Parigi: l’editoria francese riscopre il Novecento italiano
Autore: Luigi Visconti
Se l’editoria francese ha sempre dedicato una speciale attenzione al libro italiano (come attestano, del resto, i numeri delle traduzioni: circa 500 nel 2023), negli ultimi tempi si registra un vivace ritorno di interesse per i grandi autori del Novecento. Ne offrono la prova non solo i titoli recentemente apparsi presso editori che, in maggiore o minore misura, sono tradizionalmente attenti alla letteratura italiana del secolo scorso (basti pensare ai Cahiers de l’Hôtel de Galliffet, in cui sono da poco usciti testi inediti di Romano Bilenchi, Giorgio Caproni, Italo Calvino, Giorgio Bassani; alle Éditions de la Conférence, che hanno appena pubblicato l’edizione integrale del Diario di Piero Calamandrei; a Nous, che arricchisce il suo già importante catalogo di una raccolta di racconti di Leonardo Sciascia, Le feu dans la mer ; a Verdier, editore fedele delle opere di Giani Stuparich, di cui quest’anno è apparso Un anno di scuola (Une année d’école); a La Fosse aux Ours, che invita alla riscoperta di un libro di Lorenzo Viani, Le chiavi nel pozzo (La clé dans le puits); a Cambourakis che ha ristampato Appunti partigiani (La louve et le partisan) di Beppe Fenoglio; a Ypsilon, che propone una nuova traduzione di Mai devi domandarmi (Ne me demande jamais) di Natalia Ginzburg e la prima traduzione di Diario ottuso (Journal obtus), il solo libro in prosa di Amelia Rosselli), ma anche libri che, da prospettive diverse, mettono in primo piano grandi scrittori del secolo scorso: dallo straordinario Le célibataire absolu di Philippe Bordas (Gallimard), un libro hors-norme, non tanto una biografia nel senso proprio del termine, quanto il resoconto di una passione divorante per uno scrittore, Carlo Emilio Gadda, che la cultura francese ha sempre avuto difficoltà a metabolizzare; al recentissimo Hôtel Roma (Gallimard), in cui Pierre Adrian, ripercorre l’itinerario esistenziale e letterario di Cesare Pavese. Nel quadro di questo ritrovato interesse per il XX secolo italiano, si collocano altresì riscoperte importanti, come quella di Libero Bigiaretti, un autore che in Italia è quasi dimenticato e di cui L’Arbre vengeur propone coraggiosamente un titolo-chiave come Uccidi o muori (Tuer ou mourir) nella traduzione di Jean-Pierre Pisetta. Quanto a Goliarda Sapienza, il cui successo in Italia è stato favorito proprio dalla grande risonanza che il suo capolavoro, L’arte della gioia, ha ricevuto in Francia, le edizioni Le Tripode propongono quest’anno un’ampia selezione della sua corrispondenza, dal 1950 al 1996, anno della morte (Miroirs du temps). A Pier Paolo Pasolini è dedicato un numero monografico della prestigiosa rivista Critique: curato da Martin Rueff, comprende testi pasoliniani inediti in Francia e interventi di critici italiani e francesi, da René de Ceccatty a Gianluigi Simonetti. Degna di particolare menzione è l’eccezionale impresa di Monique Baccelli e Antonio Werli, traduttori di uno dei libri più ardui, linguisticamente, del Novecento Italiano: Horcynus Orca di Stefano d’Arrigo (Éditions Le Nouvel Attila). Quanto al 2025, i Cahiers de l’Hôtel de Galliffet annunciano per il 2025 titoli inediti di Rocco Scotellaro, di Giovanni Testori, di Pier Paolo Pasolini… Per l’editoria francese, insomma, il Novecento italiano è un territorio che può ancora riservare molte sorprese.