essere ricorso spesso al contributo di Roscioni nella traduzione.
Dopo gli anni Sessanta le traduzioni delle opere di Gadda subirono un generale calo fino alla metà degli anni Ottanta, quando Dante Isella avviò in Italia un imponente lavoro di studio e di recupero filologico delle carte dello scrittore, che confluì nell’edizione completa delle opere per Garzanti. Questa iniziativa ebbe una discreta risonanza, determinando un nuovo periodo di fortuna editoriale dell’opera di Gadda all’estero: tra il 1982 e il 2002 vennero infatti date alle stampe ben 82 edizioni in tutto il mondo. In Francia, in particolare, dove da sempre Gadda godeva di una considerevole notorietà, verranno pubblicate molte opere inedite affiorate in quegli anni dall’officina dell’ingegnere, tra cui Novella seconda (Bourgois, 1987) e La mécanique (Seuil, 1992). Queste e molte altre iniziative editoriali – firmate, nella maggior parte dei casi, dal traduttore e critico Jean-Paul Manganaro, vero e proprio passeur della letterarietà italiana in Francia – contribuirono a confermare la lunga fedeltà della cultura francofona a Gadda (le sole traduzioni francesi ammontano a più di un quarto del totale).

Dai primi anni duemila l’interesse per l’opera dell’ingegnere ha subito un generale arresto, ovviato in anni recenti da:
1) ristampe di traduzioni celebri come quelle di Weaver (That Awful Mess on Via Merulana, New York Review Books Classics, 2007) e di Petit, Masoliver e Muñiz (Aprendizaje del dolor, Días contados, 2011), entrambe risalenti al 1965;
2) nuove iniziative editoriali che testimoniano il recente interesse dei paesi del Nord Europa per l’opera dell’ingegnere (è del 2010 la prima traduzione in finnico del Pasticciaccio, seguita nel 2011 da quella olandese della Cognizione e, nel 2013, da quella danese);
3) nuove traduzioni di opere già edite, come l’edizione The Experience of Pain (2017), curata da Richard Dixon per Penguin Classics, che segna l’allontanamento dalla traduzione di Weaver sin dalla scelta del titolo (fino al 1985: Acquainted with Grief). Lo stesso Dixon ha tradotto nel 2019 un racconto, The Mother, entrato a far parte della raccolta The Penguin Book of Italian Short Stories.
Negli ultimi anni, quindi, i due titoli che sembrano aver attratto maggiormente l’attenzione delle case editrici straniere, La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, consacrano la presenza attuale di Gadda nel contesto letterario internazionale sotto il segno della forma narrativa del romanzo.

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